capitolo 5

10.7K 268 11
                                    

Justin’s Point of View:

" Cosa? Sei sorpreso di vedermi?" mi chiese con voce graffiante, facendomi ribollire il sangue.

" che cazzo ci fai tu qui a Stratford?" ringhiai, muovendo le mani in modo in modo confuso.

" dovevo solo saldare un vecchio debito" vidi sul suo viso dipingersi un sorrido irritante, potei capirlo anche attraverso l'oscurità che ci avvolgeva. Lui era davvero felice di vedermi, ma non potevo dire lo stesso di me " come mai ti interessi?" piegò la testa di lato, sorridendo.

" non fare il coglione Cole" dissi, cercando di arrivare dritto al punto. Voleva giocare con me ma non ero dell'umore adatto " chiaramente non siamo qui stasera solo per salutarci"

" hai ragione" annuì, il fuoco nei suoi occhi " sono qui con i miei uomini" ed esattamente mentre lo diceva, altri tre ragazzi uscirono dal buio.

" fammi indovinare" Risi, prendendoli in giro " voi siete, ehm, gli Snipers?" dissi divertito, cercando di sopprimere una risata che premeva per uscire.

" é giusto, Justin Bieber" disse battendo le mani " e voi siete i, aspetta, Kings vero?" disse, spostando il suo sguardo da me per guardare i miei uomini Bruce, Marco, Marcus e John, che erano confusi, tanto quanto me dato che non capivo dove la nostra conversazione volesse arrivare.

Scossi la testa cercando disperatamente di non ridere, ma senza successo. Loro pensavano davverod i essere venuti qui per girare un film o qualcosa di simile. L'idiota era davvero un coglione e stava giocando. Insomma, pensavo che fossero venuti con delle pistole o qualcosa di simile, per rendere tutto questo molto più divertente.

" che cazzo ti diverte Bieber?" sputò, evidentemente irritato da come mi stavo comportando o vedendo che non ero affatto intimidito ne da lui ne dai suoi tre amichetti.

Alzai lo sguardo per guardarli, i miei occhi brillavano " voi coglioni" dissi iniziando " siete davvero divertenti" . Ora era il mio turno a fare una smorfia, mentre un sorriso mi si dipingeva in faccia " voglio dire, siete qui e state evidentemente giocando" Misi le mani in tasca, mentre continuavo a guardarli " invece di parlare seriamente state cercando di minacciarmi" mi leccai le labbra, ridacchiando " io non vi conosco" dissi indicandoli " ma sicuramente mi sarei aspettato di più da te Santangelo" dissi, guardandolo per bene in faccia.

La sua mascella si contrasse e i muscoli delle sue braccia si tesero a causa del nervosismo " starei attento a quello che dici Bieber-"

" -altrimenti?" dissi, passando la pinta della lingua sulle mie labbra secche.

Si mosse venendo in avanti verso di me, il suo corpo vicino al mio, potevo sentire la sua rabbia " non ti conviene che te lo dica" mi minacció. La sua voce bassa.

Risistemandomi davanti a lui, alzai il viso per affrontarlo, esattamente come aveva fatto lui " io, se fossi in te, starei molto attendo a quello che dico, non vorrei finire male vero Santangelo?"

" non mi spaventano i bambini come te Bieber" sputò contrariato, mentre mi scannerizzava dalla testa ai piedi.

" bambino?" Chiesi leccandomi le labbra " evidentemente la tua mente é rimasta ferma a quattro anni fa, quando te l'ho fatta pagare per quella storia con Vick. Non essere arrabbiato solo perché un bambino ti ha rovinato i piani"

Quello che avevo detto sembrava averlo toccato nel suo punto debole, dato che pochi secondi dopo si avvicinò velocemente a me prendendomi per il colletto della maglia, i nostri nasi a pochi centimetri di distanza " stai rischiando grosso Bieber" mi minacciò, le sue vene del collo si ingrossavano.

" enorme errore mettermi le mani addosso" lo minacciai e prima che avesse la possibilità di elaborare quello che avevo detto, misi il braccio dietro la mia schiena estraendo la mia pistola, puntandola subito al collo di Cole " ti suggerisco di mollarmi"

I suoi occhi si spalancarono, e mi ascoltò. Mi mollò e si allontanò da me, sapendo che se avesse atto in passo falso, non avrei esitato a sparare.

