Kelsey’s Point of View:
Grugnii muovendomi di lato, il sonno che avevo lentamente se ne stava andando mentre la luce mattutina entrava nella stanza attraverso la finestra, brillano di sul viso. Sbadigliando, mi strofinai gli occhi prima di stiracchierei, le mie braccia lungo le lenzuola.
Aprendo per bene li occhi, guardai alla mia destra e vidi che c'era uno spazio vuoto, Justin non era li. Tirandomi su a sedere immediatamente, sentii il mio cuore accelerare, il mio stomaco contorcersi.
Nonappena aprii la bocca per chiamarlo, la porta del bagno si aprì, spalancandosi prima che Justin uscisse con addosso soltanto un'ascigamano legata ai fianchi.
Scuotendo la testa alcune gocciline di acqua caddero, si passó una mano tra i capelli per tirarli su e poi poggiò il suo sguardo su di me, seduta sul letto. Una scia di serenità gli illuminò gli occhi e mi rilassai sotto il suo sguardo " sei sveglia" disse, un debole sorriso gli apparve in viso.
Annuii, non sapendo cosa dire dato che la mia gola era secca. Leccandomi le labbra, sospirai, cercando di ricompormi prima che lui notasse che mi ero agitata quando non lo avevo visto vicino a me.
Ma lui mi conosceva meglio di quanto io conoscessi me stessa e quasi subito, capì il mio stato di malessere. Aggrottando le sopracciglia, il suo viso si fece serio " stai bene?" mormorò, camminando verso di me nonostante indossasse solo un'asciugamano.
Mi ritrovai a non dire niente mentre lo guardavo muoversi attraverso la camera, i suoi piedi sbattere contro il pavimento di legno duro " si" risposi veloce, evitando i suoi occhi. Mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, incrociai le mie gambe sul letto.
" perché mi menti?" mormorò calmo. Potevo capire dal modo in cui me lo aveva domandato che stava cercando di contenere la sua irritazione verso di me.
" io-io non ti sto mentendo, é solo che...." scossi la testa, fermandomi. Sapevo che era meglio tirarmi fuori da tutto questo. Per quanto potessi costruire un muro attorno a me, non era così facile mantenerlo quando lui era con me. Aveva il potere di tirarlo giù " non sapevo dove fossi e sono entrata nel panico..." dissi, alquanto imbarazzata.
" non hai sentito assolutamente niente di quello che ti ho detto ieri notte?" mi chiese incredulo, non potendo credere alle sue orecchie. " ero serio quando ho detto che non ti avrei lasciato di nuovo, ok? Te l'ho promesso ieri sera e manterrò questa promessa" anche se cercava di stare calmo, la sua voce era un po' piu alta di quanto mi aspettassi.
Pressando le mie labbra insieme, strinsi la maglietta che avevo addosso al mio petto, il mio stomaco fece un balzo e provai una sensazione strana, qualcosa che non avevo mai provato " mi dispiace" mormorai, non volendo litigare su una cosa così stupida.
I suoi occhi rimasero su di me, non cambiando mai direzione, il suo sguardo intenso, stava praticamente scavando buche sulla mia testa " cazzo" sputò Justin respirando velocemente, sfregandosi il collo per la frustrazione. Assicurandosi che l'asciugamano fosse ben salda sui suoi fianchi, camminò attorno al letto prima di inginocchiarsi davanti a me. Avvicinandosi, fece scorrere una mano sulla mia spalla, togliendo i capelli " guardami" sospirò, il suo pollice sulla mia guancia.
Non volendo litigare o discutere, girai il mio corpo nella direzione di Justin, le mie gambe legate l'ina all'altra.
Prendendomi le caviglie, Justin mi aprì le gambe prima di portarle in avanti cosicché fossero poggiate lungo i suoi fianchi. Prendendomi le cosce, Justin mi guardò negli occhi, solenne " non volevo essere maleducato. Sono...é frustrante sapere che ancora non mi credi" accarezzandomi la pelle con il pollice, fece un profondo sospiro " sono tornato e non vado da nessuna parte. Ho fatto uno sbaglio ma volta, non c'è modo che io lo rifaccia ancora" i suoi occhi si peerdevano nei miei " mi hai capito?"
Ero senza parole. Non sapendo cosa dire, lasciai che le sue ultime parole mi entrassero in testa " ho fatto uno sbaglio una volta, non c'è modo che io lo rifaccia ancora" sospirando leggermente, mi sporsi in avanti fino a far incontrare le nostre bocche, rispondendo a quello che mi aveva detto.
