JUSTIN'S POINT OF VIEW:
Dire che ero arrabbiato era poco. Ero completamene incazzato che avevo una mezza idea di tornare dal figlio di puttana a infilargli una pallottola nel petto.
Ma cercai di calmarmi mentre tornavamo a casa, prima di fare qualcosa di cui mi sarei pentito. Dato che gli ho parlato, sono un po’ più tranquillo che lo stronzo ci pensi due volte prima di tornare vicino alla mia ragazza.
Quando sentì la porta della macchina chiudersi, sapevo che potevo dire ciò che volevo. ‘Se ti vedo ancora vicino a lei—“
‘Seriamente amico, non stavo facendo nulla.’ Disse alzando le mani. ‘cercavo solo di sistemare. Ecco tutto.’
Lo guardai. ‘Puoi giustificarti quanto vuoi. La tocchi e sei un bersaglio per la mia pistola.’
Tanner mi guardò incredulo.
‘Il fatto che tu sai cose di lei che non dovresti sapere, aggiunge cose al fatto che non mi piaci. Se fossi intelligente, chiuderesti quella bocca e te ne andresti prima che ti faccia male.’ Dissi ad un centimetro da lui. ‘Capito? Perché non torni nel Colorado? Non sei il benvenuto a Stratford.’
‘Come diavolo fai a sapere che sono del Colorado?’ Chiese incredulo.
Un sorriso spuntò sulle mie labbra. ‘So tutto di tutti qui. E’ la mia città se non te ne sei accorto. Se passassi una notte sotto il ponte del fiume Southside, lo saprei. Se Bobby si fa con Leanna, lo saprei perché mi arriva tutto, capito?’ Avvicinandomi ancora di più lo fissai. ‘Se hai ancora le palle di tornare vicino a Kelsey, lo saprei e saranno pochissimi i secondi che avrai perché poi ti trovo.’
‘Non mi conosci nemmeno.’ Disse irritato.
‘Ma tu mi conosci e sai di cosa sono capace. Se pensi per un solo secondo che non ti faccio il culo, stai bene attento bambino.’
‘va bè.’ Disse mettendosi le mani nei Jeans.
‘Bene, ora che so che ci siamo capiti…’ Mi girai per andarmene, ma subito mi voltai, lo presi per la spalla e gli tirai una ginocchiata nel petto.
Piegandosi dal dolore, gemette.
Abbassandomi, lo guardai. Sorrisi. ‘Prendilo come primo avvertimento, Evans. Se ti vedo ad un centimetro dalla sua direzione..’ Dissi scuotendo la testa. ‘Meglio che non finisco la frase perché sono sicuro che tu puoi immaginare cosa succederà.’ Dandogli una pacca sulla spalla, andai verso la macchina.
Girandomi per guardare Kelsey, la vidi stringersi le gambe , sapevo che era ferita. Abbassandomi, le spostai i capelli. “Stai bene?”mormorai.
Spostandosi dal mio tocco, non mi guardò. “Sto bene.” Rispose secca
Sogghignando, presi l’ultimo tiro dalla sigaretta e la buttai dalla finestra lasciando uscire il fumo. “Non essere arrabbiata.”
“Arrabbiata?” Mi guardò per la prima volta da quando iniziai a guidare. “Oh, non sono arrabbiata Justin. Sono..non lo so nemmeno io. Delusa forse? Mi hai completamente messa in imbarazzo, e non dimentichiamo di dire che hai esagerato per una cosa da niente. “
“Da niente? Aveva le mani addosso a te e se non sbaglio, stavi cercando di togliertelo di torno.”
“No.” Disse Kelsey. “Cercavo solo di dirgli che doveva lasciarmi andare. Non volevo litigare con lui, si stava solo scusando.”
“Scusando?” Disse ridendo. “Per cosa?”
“Per avermi spaventata l’altra volta che mi parlò.” Disse. “Sembrava innocente.”
“Nessun ragazzo va da una ragazza a presentarsi sapendo già informazioni tipo come si chiama o con chi è fidanzata.”Scossi la testa. “Non ha senso.”