Bruce sospirò furioso dietro di me, mormorando qualcosa a bassa voce.

D'un tratto, tutti isoli uomini si mossero dietro Cole, quasi fossero dei bambini spaventati, cercando di evitare la mia pistola.

Li puntai, deciso nelle mie azioni, e misi meglio il mimo dito sul grilletto, sapendo che se avessero anche solo fatto un passo, con un movimento sarebbero finiti morti " muovetevi e giuro che lo uccido" Li minacciai, e mentre parlavo li vidi alzare le mani in segno di resa -non avrebbero fatto niente.

Tornando a guardare Cole, mossi la pistola sotto il suo mento " non mi piace come mi stai parlando Santangelo e di sicuro non mi piace il do in cui credi di battermi e di appropriarti della mia Stratford" feci una smorfia trionfante " Questa é la mia città, il mio paese, la mia area e il fatto che tu venga qui e con qualche minaccia provi a tirarmelo via, a dirti la verità, non mi piace" Piegando la testa verso destra, mi leccai le labbra " volevi un incontro? Lo hai ottenuto ma non sono sicuro di essere ancora dell'umore di voler parlare con te" Alzando il mio ginocchio verso i suoi addominali, Cole si piegò subito, a causa del dolore.

Allontanandomi da lui, lo guardai mentre quasi cadeva a terra " sei patetico" Risi " sei un uomo adulto e ti comporti come una ragazza" tenendo la mia pistola ben salda tra le mani, continuai " ora che ti sei presentato, lascia che ti spieghi come funzionano le cose qui"

" noi" dissi indicando i miei uomini " abbiamo degli affari di cui prendermi cura qui a Stratford e anche nelle città che la circondano. Noi non condividiamo niente e di sicuro non diamo il benvenuto a qualcuno che pensa di soffiarci il territorio da sotto il naso. Per quello che mi riguarda, tu non sei altro che una merda per me, un bastardo che prova solo a incasinarmi la vita come hanno provato tanti altri, ma vuoi sapere come sono andati a finire?" prima che mi rispondesse, terminai " sette metri sotto terra" sussurrai.

" rilassati Bieber" disse una voce dall'altro capo del capannone, e mentre m giravo per vedere chi fosse, mi accorsi che una figura scura camminava verso di noi " non siamo qui per combinare casino. Stiamo lavorando"

Alzai un sopracciglio " a lavorare si può andare dappertutto per quanto ne so, quindi perchè qui? Perchè Stratford?"

" dicono che qui di lavoro ce ne sia molto. Una cittadina tranquilla, dove nessuno fa casino, ma dove il mostro é sempre in agguato. Nessuno sospetta niente fino a che non si trova davvero faccia a faccia con la realtà. I miei uomini sono bravi in quello che fanno e a New York ci siamo costruiti la carriera. Siamo venuti qui per fare quello che dobbiamo fare, poi ce ne andremo"

" cazzate" ridacchiai " nessuno entra nel mio territorio se non ha davvero qualcosa di cui occuparsi"

" beh, credo che dovrai credermi" disse, muovendo una mano verso di me " Lyndon Mathews"

Presi la mano, stringendola " Justin Bieber"

" so chi sei" disse con una smorfia prima di guardare dietro di se " lui é Peter McCall" disse indicando il ragazzo moro " lui é Sammy Costantino" disse indicando piu il ragazzo biondo con gli occhi azzurri, il quale sorrise aspramente " e tu conosci di già Cole"

Ridacchia mentre guardia Cole rialzarsi da terra, tenendosi ancora la mano sullo stomaco. Rimettendo apposto la mia pistola, mi girai verso i miei ragazzi " Bruce Santos, John Rivera, Marcus Sorella e Marco Messina"

" ora che ci siamo presentati" disse, quando improvvisamente mi mise una mano alla base del collo facendomi cadere a terra sotto di lui. Le sue ginocchia erano vicino a me, una sul pavimento l'altra piegata in alto, mentre mi teneva " ti consiglio di non alzare mai più le mani su uno dei miei uomini"

Digrignai i denti, cercando di trattenermi dal fare qualcosa di cui avrei potuto pentirmi. Lo guardai, cercando di memorizzare la sua postura e le sue azioni.