Approfondendo il bacio per alcuni secondi, Justin si staccò prima che tutto si trasformasse in qualcosa di più di un semplice bacio. " vai a darti una rinfrescata. Io sono di sotto ok?"
" ok" sussurrai e gli diedi un altro bacio. Justin si alzò e mi guardò mentre mi avviavo verso il bagno, chiudendo la porta dietro di me prima di entrare nella doccia e rilassarmi sotto il getto di acqua calda.
****
Indossando un paio di jeans e una maglietta larga in flanella, mi infilai in paio di scarpe prima di scendere le scale ed entrare in cucina. Era diventata un'abitudine per me da quando Justin era stato rilasciato. Ero rimasta molto a casa sua sperando che tornasse ed ora ci sarei rimasta ancora dato che praticamente non entravo più nell'appartamento che avevo con Carly.
Quando ho compiuto 19 anni e ho cominciato il college, ho cominciato a litigare con i miei genitori in modo constante mentre loro mi umiliavano, mi rimproveravano del fatto che Justin era una brutta persona e non potendo più sopportarli ho deciso che sarebbe stato meglio andarmene via.
Non chiedetemi come ho fatto. Non lo so ancora ma nonostante tutto, ero libera dalle loro parole e dalle loro umiliazione e vivevo finalmente la vita che volevo vivere.
Ovviamente mi sono tenuta in contatto con loro, li andavo a trovare quasi ogni giorno quando ne avevo la possibilità, soprattutto per Dennis, che aveva visto così tanto in quell'anno in cui avevo incontrato Justin che ero obbligata ad assicurarmi che lui stesse bene.
" buongiorno Kelsey, vuoi delle uova?" Bruce mi salutò con il suo solito sorriso, il quale era diventato sempre più gentile nei miei confronti dopo gli ultimi tre anni. É diventai come un padre nella casa da quando Justin se n'era andato.
Se non eri al corrente della sua vita e lo guardavi da come si comportava ora, non si sarebbe mai capito che era un criminale.
" sarebbe fantastico Bruce, grazie" sorrisi anche il, aprendo il frigo e prendendomi una bottiglia di acqua. Sedendomi sul mio solito sgabello sul bancone, sorrisi anche a Marcus e Marco " ehy ragazzi"
" come va Kelsey?" Marco annuì verso di me, senza neanche guardarmi e senza tirare su i suoi occhi dal cellulare, le sue dita scrivevano velocemente sullo schermo dell'iPhone, stava sicuramente mandando un messaggio a qualcuno.
Feci una smorfia, sapendo già di chi si trattava. Scuotendo la testa, bevvi un sorso di acqua, evitando gli occhi curiosi di Justin che erano fissi su di me dal momento in cui ero entrata in cucina.
" hai dormito bene Kelsey?" chiese Marcus, il suo corpo appoggiato alla sedia mentre mi osservava facendomi arrossire terribilmente.
" smettila" mormorai, mentre lo guardavo. Sul mio viso si dipinse un sorriso timido sapendo che mi stava stuzzicando.
Justin gli diede uno schiaffo sulla nuca facendolo muovere sulla sedia, un sospiro gli uscì dalle labbra. " ma che cazzo?" mormorò, massaggiando il punto dove Justin lo aveva colpito.
" non parlarle così: cosa facciamo noi non sono affari tuoi" disse, guardando Marcus prima di girarsi verso Bruce.
" dio amico, stavo solo scherzando..." disse, scusandosi e scuotendo la testa.
Ridacchia, coprendo la mia bocca con le mani per non ridere troppo rumorosamente " va tutto bene Marcus"
" grazie" Marcus scosse la testa " magari per te é imbarazzante parlare di queste sitazioni-senza offesa- ma Justin diventa subito furioso da quando ha lasciato la prigione"
"sta zitto o giuro che ti ritrovi senza denti Marcus" disse Justin minacciandolo, la menzione della cella in prigione gli dava fastidio.
Marcus alzò le mani in segno di resa, non volendo far incazzare Justin ancora di più, non sarebbe stato salutare per lui.
" da quando cucini?" chiese Justin a Bruce mentre muoveva la spatola dentro ad una padella, le sue sopracciglia aggrottate, mentre lasciava da parte la sua questione con Marcus.
Bruce sospirò " da quando Kelsey ci ha obbligato-o meglio mi ha obbligato- ad imparare" disse, mentre muoveva la padella e prendeva l'olio e le uova.