“Beh prima che tu venissi, mi ha detto che—“
“Aspetta.” La fermai. “Il bastardo ti aveva già parlato prima della volta in cui vi ho visti?”
Esitando, Kelsey sospirò, sapendo che non poteva mentire. Non doveva mentirmi. “Si.” Sussurrò.
“Cosa ti ha detto?” Sibilai tra i denti.
Kelsey ci pensò prima di rispondere. “Non essere arrabbiato.” Disse
Respirando, strinsi le mani al volante. “Non lo sono.”
Guardandomi disperata, mi prese la mano. “Per favore.”
“Dimmi.” Dissi grattandomi la testa.
Tornò a guardare di fronte a lei. “Mi ha detto che i suoi amici gli hanno chiesto di venire da me. Vivono qui da sempre e sanno chi siamo. Tanner ha chiesto chi ero e loro gli hanno detto che ero la tua ragazza. L’hanno sfidato per venire da me ed ecco tutto. Ecco perché sapeva chi ero. Se non fosse stato per i suoi amici, Tanner non avrebbe avuto idea.”
“Stronzate” Scossi la testa. “Non mi fido di lui e nemmeno tu dovresti. Se pensi che ero andato li per fare problemi ti sbagli, ma ho sentito la puzza delle sue bugie. Ecco tutto.”
“Justin.—“
“No.” Dissi fermandola ancora. “So cosa hai detto per difendere quell’idiota e non voglio più sentirlo. Non voglio che gli parli fine. Capito?” Guardandola aspettai la risposta.
“Va bene.” Disse dopo un po’ di silenzio.
“Bene.” Le diedi una pacca sul ginocchio per poi parcheggiare la macchina. “Perché siamo a casa e non mi va più di parlare di questa cosa.” Togliendo le chiavi notai la furia in cui si tolse la cintura.
“Ovvio che non ti va più.” Disse scuotendo la testa.
“Cosa intendi dire?” Ruggì confuso.
“Niente.” Disse uscendo dalla macchina e sbattendo la portiera.
Strinsi i denti e uscì dalla macchina. “Cosa cazzo ti ho detto riguardo allo sbattere la portiera?”
“Oh, boo-hoo, farai un dramma pure per questo?” Rispose lanciando le mani in aria.
“Che cazzo ti prende?!” Urlai.
“Odio tutto questo!” Urlò. “Deve essere sempre come vuoi tu! Non facciamo in tempo a dire una cosa che tu non sei d’accordo! Non dico che voglio parlare a Tanner ma è ridicolo il fatto che non posso parlare con un ragazzo senza che tu perdi la tua fottuta testa!”
“Perdere la testa? Tesoro se pensi che io avessi perso la testa, il ragazzino starebbe a terra nella sua pozza di sangue! L’ho solo avvertito di starti lontano. Non mi piace e tu sei troppo ingenua pe pensare che è tutto arcobaleni e aurore che non pensi che ti potrebbe ferire!”
“Oh, Smettila! L’ho sentito troppe volte! “ disse incrociando le braccia. “Vuoi il meglio per me, vuoi che sia al sicuro ma alla fine non tutto è un fottuto pericolo per me. Solo perché hai un mondo pieno di nemici, non mi rende sempre l’obbiettivo.
Spalancai gli occhi, incredulo. “Che cazzo ti sei fumata?!” Dissi guardandola. “Sarai sempre un cazzo di obbiettivo per tutti quelli che incrociano il mio percorso!”
Mentre lei mi fissava, continuai. “Pensavi pure che Andrew non fosse un pericolo per te quando hai deciso di entrare nella sua fottuta macchina nel ristorante, ma poi ti ha fottuta e ti ha portata da Luke. Non tutti sono tuoi amici Kelsey e non tutti vogliono esserlo. Apri gli occhi e guarda il mondo attorno a te. Nessuno ha buone intenzioni per te oltre a noi, le persone che ti amano. Potresti voler credere che c’è un po’ di Bene, ma non c’è. Questo mondo va a puttane, proprio come le persone che ci vivono.”