Il bastardo non sapeva contro chi si stava mettendo.

"Noi sia venuti qui con buone intenzione e ora Bieber, ti sei scavato la fossa da solo" Sputó Lyndon, la sua faccia priva di emozioni " Pensi di avere tutto nelle tue mani ma lascia che ti dica qualcosa" tenendomi ancora, sorrise " io e la mia squadra non giochiamo e di certo non ci facciamo mettere i piedi in testa o minacciare da uno dhe pensa di essere un gradasso solo perché in passato é riuscito a sistemare alcune faccende. Tu non hai idea di cosa io sia capace ma non sono venuto qui per litigare, sono venuto qui per parlare ed é esattamente quello che farò" Togliemdomi la mano dal collo, mi lasciò respirare. Sorrise in maniera rimorosa " non credo che tu debba intralciarmi il cammino Bieber perché a differenza tua, io non faccio false promesse. Io le mantengo e credimi, quando dico che non devi immetterti nel mio cammino sono serio perché se lo fai, ti ritroverai morto ancora prima che tu abbia la possibilità di respirare di nuovo. Mi hai capito?"

Quando vide che non dicevo niente, fece una smorfia, sapendo che non sarei stato capace di parlare " avrai anche ucciso Luke Delgado, ma se non sbaglio sei stato arrestato e hai speso tre anni in prigione e questo ti porta direttamente fuori dalla lista dei capi"

La rabbia mi stava facendo scoppiare le vene, mentre il mostro che si nascondeva dentro di me stava per uscire dando sazio a una arte di me che nessuno, ripeto nessuno vorrebbe davvero vedere.

Prendendo la sua mano, la tolsi da addosso a me con tutta la forza che avevo in corpo. Togliendola finalmente da sopra di me, alzai la mano e gli tirai n pugno in pieno viso, facendolo girare. Alzandomi da terra, presi fuori di nuovo la mia pistola, sicuro di non farla scivolare " vuoi che provi anche su di te?" dissi a denti stretti.

" non hai le palle" Sputò Lyndon, tirandosi via il sangue che gli cadeva dal naso.

" ecco quello che pensava anche Delgado prima che io mettessi fine alla sua inutile vita" ringhiai, serrando la mascella " é vero, sono stato arrestato ma non credere che sia importante. Sai, é successo solo perché quel pezzo di merda mi aveva incastrato. Facendo l'intelligente per una volta, sapeva che stavo per esplodere e che avrei messo fine alla sua vita, quindi ha portato le scorte" sospirai " ma Parker, Jenkins, Morelli, Donnie, Scrappy, Tommy e Stevie non sono stati intelligenti come il bastardo. Sono morti senza neanche una traccia, amico mio, ecco come mi sono costruito il nome qui intorno. Uccido e lo faccio sembrare un incidente. Nessuno mi ha mai tirato giù dal mio trono per anni e non lo farai neanche tu, pensi di aver capito?" Senza esitazioni, portai la pistola davanti a me e premetti il grilletto.

Il suono fece eco per tutto il capannone, un leggero fumo si mosse dalla pistola a causa dello sparo, mentre la pallottola aveva creato un buco nel muro di fianco alla testa di Lyndon. Tirando giù la mano, feci roteare la pistola sul mio dito " la prossima volta, non ti mancherò" dissi avvisandoli prima di girarmi verso i ragazzi.

Nonappena arrivammo alla porta d'ingresso del capannone, mi girai di nuovo verso la banda che aveva minacciato di battermi. Ridendo, li salutai muovendo due dita " É stato bello parlarvi, dovremo farlo più spesso". Ridacchiai prima di uscire dal capannone, sbattendo la porta alle mie spalle.

Kelsey’s Point of View:


Bump—thump—thud—bump—slam!

Sentii un sacco di colpi alla porta d'ingresso provenire dal piano di sotto, e il rumore si ripercosse anche al piano di sopra, svegliandomi. Grugnii, girandomi di lato sul letto, sperando che i colpi cessassero. Evidentemente, non capirono che nessuno sarebbe sceso ad aprire perché continuarono a bussare rumorosamente.