Justin mi rivolse uno sguardo e mi strinsi nelle spalle " non potevo permettere che mangiassero sempre cibo spazzatura. Non é salutare per voi e io so che non sono la migliore cuoca ma grazie a Rachele Ray, ho imparato a cucinare un paio di decenti uova strapazzate" Risi in modo genuino e vero per la prima volta da quando Justin era tornato, una sensazione di calore mi invase il corpo, " comunque prego" dissi, rivolgendo un sorriso a trentadue denti a Marco che fino ad ora era l'unico che non mi aveva minimamente calcolato.
" le tue dita cadranno se continui a scrivere come stai facendo" dissi finalmente facendo alzare il viso di Marco e facendo in modo che togliesse gli occhi dal telefono per rivolgerli a me.
" me ne farò una ragione"
Risi, scuotendo la testa " e poi siamo io e Justin quello sdolcinati" scuotendo ancora la testa, lo indicai " ipocrita" dissi prendendolo in giro, mentre Bruce e Marcus ridevano.
Justin non rise al mio scherzo. Qualcos'altro aveva catturato la sua attenzione " cosa stai indossando?" mi chiese, mentre nella sua vice e nei suoi occhi c'era una confusione evidente. Mi guardava dall'altra parte del bancone.
Distogliendo lo sguardo da Marco, alzai un sopracciglio, guardandomi prima di riportare lo sguardo su Justin" eh,...dei vestiti?"
Justin fece roteare gli occhi, scuotendo la testa " so che sono vestiti Kelsey. Non sono stupido fino a quel punto. É solo che, non sono gli stessi vestiti che avevi ieri" disse, grattandosi la testa cercando di capire dove li avessi presi.
Realizzai subito cosa intendeva e sussultando, risposi " ho un paio di vestiti qui" mormorai, una tensione imbarazzante tra di noi. Chiaramente Justin non sapeva niente di quello che era successo negli ultimi tre anni, almeno sapevo solo quello che gli avevo detto.
" é rimasta qui per un paio di notte tutte le settimane mentre tu non c'eri" disse Bruce, rompendo il silenzio che ci aveva avvolto. Non mi ero nemmeno accorta che aveva finito di cucinare.
Muovendomi sulla sedia, giocai con le mie dita, aspettando il momento in cui Justin aprisse la bocca per parlare. Tutto stava andando benissimo, stavamo finalmente bene insieme come stavamo una volta, come se niente fosse cambiato e d'un tratto, tutto cade, tutto torna esattamente come era all'inizio.
E per far andare meglio le cose, John entrò in cucina, e la tensione tra noi crebbe senza che io sapessi il perché.
Annuì verso di noi, prendendo una bottiglia di acqua dal frigo esattamente come avevo fatto io " buongiorno" la sua voce era dura e capii, cosa che non avrei mai e poi mai detto, che John era arrabbiato.
" giorno" mormorai, i ragazzi lo salutarono battendo le mani, cercando di alleggerire l'umore e affrontare la giornata come se niente fosse successo.
Justin mantenne il suo sguardo fisso, non si mosse neanche per salutare John. La sua mascella era serrata e sapevo che qualcosa stava succedendo perché era tutto tranne che felice di vederlo.
John si sedette vicino a me, abbracciandomi " Carly mi ha chiamato e mi ha detto cpdi dirti che le lezioni iniziano tra mezz'ora"
I miei occhi si spalancarono " merda" mormorai " me ne ero completamente dimenticata" alzandomi, spostai la sedia, finendo l'acqua prima di gettare via la bottiglietta.
" lezioni?" Justin mi guardò " cosa vuol dire che hai lezione? Non hai finito la scuola?"
Scossi la testa " ho finito la scuola superiore si, ma sto andando al college" risposi.
Aprì la bocca per dire qualcosa quando John lo precedette.
" forse se ci fossi stato negli ultimi tre anni sapresti queste cose" sputò John in maniera oiù rumorosa di quanto me lo aspettassi.
I miei occhi spalancati, le parole di John mi colpirono sapendo che non facevano male solo a me, ma anche a Justin.
Justin strinse le mani in un pugno " rinfacciami ancora quella merda e non solo ti spacco la faccia, ma ti farò strisciare a terra come un serpente lurido bastardo"
"Justin..." dissi calma, sapendo come questo sarebbe andato a finire e non ero dell'umore adatto per assistere ad una litigata soprattutto tra due persone che si conoscevano bene e che erano amiche.
" tu non farai niente" ringhiò John " tu parli solo e non agisci. Non me ne frega un cazzo che tu sia stato in prigione o che tu abbia ucciso qualcuno, non hai le palle per mettere le mani addosso a me" disse John con una smorfia.