Spostando lo sguardò, Kelsey cercò di calmarsi. “Non posso continuare a vivere la mia vita avendo paura della prima persona che mi parla e pensare che sia qualcuno che vuole ucciderti. Non è salutare per me e non è salutare che tu ti agiti per la mia sicurezza ogni secondo. Devi preoccuparti di altre cose, come ad esempio riprenderti.”
“La mia priorità sei tu e devo essere sicuro che tu stia bene. Non me ne fotte un cazzo di me stesso se non l’hai ancora capito.”
“Ma a me importa di te e l’ultima cosa che voglio è che tu ricada.”
“Non succederà.. se tu mi ascolti e consideri ciò che ti ho detto.” Mormorai.
“Sono stanca di litigare.” Sussurrò mentre i suoi occhi pieni di tristezza incontravano i miei, e questa fu la prima volta che notai, da quando eravamo tornati, le borse sotto i suoi occhi e la stanchezza nel suo corpo.
“Allora smettila di darmi ragioni per litigare con te.” Dissi. “Perché anche io sono stanco di litigare.” Andai verso di lei, assicurandomi che mi lasciasse avvicinare. La accarezzai. “Ti amo. Lo sai..”
“Certo.” Mormorò.
“E sai che voglio il meglio per te.”
Annuendo, Kelsey chiuse gli occhi sotto al mio tocco.
Unendo la mia fronte alla sua, sospirai. “Ne parleremo dopo, andiamo.” Abbassandomi, la presi in braccio e la alzai. Entrando in casa i ragazzi mi guardarono. Scuotendo la testa per non fargli dire nulla, andai al piano di sopra e spalancai la porta della camera, senza fare rumore. Poggiando Kelsey sul letto, la coprì dopo averle tolto le scarpe e le diedi un bacio sul naso. Mentre stavo per andare via, mi prese il braccio, fermandomi.
“Non andare.” Sussurrò.
Leccandomi le labbra la guardai. “Hai bisogno di riposo.” Dissi guardandola
“No.” Kelsey scosse la testa. “Ho bisogno di te.” Disse
“Kelsey..” sussurrai. “Dormi.” Dissi spostandomi.
Il silenzio ci inghiottì. “Ho bisogno del tuo amore.” Disse
“Lo hai già.” Dissi, sentendo un dolore a vederla così stanca.
Scosse la testa. “Ho bisogno che me lo dimostri.”
La fissai per capire se era in sé. Mi morsi l’interno della guancia. “Kelsey..”
“Per favore.” Sussurrò, stringendomi il braccio. “Ne ho bisogno.”
Guardandola, vidi la disperazione, cercava la rassicurazione che tutto sarebbe andato bene. Senza perdere tempo, le mie labbra si unirono alle sue, in un dolce bacio.
Gemendo, contro le mie labbra, sentì l’elettricità passare tra di noi, Kelsey mi tenne la testa, rendendo il bacio più profondo.
Togliendomi le scarpe, tolsi le coperte dal suo corpo, e mi misi tra le sue gambe, continuando a baciarla.
Gemendo, passai al suo collo e cominciai a succhiare la sua pelle, facendo attenzione a non marcarla.
Mettendo le mani sotto la sua maglietta, la alzai piano piano, baciando ogni centimetro della sua pelle, baciandole il seno per poi lanciare via la sua maglietta.
Guardandola, la baciai dal collo fino al lobo dell’orecchio.
Mi spostai, tirando via la mia maglietta. Con gli occhi sempre puntati nei miei, Kelsey si alzò, disegnando la forma del mio torso per poi baciarmelo e leccarmelo.
Premetti le labbra alle sue e la feci ri-sdraiare. Portai le mani sui suoi Jeans. Facendomi capire che voleva toglierli, li slacciai togliendoli dalla sua gamba sinistra, le baciai i fianchi, e risalì fino alle sue labbra.
“Smettila di perdere tempo.” Disse senza fiato “Ti prego.”
“Ogni tuo desiderio è un comando amore.” Slacciandomi la cintura, la tolsi per poi togliermi i Jeans. Intrecciai le dita alle sue e portai le sue mani sopra la sua testa. “Pronta?”