" Justin" mormorai, agitando la mia mano verso destra tentando di svegliarlo, ma non sentii altro che il tessuto freddo delle lenzuola. Spalancando gli occhi, mi misi di colpo seduta realizzando che di fianco a me non c'era nessuno.

Prima che potessi cedermi dove fosse, sentii un'altro rumore provenire da sotto, il quale mi fece sobbalzare. Aggrottai le sopracciglia confusa, era normale che lo fossi. Mi mossi lentamente fuori dal letto, spaventata.Nero a casa da sola e all'esterno c'era un maniaco che non voleva altro che entrare.

Non sapendo cosa fare, mi avviai verso la porta lentamente, la aprii e guardai fuori prima di aprirla definitivamente. Mordendomi l'intento della guancia, rivolsi uno sguardo dentro la stanza in cerca di qualcosa per proteggermi. Vedendo che non era niente di davvero utile, decisi di prendere la lampada che stava di fianco al letto. Staccando la dalla corrente, uscii dalla stanza con la lampada in mano. Scesi le scale lentamente, tenendo la lampada davanti a me, cercando di non fare troppo rumore.

" che cosa stai facendo?" sentii una voce dietro di me, e subito mi girai. Quasi non gli tiravo la lampada in faccia.

" Carly?" sussurrai spaventata, sorpresa di vederla qui.

Mi guardava con gli occhi spalancati, una mano sul suo petto " Cristo dio Kelsey, mi hai quasi fatto fare un infarto" 

Mi misi una mano sulla bocca, cercando di non fare troppo rumore e cercando anche di riportare il mio respiro regolare " non é colpa mia. Sei tu quella che é venuta dietro di me senza avvisare" dissi.

Alzando gli occhi al cielo, sospiró, incrociando le braccia sul petto " Beh, scusami se mi sono preoccupata che tu non fossi da sola!" disse mentre vedevo la paura nei suoi occhi " e comunque, non sappiamo chi sia la fuori. Potrebbe essere un assassino per quanto ne so"

" ecco perchè ho questa" dissi mostrandole la lampada.

" certo, perchè tu sei convinta che questa sia un'arma potente" disse in modo sarcastico, mentre premeva le sue labbra insieme.

" é abbastanza per fare del male" osservai, cercando di farmi forza da sola " senti" mi bloccai " é il meglio che sono riuscita a trovare. Scusa se non ero pronta a questo" scrollai la testa prima di girarmi " i ragazzi non sono qui-"

" lo so" disse Carly con naturalezza.

Alzando un sopracciglio, stavo quasi per chiederle cosa voleva dire quando un altro colpo provenne dalla porta, catturando la mia attenzione.

Carly fece una smorfia, arrabbiata " ma che cazzo, se avessero voluto rompere la porta perchè nonl'hanno già fatto?" 

" Carly!" dissi, fulminandola con lo sguardo " voglio dire, se qualcuno vuole ucciderci, tu gli stai solo dando la possibilità. Parlano ad alta voce stai solo chiedendo a chiunque sia di ucciderti"

" cosa?" Carly mi guardó, occhi spalancati " mi dispiace ma tutto questo rumore mi sta facendo venire mal di testa"

" pesno che ora abbiamo un problema più grosso ora dhe il tuo stupido mal di testa" indicai la porta, pensando al maniaco che era fuori e che la stava quasi buttando giù.

Sospirando, mosse una mano in modo confuso " non importa" mormoró mettendosi una ciocca di capelli biondi detto l'orecchio " fai quello che devi fare"

" oh, grazie migliore amica" dissi rivolgendomi a Carly sarcasticamente, mostrandole la linguaccia " davvero maturo da parte tua" dissi prima di girarmi.

Respirando a fondo, mi mossi lentamente verso la porta, rimanendo comunque distante abbastanza.

Un'altro colpo provenne da fuori e quasi mi fece saltare per lo spavento. Strizzando gli occhi, feci un profondo sospiro " puoi faccela" dissi a me stessa " tu puoi-"

" apri questa cazzo di porta Bruce o giuro su dio che ti uccido con le mie stesse mani" disse urlando la persone fuori.