Gli occhi di Justin erano davvero arrabbiati, l'aria tra noi era pesantissima e mi pentii per John per quello che aveva detto. Senza tanto preavviso, Justin si mosse veloce verso John, prendendolo per la gola e sbattendolo forte contro il muro " dillo ancora" lo minacciò " avanti, ripetilo" disse a denti stretti, quasi sibilando, le sue nocche bianche per quanta pressione stava esercitando sul collo di John " di che non sono capace di ucciderti"
"Justin...fermo!" urlai, correndo verso di lui.
John respirava a fatica in cerca di aria, cercando di allontanare la mano di Justin da lui, ma non c'era niente da fare, Justin era molto più forte.
Togliendolo dal muro, Justin lo sbatté di nuovo contro la parete, questa volta più forte, mentre John urlò dal dolore che stava provando dovuto alla pressione sulla sua gola. Era impossibile uscirne.
" per favore Justin, non farlo, é il tuo migliore amico!" gli presi un polso, le lacrime mi offuscarono la vista.
" migliore amico un cazzo" ringhiò Justin, nella sua faccia una scia di morte, niente riusciva a fermarlo.
" per favore..." sussurrai, tirandolo più forte che potevo.
Bruce mi prese per la vita e mi fece distanziare da Justin, indicandomi di andare verso Marcus, che mi avvicinò a se. Prendendo Justin per il retro della maglietta, lo tiro indietro, allontanandolo da John e dopo alcuni secondi, John caddero a terra in cerca di aria.
" maledizione amico!" urló Bruce arrabbiato mentre tratteneva Justin dall'attaccare John ancora " che cazzo succede tra voi due?" disse guardandoli incredulo, scioccato tanto quanto lo eravamo noi.
" chiedilo a questo pezzo di merda!" Justin indicò John, la sua faccia rossa a causa della furia, le bene sul suo collo visibili a causa di quanto era appena successo.
" pensavo che avessimo sistemato tutto ieri!" Bruce mantenne una mano sul petto di Justin, l'altra mano vicino a John, il quale decise di stare lontano da Justin.
" si, lo pensavo anche io, ma evidentemente qualcuno qui ha qualche problema a tenere chiusa quella cazzo di bocca" abbaiò Justin, urlando.
" rilassati!" gridó Bruce arrabbiato, la sua testa si muoveva impaziente, non essendo capace di convivere ancora con questa situazione idiota " é ridicolo" disse.
" lasciami andare cazzo" sputò Justin, togliendo bruscamente la mano di Bruce dal suo petto e mettendosi apposto la maglietta, facendo scorrere le sue dita tra i capelli.
" avanti" mormorai, camminando verso Justin " devi calmarti e non lo farai se resti qui" prendendogli la mano, lo portai verso l'entrata della cucina, dove eravamo da soli e potevamo parlare senza essere disturbati " perché non mi porti a scuola? Esci da questa casa per un po'..."
" é una buona idea" sospiró Bruce, passandosi una mano sulla testa Roma di farla ricadere sul collo.
Guardai John " di a Carly che la vedo in classe ok?" dissi, sentendo che mi aveva annuito.
" hai una bocca coglione perché non la usi?" disse Justin, quasi causando un'altra reazione da John e quella era davvero l'ultima cosa che mi serviva.
" smettila" lo misi in guardia, mettendo una mano sul suo petto per bloccarlo " andiamo"
Guardandomi per la prima volta da quando gli avevo parlato, gli occhi di Justin si addolcirono davanti ai miei.
Salutando i ragazzi con la mano, forzai un sorriso sulle mie labbra prima di uscire di casa prendendo il mazzo di chiavi della macchina di Justin. Sbloccando la macchina, allungai le chiavi verso Justin " so che é da un po' che non la usi ma penso che tu sappia come si guida no?"
Prendendo le chiavi, Justin mi bruciò on lo sguardo " continuerete a rinfacciarmelo? So che é da n po' di tempo..." disse imitando la mia voce " dio cristo...non ho perso la memoria cazzo". Si sedette in macchina, aspettando che mi sedessi accanto a lui.
Quando lo feci, mise in moto la macchina e fece retromarcia. Quando mi misi la cintura di sicurezza, cominciò a guidare veloce per strada " che campus é?"
" é a nord, vado alla Campton University" mormorai in imbarazzo, l'aria attorno a noi mi soffocava. Poggiando il mio gomito sul bracciolo, lasciai che il mio mento scivolasse sulla mia mano, mentre guardavo fuori dal finestrino.