Annuendo, Kelsey si morse il labbro e chiuse gli occhi per rilassarsi.
“Guardami.” Dissi strofinando il naso sul suo.
Aprendo gli occhi, mi guardò. Entrai lentamente, in modo tale da farmi sentire centimetro per centimetro, una sensazione che nessuna ragazza avrebbe rifiutato.
Gemette, sussurrando il mio nome. “Oh Dio..” Gemette ancora mentre entravo completamente in lei.
Premendo le labbra alle sue, succhiai il suo labbro inferiore per poi infilare la lingua nella sua bocca.
Infilando le unghie nella mia mano, gemetti per poi sentire la sua lingua giocare con la mia.
Spostandomi, la guardai. “Ti amo.”
“Ti amo anche io.” Mi guardò.
Lasciandole le mani, presi i suoi fianchi tra le mani andando più veloce, ma non così veloce per farla impazzire.
Passò una mano tra i miei capelli e li tirò alle punte, i suoi fianchi si alzavano per incontrare i miei. “Justin.” Disse tirando la testa indietro.
Abbassando la testa, succhiai uno dei suoi punti migliori.
Portando le gambe attorno alla mia vita, Kelsey mi avvicinò ancora di più sempre baciandomi.
Le sue unghie erano conficcate nella mia schiena. “Justin..” Sussurrò sospirando
Sapendo che era quasi al culmine, le diedi un bacio e andai ancora più veloce. Dopo alcune spinte, si contorse sotto di me, il suo corpo divenne rigido per poi rilassarsi, il mio corpo cadde accanto al suo.
Premendo la fronte contro la sua spalla, le strinsi i fianchi. Kelsey mi passò una mano tra i capelli.
Dopo un po’ di silenzio, mi rilassai. “Mi dispiace.” Sussurrai
Solcando le sopracciglia, le sue dita smisero di accarezzarmi i capelli. “Per cosa?”
“Per essere così protettivo..” Mormorai. “So di aver oltrepassato il limite oggi ed è colpa mia. Non hai fatto nulla di sbagliato oggi.. avevi ogni ragione per essere arrabbiata con me.”
“Non ero arrabbiata, ero frustrata. So che ti preoccupi per me ma ero con Carly e avevi ragione. Sapevo che eri li e che non mi avrebbe ferita.”
“E se non fossi stato lì?” La guardai.
“L’avrei preso a calci.” Disse “Ho imparato alcune mosse qui grazie a Bruce. Mi ha detto che era meglio se mentre eri via imparavo alcune tecniche di difesa personale.”
Accoccolandomi a lei, la strinsi.
“Ti preoccupi troppo.” Sussurrò. “E non è salutare per te. Ti sovraccarichi di cose fino al punto di perdere il controllo.”
“Non posso farci niente.”
“Ma puoi controllarlo. So che è difficile.. So che sei in un posto dove non sai cosa succede ma ecco perché hai me, noi, i ragazzi. Siamo qui per farti tornare in piedi.”
“Te l’ho già detto.. l’unica persona che può aiutarmi sei tu.”
“Allora lasciami aiutarti. Fammi prendere cura di te e smettila di irritarmi.” Disse guardandomi.
“Non puoi aggiustare ciò che è già stato rotto..” Mormorai.
Kelsey mi accarezzò la guancia. “Non sei rotto Justin.. sei perso. Potresti non riuscire ad aggiustare tutto lo sbagliato che c’è ma devi essere sicuro che non capiterà mai più.” Premette le labbra sulla mia fronte. “Sei in un buon posto ora, sei circondato da persone che ti amano. Smettila di preoccuparti delle cose passate, è finita e io sono qui per aiutarti a guardare il futuro.”
“Sono stato fottuto così tante volte.. sai che non farei mai nulla intenzionalmente ma non posso farci niente se la vocina nella mia testa non mi aiuta.” Confessai.
“Sai che non farei nulla per ferirti proprio come tu non faresti niente per ferire me.” Disse mordendosi il labbro. “Non sono Jen, Justin.” Mi disse.
La guardai. “Ovvio che non lo sei.”
“Lo sai? Lo sai davvero?” Sussurrò tristemente.