Completamente confusa, feci avvicinare Carly a me prima di darle la lampada per poter aprire la porta " Stephanie?" dissi confusa, vedendo che la persona davanti a me non era un serial killer ma davvero l'ultima ragazza che mi sarei aspettata di vedere " cosa ci fai qui in nome di dio? Mi hai quasi fatto prendere un attacco di cuore!"

" dove sta?" chiese, ignorandomi ed entrando in casa.

" tu sai che ore sono?" sputai, rivolgendomi a lei " non solo sono quasi le quattro del mattina, ma hai anche svegliato me e Carly solo per venire alla conclusione che Bruce non é qui!" alzai le braccia.

" beh, dove sta?" chiese di nuovo guardandomi come se fossi io la causa di tutto. Avrei tanto voluto buttarla fuori di casa a calci in quel momento.

" e io che cazzo ne so!" dissi battendo le mani sulle cosce " ecco un'idea" dissi sospirando " perché non lo chiami?"

Guardandomi con occhi spalancati, strinse le labbra " ovviamente, non sarei qui ora se fosse stato solo questione di chiamarlo vero?"

Sospirai, grattandomi il naso cercando di calmarmi " forse sta facendo qualcosa,Hai provato a chiamarlo ancora?"

" si Kelsey, ho provato almeno dieci volte e mi andava sempre in segreteria telefonica. Lui non risponde solo in occasioni particolari e tu, amica mia, sai bene di che occasioni sto parlando, quindi puoi capire perchè sto impazzendo, Ok?" si scrollò le spalle, come per togliersi un peso.

" aspetta, stai cercando di dirmi che sono fuori per lavoro ora?" Chiesi, mentre il mio stomaco si contorceva " no non è possibile. Voglio dire, Justin é appena uscito di prigione-"

" sono sicura che stanno bene" disse Carly cercando di rassicurare Stephanie, evitando il mio sguardo. Muovendo una mano sul braccio di Stephanie, Carly le sorrise " fidati di me"

Guardandola, capii che qualcosa in questa situazione non andava per il verso giusto, Carly sapeva qualcosa e io no. " Carly, c'é qualcosa che non mi stai dicendo?" chiesi guardandola.

" cosa vuoi dire?" mi chiese mentre evitava il mio sguardo dando a Stephanie un'altro rassicurante sorriso.

" voglio dire che tu sai che i ragazzi non erano in casa e che ogni volta che te lo domando tu cambi argomento" Incrociando le braccia al petto, la squadrai " che cosa stanno facendo Carly?"

" Kelsey" Carly cominciò " io non-"

" cosa sta succedendo qui?" udimmo un'altra voce introdussi nella nostra conversazione e, come mi aspettavo, entrarono Bruce e Justin con tutti gli altri al seguito.

Justin’s Point of View:

"vuoi dirmi che cazzo volevi fare?" Beuce mi guardò, distogliendo per due secondi lo sguardo dalla strada prima di riportarlo sul traffico. Era stressato e sapevo che dopo quello che avevo fatto lui aveva perso il controllo.

" che parte?" dissi ridendo, cercando di alleggerire l'umore all' interno della macchina.

" non é uno scherzo Justin" Sputò Bruce " ti avevo detto che stasera non ci sarebbero state armi e tu cosa fai? Fai esattamente l'opposto di quello che ti si dice!"

" credevi davvero che io avrei lasciato che mettesse le sue luride mani su di me senza che mi ribellassi? Non credo" dissi, scuotendo la testa.

" ti avevo solo chiesto di lasciare la tua fottuta pistola a casa, hai fatto esattamente il contrario" sembrava davvero contrariato, la sua mascella serrata.

" da quando io ascolto quello che dici tu? E comunque, é stato un bene che io l'avessi dopo quello che é successo con Cole"

"pensi ancora a quello?" Bruce si stava riferendo al mio incontro ravvicinato con Cole, mentre si fermava ad un semaforo rosso.