" mi dispiace" Justin parlò dopo un pò " non volevo che la mia frustraIone cadesse su di te"
Scrollai le spalle " va tutto bene"
" no" disse " non va tutto bene. Tu non ti meriti che io sia così stronzo con te; stavo solo cercando di aiutarmi...solo-" si bloccò, cercando di trovare le parole " ero arrabbiato e-"
"Justin" sospirai, girandomi verso di lui " ho detto che va tutto bene. Non sono arrabbiata ok? Sto bene" dissi, prima di tornare a guardare fuori dal finestrino di nuovo. Odiavo quando si comportava come se fossi una bambina di cinque anni a cui andava spiegato tutto.
Sospirando, cominciai a disegnare a caso sul vetro del finestrino con il mio indice, per passare il tempo.
" cosa c'é di sbagliato in te?" sussurrò, evidentemente irritato, mentre un brivido mi attraversava la schiena.
" cosa vuoi dire?" mantenni la mia voce ferma, decisa, i miei occhi che guardavano dappertutto ma non lui, sapendo che era arrabbiato.
" ho provato a spiegarti, a scusarmi e sembra che stia facendo qualcosa di sbagliato"
" odio quando mi tratti come una persona fragile che sta sul punto di crollare" ringhiai " non lo sopporto. Nn sono la stessa ragazza di prima" capendo che avevo parlato a voce più alta del previsto, mi ritrovai a mormorare " un sacco di cose sono cambiate in tre anni" dissi, guardandomi le unghie.
Quello che avevo detto sembrava averlo sconvolto, dato che rimase in silenzio, non volendo discutere " lo so". Senza pensarci due volte e senza fare rumore, Justin venne verso di me, prese la mia mano sinistra nella sua e la strinse. Mi irrigidii al suo gesto improvviso, non sapendo cosa dire.
Aprii la bocca per dire qualcosa ma le parole mi rimasero in gola. Pressando insieme le mie labbra, mi poggiai contro il sedile, lasciando che -all'improvviso -tutto tra di noi si calmasse.
" riuscirò a riparare tutto piccola"
"cosa?"
" tutto il tempo che ho perso con te" mi guardò, i suoi occhi brillavano. " so che non posso tornare indietro nel tempo agli ultimi tre anni ma posso assicurarti piccola che i prossimi tre anni e quelli dopo ancora saranno i più belli di tutti" portandosi la mia mano alla bocca, mi baciò tutte le nocche prima di intrecciare le mie dita con le sue. I suoi occhi fissi sulla strada mentre un sorriso gli si formò agli angoli della bocca.
" stai cercando di dirmi che staremo insieme per molto tempo?" mordendomi il labbro inferiore, combattei contro la voglia di ridere,e nonostante tutto, una smorfia mi si dipinse in viso.
" molto tempo?" mi guardò, i suoi occhi adoranti "prova a sostituire con per sempre piccola" sporgendosi, mi piazzò un bacio casto sulle labbra prima di stringermi la mano " ci sono ancora delle sigarette nel portaoggetti?" alzò un sopracciglio interessato.
" credo di si" la mia faccia si girò in dubbio " non ne sono sicura però"
Alzando le ginocchia, Justin mantenne in carreggiata la macchina mentre con una mano apriva il cassetti no, non togliendo la mia mano dalla sua. Gli occhi di Justin si illuminarono nonappena trovò un pacco di malgaro. Prendendolo, si rimise comodo sul suo sedile. Estraendone una sigaretta la accese prima di portarsela alla bocca, facendo in lungo tiro.
Trattenendosi per un secondo, Justin fece uscire il fumo, il quale annebbiò il cruscotto della macchina prima che Justin abbassasse il finestrino per lasciarlo uscire. " cazzo, era da un po' che non fumavo" ridacchiò, tenendo la sigaretta all'angolo della bocca prima di riportare le sue mani sul volante.
Dopo pochi secondi, Justin giudò nell'entrata dell'università " é questa la tua università?" parcheggiò la macchina, mentre il fumo usciva dalla sua bocca Nonappena la apriva.
"si, ho lezione laggiù" togliendo la cintura di sicurezza, mi girai verso di lui. " fai il bravo" dissi, prendendolo in giro.
" non lo sono sempre?" disse con sarcasmo.
Lo guardai " non sto scherzando. Hai quasi perso la testa prima a casa. Se non ci fossi stata io o i ragazzi, avresti ucciso John..."