Stando in silenzio, spostai lo sguardo, non sapendo cosa dire.
“Esatto. Come pensavo.” Sussurrò. “Non ti ferirò come ha fatto lei. Non ho intenzioni di stare con nessun’altro. Devi capire che solo perché Jen ti ha fottuto, non vuol dire che lo farò anche io.”
Stringendomi a lei, appoggiai la testa sul suo petto. “Lo so.” Mormorai
“Ti ha ferito più di chiunque altro in vita tua.. lo so, ma devi superarlo. Non puoi pensare al passato ogni volta che qualcosa di brutto accade..”
Non sapendo cosa dire, perché aveva centrato il punto, la guardai. “Non voglio che ti portino via da me.” Mormorai ansioso.
Accarezzandomi i capelli, mi guardò. “Non voglio nessun’altro.” Mormorò. “voglio te.”
Guardandola, la baciai. Spostandole i capelli le accarezzai il viso. “Sei esausta.” Mormorai. Mi spostai e lei appoggiò la testa sul mio petto.
“Mi rendi felice.” Disse, subito dopo si addormentò.
La porta si aprì e una testa spuntò. “State bene? “ Sussurrò esitando prima di entrare del tutto.
“Si, ho messo Kelsey a letto.” Sussurrai.
John la guardò e si accorse che dormiva. “E’ stanca vero?”
“Non ne hai nemmeno idea.”
“Non la biasimo. Ha dovuto superare molto in questi giorni..” Si leccò le labbra. “I ragazzi volevano fare un incontro e data la cosa che è successa l’ultima volta, mi hanno mandato a chiamarti.”
Guardai Kelsey. “Si, arrivo subito. Dammi un minuto per vestirmi.”
Annuendo, John andò. “Torno subito amore.” Mormorai a Kelsey.
Gemendo come risposta, si strinse al cuscino.
Mi alzai dal letto e mi vestì.
“Di cosa volevate parlare?” Chiesi sedendomi sul divano accanto a Marcus.
“Nuovi rumors. Gli Snipers hanno lasciato la città la scorsa notte. Vinny li ha visti andare via, probabilmente verso gli Stati uniti.” Disse Bruce sedendosi soddisfatto.
“Hanno capito finalmente eh?” Scossi la testa. “Che peccato che se ne siano andati. Volevo fargli qualcosa.” Dissi arrabbiato pensando alle stronzate che avevano fatto.
“Credete davvero che se ne siano andati?” Marco chiese.
“Che intendi dire?” Lo guardai appoggiando i gomiti sulle gambe.
“Sembra troppo stupido. Li avvertiamo e vanno via senza fare nulla. Non ha senso.”
“Magari sono stanchi di provare e hanno capito che non riuscirebbero a sopravvivere qui.” Disse Marcus. “Oppure sono troppo sfigati per batterci.”
Bruce scosse la testa. “No, è qualcos’altro. Una gang come la loro non va via senza un combattimento.” Leccandosi le labbra, si sedette meglio. “Dovranno fare altri affari prima di tornare qui.”
“Perché non l’hanno fatto prima di venire a Stratford?
“Per ingannarci, penseremo che stanno andando via, invece vanno a nascondersi, fanno altri affari mentre pensano a come risolvere con noi.”
“Cosa state cercando di dire?” Chiesi muovendomi.
“Stanno organizzando qualcosa.. qualcosa di grande e ci colpiranno quando meno ce lo aspettiamo.” Disse Bruce guardandoci. “Ciò vuol dire che terremo tutto sotto controllo.”
“E le ragazze?” Chiese John.
“Nascoste.” Disse. “Non possiamo farle finire in questa guerra.”
“E se lo sono già?” mormorai.
Un silenzio ci avvolse. “Uccideremo ogni bastardo che ci incrocia.”
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Danger's back - italiano
FanfictionSono passati 3 anni e Danger è tornato alla sua vecchia vita ed è più pericoloso di sempre. Tradimento. Potere. Morte. Amore. E' il seguito di danger e vi ricordo ancora che l'autrice non sono io, ma io ho solo tradotto ;)