Stringendomi la nuca, sbadigliai " Sai quando mi hai mandato in missione per occuparmi del conto che era sospeso tra Johnson e Vick nel maggio 2008?" quanod Bruce annuì, continuai " Be', Cole, era stato mandato a fare la stessa cosa. Mi assicurai di arrivare prima e termini il lavoro perfettamente. Avevo fatto si dhe il bastardo cambiasse indirizzo così che arrivasse tardi. Andai da Vick, presi i soldi e me ne andai lasciando Cole a bocca asciutta" feci una smorfia, ricordando come se fosse stato ieri " era solo arrabbiato perché io ci ero riuscito e lui no"

Bruce cominciò di nuovo a guidare Nonappena il semaforo diventò verde " beh ora si possono spiegare i problemi tra di voi ma questo non giustifica il fatto che non mi hai dato retta" 

" ok papà, mi dispiace di averti disobbedito, non succederà più" sospirando,piegai la testa " meglio?"

Mi scoccò uno sguardo non rassicurante, così alzai le mani " senti, mi hai fatto incazzare, quindi ho preso la mia pistola. Non volevo usarla ma tu hai detto che se la situazione si fosse inclinata -parole tue non mie - saremo passati alle manienre forti, e così ho fatto" alzai le spalle " fai sembrare tutto come se li avessi uccisi, volevo solo assicurarmi che sapessero che noi non giochiamo" lo guardai " non me ne frega di quello che dice il bastardo, loro non sono qui solo per parlare, sono qui in cerca di guai"

" odio dirlo amico ma Justin ha ragione" disse Marcus, " vogliondire, di tutti i posti possibili, perchè proprio Stratford? Si, quello che Lyndon ha detto nel capannone era giusto. Le cose qui intorno stanno diventando tranquille, non c'è casino amp meno che non si provochi. Quello che voglio sapere é come mai sono venuti proprio qui senza mai esserci stati prima"

" hanno fatto delle ricerche. Cole mi conosce e loro conoscono noi. Siamo i migliori qui intorno e loro cercando di tirarci giù dal piedistallo. stanno cercando di farlo da mesi, posso garantirvelo. Tutto quello che ho fatto stasera é accendere il fuoco" sospirando, ridacchiai " ci serve del fuoco nella nostra vita ragazzi, e quello che fatto stanotte é accendere la miccia" 

Bruce ridacchiò, facendo una smorfia " la prigione sembra avere avuto rioercussioni su di te" guardandomi un'altra volta, Bruce svoltò finalmente in una strada che mi era famigliare.

Sospirando, girai la testa verso di lui.

Muovendosi, mi diede una pacca sulla spalla, confortandomi " Sto solo scherzando amico"

" non importa" poggiandomi contro lo schienale di pelle, mi passai le dita tra i capelli " É meglio metterli in guardia subito"

" e lo faremo, solo un passo alla volta. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora e che loro intralcino i nostri piani"

" cosa che non accadrà mai" risi " possono provare quanto vogliono, finiranno solo col morire" guardai fuori " siamo a casa? Sono davvero stanco per riuscire a pensare ora. Tutto quello che voglio é distendermi con la mia ragazza e riposarmi senza esumare a domani"

" ti capisco" disse John toccando lo schienale del mio sedile mentre si sporgeva in avanti " negli ultimi giorni ci sono stati solo che casini, tutto quello che voglio é riposarmi dimenticandmi di tutto"

" be', vedete ragazzi, riuscite ad essere due persone civili senza il bisogno di saltarvi addosso" disse Bruce guardando John attraverso lo specchietto e poi me di fianco a lui.

"cosa posso dire? Ne ho passate abbastanza in questi ultimi due giorni" Risi.

"cii é bastato per un anno" disse Marcus.

Guardandolo, stavo per dire qualcosa quando la macchina si fermò, le chiavi girarono nel cruscotto prima che Bruce le prendessi in mano.

" siamo a casa..." disse Bruce, muovendosi in avanti " e sembra che non siamo soli" Aprendo la portiera, uscì.

Alzando un sopracciglio, lo seguii uscendo dalla macchina, mentre ci dirigevamo verso la porta d'ingresso che era completamente spalancata.

" che sta succedendo qui?" Chiese mente i suoi occhi cadevano su Kelsey, Carly e una ragazza che non avevo mai visto prima.

E proprio quella ragazza si girò Nonappena Bruce cominciò a parlare, i suoi occhi scuri. Aveva i capelli lunghi marroni e un neo appena sotto il suo occhio destro " dove sei stato?"