Scosse la testa " non ti preoccupare piccola. Non succederà niente; ho perso il controllo una volta, non succederà di nuovo...almeno non fino a che Bruce sarà in casa." ridacchiò " ora,vai in classe prima di essere in ritardo"
Sospirando, scrollai le spalle " va bene, ma se quando torno a casa scopri che hai combinato qualcosa, ti farò del male" lo avvisai divertita.
" sto tremando come una foglia piccola" Justin fece una smorfia, la sua mano ancora sul volante, il gomito del suo braccio destro piegato, mentre la sua testa era girata verso di me.
" Justin-" dissi, il secondo in cui Justin poggiò le sue labbra sulle mie, facendomi smettere di parlare.
" vai a lezione, non devi preoccuparti di niente" mi rassicurò ancora una volta mentre mi accarezzava la guancia. " vieni qui" prendendomi il mento tra il suo pollice e il suo indice, mi portò in avanti, poggiando di nuovo le sue labbra sulle mie prima di staccarsi.
"ti amo" sussurrai.
" ti amo anche io" baciandomi la fronte, Justin annuì verso la scuola " divertiti"
" oh, lo farò sicuramente" dissi sarcasticamente, sorridendo " ci vediamo dopo, Carly mi porterà a casa"
Justin serrò la mascella " Carly?"
Sospirai, salendo dove tutto questo sarebbe andato a parare " si Justin, Carly. Lei mi ha portato a casa per molto tempo"
" davvero? Be' io ora sono tornato in città quindi puoi dirle di togliersi dalle palle" disse, alzando le spalle.
"Justin!" dissi gridando, irritata per come aveva parlato della ma migliore amica.
" cosa?" disse tranquillo, fregandosene altamente.
Sospirando, scossi la testa " niente, ci vediamo a casa...quando torno" mossi la mano in maniera confusa, aprendo la portiera della macchina e uscendo nel giardino del campus. Mi girai, chiudendo la portiera dietro di me e mentre mi incamminavo verso l'edificio, sentii le ruote della macchina di Justin sgommare in modo rumoroso sulla strada. Mi stava salutando.
Justin’s Point of View:
Il ritorno a casa fu fottutamente pesante e io ero arrabbiato perché non sapevo se sarei riuscito a trattenermi ancora dal non picchiare John dopo che aveva aperto quella maledetta bocca.
E tutto questo a causa della cara Carly Risi, quella stupida cogliona.
Le do la colpa di tutto. Se non si fosse intromessa nei miei affari e non avesse raccontato ai genitori di Kelsey della nostra relazione, tutto quello che era successo tra noi forse si sarebbe potuto evitare e forse sarei rimasto libero come una normale persona.
La parola chiave di tutte le sue frasi é sempre stata forse, ma nonostante tutto, sarei riuscito a tollerarla per Kelsey.
La stronza mi aveva salvato il culo solo perché non voleva mettersi contro di me. Incrocia il mio cammino e posso assicurarti che non mi faró problemi ad ucciderti- femmina o maschio- e lei lo sapeva. Essendo intelligente, lei aveva fatto quello che doveva fare per rimanere in vita, solo dhe ora mi aveva abbindolato John, e l'idiota é troppo accecato dall'amore che prova per lei che non vede la sua vera natura- ossia una stupida stronzetta.
Ero troppo preoccupato dei miei pensieri che quasi non mi accorsi che ero arrivato a casa. Sospirai scuotendo la testa, poi spensi il motore della macchina, togliendo le chiavi dal cruscotto e uscendo.
Entrando in casa, gettai le chiavi della macchina su un mobiletto che si trovava vicino alla porta e alzai lo sguardo verso i ragazzi, che erano tutti seduti sul divano, mentre parlavano a bassa voce, quasi stessero complottando qualcosa.
" cosa state facendo ragazzi?"
Bruce fu il primo a guardarmi, ignorando completamente la domanda " l'hai gia portata a scuola?"
" si, ha detto che torna a casa con Carly" Cercai con tutte le mie forze di non pronunciare il suo nome con disgusto, ma sicuramente non ci riuscii dal momento dhe John mi guardò in cagnesco.
" hai qualcosa da dire testina?" dissi sarcastico " perché non parli invece che comportarti come una spuli da femmina e mormorare di nascosto?"
John mosse i piedi, guardandomi " io non stao dicendo niente pezzo di merda quindi perché non ti calmi un pochino e non scendi da quel cazzo di piedistallo su cui ti sei messo?" la sua faccia arrabbiata.
" il secondo in cui tu smetterai di comportarti come un cretino forse lo farò" Quello che avevo detto era stato abbastanza per far infuriare John, darò che si alzó furioso e venne di corsa verso di me e prima che ce ne rendessi conto, volavano pugni e calci a destra e a sinistra.
" abbastanza!" Urló Bruce mentre Marco prendeva John e Marcus teneva me " tutto questo é fottutamente idiota! Quanti cazzo di anni avete? Cinque?" disse, furioso con noi " ne ho avuto di tutte questa cazzate che mi' potrebbero bastare a vita. Voi due siete stati migliori amici per un sacco di tempo e ora vi ritrovate a litigare per delle emerite cazzate!"
" é stato lui il primo a mettersi contro di me cazzo!" mi difesi alzando le braccia e liberandomi dalla presa di Marcus. Toccandomi il labbro, non fui sorpreso di vedere del sangue.
" se tu tenessi chiusi quella bocca qualche volta, non combineresti tutti questi cazzo di casini!" disse Bruce.
" chi cazzo sei tu? Jerry Springer?" sputai, spingendo Marcus " dico e faccio quel cazzo che voglio-"
" e questo é quello che ti mette nei guai!" rispose Bruce con il fiato corto, scuotendo la testa " abbiamo delle cose da sbrigare molto più importanti e non ho bisogno che due dei miei uomini si uccidano a vicenda" scuotendo la testa, si mise le mani sui fianchi " penso che dovrò darvi una pausa per fare in modo che vi calmiate"
"un pausa?" chiesi incredulo " Non so che cazzo ti fumi tu la sera ma amico mio devi tornare sulla terra e finirla di essere Buddha, tutto pace e bene, perché mi stai facendo diventare matto"
John rise, sapevo che era d'accordo con me anche se non lo voleva " ha ragione" disse guardando Bruce.
Bruce scosse la testa, ridendo leggermente " forse dovrei davvero Buddha, io sono per la pace e la calma, le persone per i miei gusti litigano troppo"
" no grazie, tutto questo mi é bastato e credo che mi basterà a vita. Ora torna in te o sarò costretto a farti il culo" dissi con una smorfia.
" potrei affrontarti tutti i giorni Bieber" disse ribattendo.
alzai le sopracciglia, meravigliato " é una sfida?"
" solo se vuoi che lo sia Bieber" disse, chiaramente sicuro di quello che stava dicendo.
Stando fermo in piedi, i miei occhi rimasero fissi su di lui per un po' prima che mi muovessi dietro di lui. Una volta dietro la sua schiena, poggiai una mano sulla sua testa e cominciai a muovere su e giù le mie dita.
I ragazzi risero, mentre Bruce cercava di sottrarsi al mio tocco. Proprio mentre cercavo di tenerlo fer avvolgendo un mio bracc attorno a lui, venimmo interrotti dalla suoneria di un telefono. Lasciando andare Bruce, lo guardai mentre estraeva dalla tasca dei suoi jeans il suo Blackberry. " pronto?" disse, rispondendo.
Bruce scambiò poche parole con la persona dall'altro capo del cellulare, e nessuno di noi fece rumore. Quando Bruce terminò la chiamata, aggrottai le sopracciglia " chi era?"
" credo proprio che abbiamo un'altra questione tra le mani ragazzi" Bruce alzó la testa per guardarci " gli Snipers hanno appena toccato con i loro piedi il territorio di Stratford"
Kelsey’s Point of View:
" come é stato?" chiese Carly occupando la sedia libera di fianco a me.
" come é stato cosa?" chiesi, aprendo il mio notebook e controllando quello che avevo scritto, poggiando la mia penna appena sopra, pronta per leggere gli appunti che ci aveva dato Ms Campbell quella mattina.
" sai di che cosa sto parlando" disse rivolgendosi a me. Quando scossi la testa, la vidi roteare gli occhi " ieri notte con Justin" sussurrò come se chiedermelo fosse la cosa più naturale sel mondo.
"oh" dissi scrollando le spalle " é stato bello"
" solo bello?" mi chiese Carly, non convinta della mia risposta " Sicuramente avete fatto di più che soltanto, che ne so, baciarvi dio santo. Ho sentito i tuoi gemiti addirittura fuori"
Il mio collo si irrigidì mentre mi giravo verso di lei incredula...non poteva averlo detto tanto forte " Cristo Carly, non é che devi urlarlo al mondo sai"
Alzò le mani per difendersi " mi dispiace ma, tu non mi stai dando i dettagli e essendo la tua migliore amica, io devo averli"
Ridacchia " non credo"
" invece si. Io ti ho detto tutto delle mie notti con John!" disse irritata, pressando le labbra insieme.