" siamo solo usciti per mangiare qualcosa" le rispose muovendosi verso di lei " cosa ci fai qui?"

" mi sono preoccupata per te" disse mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio " sai, qualcuno non rispondeva al telefono dopo forse la decima volta che lo chiamavo" disse amaramente mentre muoveva il suo corpo piccolo verso Bruce.

" mi dispiacevi, ho dimenticato di accenderlo" Bruce tirò fuori il suo cellulare, accendendolo " sei contenta?" disse mostrando il segno di benvenuto sullo schermo del suo cellulare.

Incrociando le braccia, lo guardò " no, non lo sono. Che cazzo ci facevi in giro a mangiare così tardi?" Alzó un sopracciglio, spostando il suo peso da un piede all'alto.

" non riuscivamo a dormire e avevamo fame" Bruce avvolse un braccio attorno ai suoi fianchi, portandola piu vicino a lui " io sono capace a cucinare solo un paio di uova e avevamo davvero fame di qualcosa di appetitoso, quindi siamo usciti per andare in un posto che é aperto sette giorni su sette 24 ore su 24" 

Guardavo incuriosito rude che cercava di fare di tutto per far si che la sua ragazza non si arrabbiasse con lui. Era divertente. Chi avrebbe mai detto che Bruce si fosse innamorato? " tu devi essere Stephanie"

Guardando oltre la spalla di Bruce, i suoi occhi si fermarono su di me " si, e tu sei?"

Ridacchia, mettendomi le mani in tasca " Justin Bieber"

" oh, sei tu quello che é stato arrestato?"

" Stephanie" disse Bruce, stringendole i fianchi per mantenerla calma.

Feci una smorfia, mentre guardavo divertito come si scambiavano sguardi d'intesa.

" mi dispiace" disse " non volevo"

" ti scuso" dissi, evitando lo sguardo di Carly su di me.

" coglione" disse, guardandosi le unghie.

" e questo era per che cosa?" 

" niente" rispose velocememnte mentre John si muoveva verso di lei, avvolgendole la vita con un braccio " non era niente"

" esattamente quello che pensavo" Ridacchai, quando la mia attenzione cadde su quello che aveva in mano "Perchè hai in mano una lampada?"

" cosa?" confusa all'inizio, si rese velocemente conto di quello che teneva in mano " oh" disse, arrossendo mentre tutti la guardavamo " l'ha presa Kelsey perché pensava che ci fosse qualcuno di pericoloso fuori"

Aggrottando le sopracciglia, scossi la testa " siete davvero strane"

" hey, non é colpa nostra se Stephanie ha deciso di attaccare la nostra porta con tutta la rabbia possibile" si rivolse verso Stephanie " senza offesa"

Ridacchiò " non importa"

" va bene..." dissi, battendo le mani insieme " mi piacerebbe molto stare qui a chiacchierare con voi, sono esausto, ci vediamo domani" prendendo Justin per mano, cominciai a camminare verso le scale " e Stephanie?"

" si?"

" é stato finalmente un piacere conoscerti, prenditi cura di Bruce stanotte, é abbastanza stressato" feci l'occhiolino a Bruce.

Rise timidamente, mentre teneva stretto il braccio di Bruce " non preoccuaprti per lui, ho tutto sotto controllo"

" ne sono convinto" dissi ridendo mentre Bruce mi stava fulminando con lo sguardo.

Chiudendo la porta dietro di me quando finalmente io e Kesley fummo in camera, mi tirai via la maglia, pronto ad andare a letto quando vidi Kesley ferma esattamente dove era prima " cosa c'é?"

" dove sei stato stanotte?" pressó le sue labbra insieme.

" Bruce ve lo ha già detto, siamo usciti per mangiare-"

" no" scosse la testa " questo é quello che ha detto a Stephanie. Dimmi dove sei stato e non mentirmi, odio quando lo fai e sai che non ti lascerò stare fino a che non mi dirai la verità"

" non sto mentendo" mi avvicinai a lei " eravamo davvero affamati e siamo usciti. Non vedo dove sia il problema"

" il problema é che Stephanie pensava che voi foste fuori per lavoro e sinceramente non ne dubito"

" piccola" dissi, avvicinandomi a lei mentre il mio stomaco si contorceva " é assurdo. Come é possibile che noi fossimo fuori per lavoro a quell'ora?"