Le rivolsi uno sguardo disgustato " fidati, non avrei voluto"
" ma l'ho fatto perché tu sei la mia migliore amica quindi ora tocca a te. Forza Kelsey...ti serve un manuale delle istruzioni?"
Risi " un manuale delle istruzioni? Sei seria Carly?"
" cosa? Li fanno per persone come te" disse, sbattendomi in faccia il suo sorriso.
Roteai gli occhi " non ti arrenderai vero?"
I suoi occhi si illuminarono, sapendo che stavo per parlare " no" sorrise, orgogliosa di se stessa.
Sospirai " be', se proprio vuoi saperlo, si, noi.....ecco" mi fermai per guardarmi intorno, assicurandomi che nessuno ascoltasse prima di sussurrare " lo abbiamo fatto"
" e?" chiese Carly, volendo altre informazioni.
" é stato fantastico" mormorai.
Carly sorrise " almeno il ragazzo é bravo in qualcosa"
" Carly!" dissi, dandole uno schiaffo.
" cosa? E la verità" disse massaggiandosi il punto sulla spalla dove l'avevo colpita " almeno riesce a farti provare piacere e a farti sentire bene dopo che se n'è andato per tre anni"
" sei incredibile" dissi scuotendo la testa e sorridendo.
" lo so" disse alzando le sopracciglia soddisfatta " mi é già stato detto"
"oh dio" Risi, mettendomi le mani sulle orecchie " non c'era bisogno che lo sapessi"
" io potrei dirti molto di più, ma forse non é il momento giusto vero?" Carly mi fece l'occhiolino mentre si girava verso Ms Campbell, la quale cominciava a parlare del nostro prossimo argomento.
***
" é stato brutale" disse Carly sospirando mentre uscivamo insieme. Avevamo appena finito la nostra seconda ora di lezione " non smette mai di parlare...é nauseante"
" come puó qualcuno che parla essere nauseante?" dissi ridendo.
" quando parla Mr Tanner é possibile credimi" scosse la testa, mentre cercava nella confusione della sua borsa forse le chiavi della macchina.
" be', hai sistemato la tua questione con la Jacob?" la guardai.
Annuì, troppo presa da quello che stava facendo " si, prima che tu entrassi in classe"
" bene, l'ultima cosa che ti serve é che tu perda i crediti che ti servono per i voti. Ho sentito che se perdo ancora una lezione, ti bocceranno"
" l'ho sentito anche io. Quella é matta" scosse la testa.
Eravamo appena uscite dal campus e ci stavamo dirigendo verso il parcheggio quando Carly si fermó " merda" disse.
" che hai?" dissi guardandola.
" ho dimenticato il telefono in classe"
Lasciai uscire un sospiro irritato " sei seria?"
" si, ma non ti preoccupare, corro a prenderlo. Tieni le chiavi della macchina, accendila e aspettami. Torno subito"
"ok" dissi prendendo al volo le chiavi, mentre tenevo stretti i libri al petto. Camminando di muovo attraverso il parcheggio, cominciai a cercare la machina rossa di Carly.
Quando la vidi e notai che non era troppo distante da dove stavo io, cominciai a muovermi attraverso le macchine, guardando per terra e non prestando attenzione a dove andavo, cosa che non fu intelligente fare dato che andai a sbattere contro qualcuno, facendomi cadere tutti i libri dalle mani.
" oh, merda" imprecai mentre mi abbassavo per prenderli. Vidi un'altra mano aiutarmi a tirarli su e lentamente mi fermai, tenendo stretto ogni libro che prendevo. Facendo scorrere i miei occhi sul braccio di questa persona, quasi mi mancó il respiro quando incontrai due meravigliosi occhi azzurri.
" mi dispiace" disse, con voce roca " non ti avevo visto piccola" . Rendendomi un ultimo libro, i nostri occhi si incrociarono.
Presi il libro allungando il braccio " grazie.." Dissi, non sapendo il suo nome.
" Tanner" disse, forse capendo la mia domanda inespressa " Tanner Evans" mi sorrise.
" io sono Kels-"
-Sey Jones" finì per me, mettendosi le mani in tasca " so chi sei" disse con una smorfia " sei la fidanzata di Justin Bieber vero?"
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Danger's back - italiano
FanfictionSono passati 3 anni e Danger è tornato alla sua vecchia vita ed è più pericoloso di sempre. Tradimento. Potere. Morte. Amore. E' il seguito di danger e vi ricordo ancora che l'autrice non sono io, ma io ho solo tradotto ;)