" non lo so, dimmelo tu" disse guardandomi, non volendo mollare. Era determinata a fermi dire la verità, e io ero a fare il contrario " non ti ha mai fermato l'ora tarda prima"

" sai, mi sto stancando del fatto che tu continui a dubitare di me" scossi la testa " devi fidarti di me. É così che le relazioni funzionano"

" si, ma l'ultima volta che ho controllato, non mi pare di aver trovato scritto che il partner deve mentire alla persona che dice di amare"

" perché tu pensi sempre che io ti stia mentendo?" dissi esasperato.

" perché lo hai già fatto prima"

" sei seria?" dissi, gettando le mie braccia in aria " devi andare avanti e dimenticarti del passato cazzo. Non sei stata tu a dirmi che dovevamo andare avanti nonostante tutto quello che era successo?" quando vidi che non diceva niente, continuai " dovremo perdonare, dimenticare e andare avanti no? quindi perchè non segui il tuo stesso consiglio?"

" non lo so Justin" disse pensando " Forse perché non voglio che tu ne esca morto? O che tu te ne vada ancora? Sei appena uscito di prigione, vuoi davvero rischiare di essere preso ancora?"

" non succederà!"

" quindi ammetti che eri fuori per lavoro stanotte?"

" no! Io..tu...oddio!!" Diedi un lungo in aria prima di tornare a guardarla " Smettila di fare questi giochini con me Kesley!"

" non li sto facendo!"

" invece si!" vedendo che ero davvero vicino al suo viso, ed ero arrabbiato, feci un passo indietro. Chiudendo gli occhi, mi rilassai " scusa, non volevo urlare contro di te....io" mi fermai respirando a fondo " voglio solo che ti fidi di me"

" Io mi fido di te, non é quello. É che io mi preoccupo per te"

" non dovresti preoccuaprti di niente. Non ho più 18 anni Kesley, non sono lo stesso ragazzo di tre anni fa. Hai ragione, molto può cambiare in tre anni, ma non sei cambiata solo tu, anche io sono cambiato. Ho imparato dai miei errori e mi sono ripromesso che non avrei piu permesso a qualcuno di farti del male, ok?"

Mordendosi il labbro, Kesley pensò a quello che avevo detto e dopo secondi, che a me persero ore, mi rispose " Ok" sussurrò " ti credo"

Lasciando uscire un sospiro che non pensavo neanche stessi trattenendo, la abbracciai, baciandole la testa " 
Odio quando litighiamo" dissi, il mio corpo si rilassò sotto il suo tocco.

" anche io" mormorò contro il mio petto.

Accarezzandole delicatamente la schiena, mi staccai, dandole un soffice bacio sulle labbra " forza, andiamo a letto, che ne pensi?"

Annuendo, prese la mia mano nella sua, incamminandosi verso il letto. Alzando il lenzuolo, lei scivolò sotto le coperte prima di me, aspettando che mi mettessi a fianco. Coprendoci, Kelsey si sistemó tra le mie braccia, le nostre gambe legate mentre la mia destra era sopra di lei, le mie braccia strette attorno al suo corpo mentre affondava il viso sul mio petto.

Togliendole i capelli dal viso, la guardai, il suo naso su di me mi fece ridere. Baciandole la punta del naso, la guardai in completa adorazione mentre sorrideva, la sua faccia nell'incavo del mio collo " ti amo" sussurrai.

" ti amo anche io" risposi, mentre mi baciava il petto. Sospirò contenta e non potei fare a meno di sentirmi colpevole.

La guardai mentre lentamente si addormentava, il suo petto si alzava e si abbassava in maniera naturale.

Lei era tutto quello che speravo di trovare ed era tutto per me, e nonostante tutto trovavo sempre il modo di ferirla anche se non volevo.

Più la guardavo, più capivo perchè volevo lasciarla fuori da tutto questo. Era meglio che lei non sapesse niente. Era più sicuro per lei. Meno sapeva meglio era. Speravo solo che la sfortuna non tornasse per portarmi via da lei, di nuovo.

Danger's back - italianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora