capitolo 8

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Justin’s Point of View:

Aprendo la porta che dava sulla casa, rientrai dando le spalle alla macchina. Nel secondo in cui terminai la chiamata con Bruce, capii che qualcosa era successo e nonostante avessi cercato di convincere Bruce che volevo passare la notte con Kelsey e che darei potuto tornare la mattina dopo, non sentiva ragioni, dovevo capire che cosa voleva dire con il suo " devi vedere con i tuoi occhi", qualunque cosa volesse dire.

" Kels-" guardandola, sussulti subito nel vedere dhe era arrabbiata. Era inginocchiata a terra, e stava prendendo delle magliette mettendole all'interno delle sue valigie con uno sguardo arrabbiato.

Leccandomi le labbra, mi girai verso di lei prima di avvolgere le mie braccia attorno alla sua vita " non essere arrabbiata" mormorai lentamente.

" non lo sono" replicò veloce, evitando i miei occhi e continuando a gettare i vestiti dentro la sua valigia, ignorando completamente la mia esistenza.

Passando una mano tra i capelli, mi strinsi la nuca. Era frustrante quanto fosse calma e riservata a volte, mi faceva diventare matto. Odiavo saperla arrabbiata con me e invece che parlarmene, si teneva tutto dentro.

Prendendole una mano, sospirai pesantemente " invece si" dissi, facendola girare verso di me per fare in modo che mi guardasse " dimmi cosa c'è che non va" sussurrai, cercando di rimanere calmo per non discutere con lei.

Odiavo quando non mi diceva cosa succedeva e lei lo sapeva.

Aprendo la bocca, pensavo che cominciasse a dirmi qualcosa, invece pressò di nuovo le labbra insieme, stando zitta.

Stringendole una mano per farle capire che aspettavo una risposta, si mosse sui piedi, cercando di distrarsi senza guardarmi.

" è solo che..." Kelsey sospirò, scuotendo la testa " non capisco perché dobbiamo tornare a casa. Mi avevi detto che avremo passato il weekend insieme, solo noi due. Avevi detto che avremo passato la notte qui e poi ce ne saremo andati" enfatizzó, le sue braccia che ciondolavano lungo i fianchi, aspettando che io parlassi.

" credi piccola, avevo pianificato tutto il weekend. Non avevo intenzione di tornare a casa fino a quando Bruce non mi ha telefonato per dirmi che gli servo" abbassandomi, le baciai leggermente la fronte, sperando di toglierle un po' di ansia " vieni" feci segno dietro di me " é meglio che andiamo" 

Togliendo la mano dalla mia, Kelsey chiuse la sua valigia dopo aver messo tutto dentro. Alzandosi, prese la mano che le tendevo mentre mi seguiva attraverso la stanza, attorno al divano e verso la porta principale.

Fermandosi sulla soglia, Kelsey guardó di nuovo dentro la casa, uno sguardo sincero e triste le brillava negli occhi. Abbassando le testa, camminò fuori verso il porticato, aspettandomi em mentre chiudevo il cottage e m'incamminavo verso di lei, standole affianco.

Aprendo la portiera del passeggero, Kelsey si sedette, aspettandomi mentre caricavo le valigie nel portabagagli. Mettendomi seduto davanti al volante, accesi il motore, mentre mettevo una mano dietro allo schienale di Kelsey per poter fare retromarcia nel vialetto e introdurmi in strada, mettendo di nuovo tutte e due la mani sul volante e prestando attenzione alla strada.

Guardando nello specchietto retrovisore, controllai di non avere nessuno dietro di me prima di immettermi definitivamente in strada, diretto verso l'autostrada. Guardando Kelsey, grugnii vedendo che era arrabbiata " hey" le presi una mano, intrecciando le nostre dita mentre le baciavo le nocche " non essere arrabbiata con me ok?" dissi, cercando disperatamente di farla sorridere.

" non sono arrabbiata Justin" sospirò Kelsey, i suoi occhi fissi fuori dal finestrino " sono delusa. Delusa dal fatto che non possiamo mai trascorrere un weekend tranquillo insieme senza qualcuno che lo rovini. É diventata una cosa davvero irritante ed estenuante" sospirando, rivolse lo sguardo alla sua mano libera, sfregando di il pollice sul palmo.

" lo so piccola" mormorai, il mio cuore perse un colpo vedendola così delusa " ti avevo detto che tutto questo non sarebbe stato facile, ma devi fidarti di me ok? Ti prometto che Nonappena scopro che cazzo voleva Bruce, ti porto via da tutto questo e stavolta non ci saranno interruzioni" 

" non dovrebbero esserci state neanche stavolta" disse Kelsey, muovendosi sul sedile realizzando quello che aveva detto. Spalancando gli occhi, mi guardò, il suo corpo si irrigidì " mi dispiace" scosse la testa " io-" sospirando, strinse gli occhi....due volte prima di continuare " so che non é colpa tua. Non sapevi che ti avrebbero chiamato. É solo che...a volte vorrei sparire da tutto sai?" mi guardó, perplessa, le sue labbra sembravano voler parlare da sole, ma le parole non sembravano voler uscire. Continui a guardare la strada, guidando entro il limite di velocità. Notando che non parlavo, si morse il labbro " sei appena uscito di..." cambiò argomento, sapendo ch pe non avrei voluto parlarne " e chiamami egoista ma ti voglio tutto per me. Ho vissuto senza di te per tre anni, non credo che riuscirò a vivere senza di te un secondo di più"

Fermandomi ad un semaforo, mi girai verso Kelsey, facendole capire che ora stavo davvero per parlare seriamente " tu, come tutte le persone della mia vita dovresti sapere che la mia vita e piena di ostacoli e curve, peggio delle montagne russe. Kelsey, non posso spegnere tutto e pensare che la mia sia una vita normale" prendendo la parte alta del volante tra le mani, sospirai " non posso credere di essere un ragazzo normale in una relazione normale perché non siamo una coppia normale, ma sto cerca do di fare di tutto per renderti felice, e per fare in modo che io sia quello che tu cerchi" 

" tu lo sei" sussurrò Kelsey " ru sei quello che cerco. Finché ti avrò, non mi importa di niente. So che nel momento in cui ho deciso di diventare la tua ragazza niente sarebbe stato facile Justin. Solo che a volte...é tutto troppo pesante da sopportare. Voglio dire, non possiamo neanche passare una notte tranquilli da soli perché c'è sempre qualcuno che si intromette" 

Muovendomi sul sedile, sospirai " quando arrivo a casa lo uccido" guardandola, mi sporsi verso di lei, accarezzandole la guancia con le dita, prendendole il mento e girandola per darle un bacio sulle labbra " mi dispiace" sussurrai.

" non esserlo" disse sorridendo appena anche se sapevo che quel sorriso era forzato " non é colpa tua" 

" lo é invece e Nonappena avrò sistemato questa faccenda, ti giuro che ti porto via dal mondo e ti trattero come una dea, passeremo una notte rilassati e solo noi due" feci una smorfia, guardandola facendole un occhiolino mentre lei roteava gli occhi.

" sei impossibile" mi diede una pacca sul petto " guida" indico la strada facendomi notare che il semaforo era diventato verde.

" merda" tornando a sedermi meglio sul sedile di pelle, premetti sul pedale dell'accelerstore, lasciando che la macchina ruggisse sull'asfalto. Risi, scuotendo la testa " sei davvero una distrazione" la guardai fingendomi arrabbiato.

Sospirando, Kesley mi guardo " io? Come mai non ho idea di che cosa tu stia parlando Justin? Sei stato tu quello che ha deciso di baciarmi e che quindi si é distratto" 

" non puoi lamentati, sei irresistibile piccola" dissi, rivolgendole la mia famosa smorfia. Un bagliore le attraverso gli occhi.

" oh, ti prego" mosse una mano " flirtare con me non ti porterà da nessuna parte signor Bieber" 

" credo che tu debba ripensar ci signorina Bieber" mi bloccai, sorridendo " signorina Bieber....suona bene" annuii, assaporando le parole che avevo appena pronunciato " non credi?" la guardai mentre se ne stava seduta, tranquilla.

Mordendosi il labbro- una cosa che faceva spesso e che mi faceva diventare matto- Kelsey arrossì, la sua faccia illuminata e calda " smettila" mormorò.

" ti imbarazzi sempre quando parliamo di argomenti così" dissi ridendo.

" perché" cominciò Kelsey " chi avrebbe mai pensato che il gangster locale Justin Bieber si sarebbe trovato a parlare di matrimonio?" Alzó un sopracciglio, chiaramente divertita.

"io no di certo, posso giurartelo" mormorai onesto. Prima che Kelsey entrasse nella mia vita, le ragazze per me era oggetti. Le usavo solo per una cosa-sesso- e questo non era quello che succedeva con Kelsey. Quello che facevo era selvaggio, brutale e non prestavo attenzione. Non mi interessava. Poi mi e capitato di incappare in una ragazza ad una festa, che mi ha visto uccidere qualcuno....e il resto é storia " ti amo" 

" ti amo anche io" rispose, l'aria attorno a noi piena di gioia.

Sospirando, ero contento che fosse tornata se stessa e sperai di non vederla come era pochi minuti prima mai piu. Togliendo la mia mano destra dal volante, gliela passai tra i capelli, mettendogliene una ciocca dietro l'orecchio " non smettere mai di sorridere" mormorai, tracciandoli la guancia con il pollice.

Girando la testa cosicché ora il mio pollice era sul suo labbro, mi prese la mano, le sue dita che giocavano con le mie. "potrei dire lo stesso di te" 

" io non smetto mai di sorridere quando ci sei tu" Risi, facendole l'occhiolino mentre sei tot che ridacchiava. Stringendole la mano, la lascia cadere sul suo ginocchio prima di riportare la mia sul volante.

Accendendo i fanali della macchina, continuai a guidare, seguendo le istruzioni che davano i se gli stradali verdi. Guardando nello specchietto retrovisore, sussultai: il mio sguardo venne catturato da una macchina che era dietro di noi da poco dopo che eravamo partito, mettendosi sulla stessa linea d'aria dove eravamo noi.

La mia faccia cadde mentre il mio stomaco si contorceva, facendomi capire che c'era qualcosa che non andava " piccola?" 

“Mmm?”

" vedi quella macchina nera dietro di noi?" indicai nervosamente la macchina mentre lei aggrottava le sopracciglia girando il collo per vedere dove indicavo " si? Che ha?" disse guardandomi.

" l'hai mai vista prima?" chiesi, cercando di mantenermi calmo e di contenere la mia rabbia.

" no, perché? É tutto apposto?" la sua fronte si aggrottò preoccupata, la sua voce era un sussurro, era spaventata.

" no, é tutto ok piccola, stavo solo chiedendo?" guardando ancora lo specchietto, alzai gli abbaglianti, muovendomi per la strada per vedere se la macchina dietro di noi ci seguiva davvero.

" cazzo" imprecai, dando gas mentre cercavo di ripetermi di stare calmo, non volendo attirare la loro attenzione -chiunque fossero- sapendo che sapevano quello che stavano facendo. 

" tieniti forte piccola" mi leccai le labbra, preparandomi a quello che stava per succedere.

Si allarmò " cosa? Perché?" si mise la cintura di sicurezza, assicurandosi che fosse protetta mentre riportava la sua attenzione su di me

" fa come ti dico" dissi a denti stretti, cercando di mantenere i nervi saldi. Se questi bastardi mi stavano seguendo, significava una sola cosa: stavano cercando guai, e con Kelsey in macchina, non ci pensavo nemmeno a rischiare di mettere in pericolo la sua vita.

" ok" sussurrò, non volendo farmi perdere la pazienza, ma sapevo che dovevo rassicurarla.

" non farti prendere dal panico piccola" sospirai, continuando " ma qualcuno ci sta seguendo" 

" che cosa vuol dire che qualcuno ci sta seguendo?" la voce di Kelsey era un sussurro, quasi avesse paura che la macchina dietro di noi la ascoltasse. La sua bocca firmava un o.

" non lo so Kelsey. Ne so quanto te al momento" muovendo la mia mano velocemente per i capelli, lasciai uscire un sospiro profondo. Qualcosa mi diceva che tutto questo aveva a che fare con quello che mi aveva detto Bruce.

Parlando di Bruce...tirai fuori il mio cellulare dalla tasca dei pantaloni prima di illuminare lo schermo, cercare il suo numero e chiamarlo subito. Portando il cellulare all'orecchio, aspettai che rispondesse.

" dove cazzo sei?" fu la prima cosa che disse Nonappena rispose.

Ignorando lo, ridacchiai a me stesso " in questo momento, inseguito in autostrada" disse tranquillo come se fosse una cosa da tutti i giorni.

Cancellando il mio sarcasmo, trattenne il respiro " che cazzo vuol dire che ti stanno seguendo?" 

" questo vuol dire Bruce. Ho lasciato il cottage nel momento in cui tu mi hai chiamato e da quando siamo partiti, c'è questa cazzo di macchina che ci sta attaccata" evitai gli occhi di Kelsey su di me mentre scrutava ogni a mossa, cercando di capire quello che stava succedendo.

" sei sicuro che non sia soltanto una casuale macchina che guida nella tua stessa direzione?" mi chiese.

" se fosse davvero così, allora perché seguono ogni mia fottuta mossa ogni volta che mi sposto da una corsia all'altra? Ci sono tre corsie in questa autostrada Bruce perché ha scelto quella dove sto correndo io?" 

" cazzo" imprecò Bruce e potevo immaginare che si stesse passando la mano sul viso a causa della frustrazione. 

" cazzo é esattamente la parola giusta" risposi.

" devi rimanere calmo. So chi sei e so che in questo momento stai fumando di rabbia-"

"cazzo Bruce, é ovvio che sto fumando di rabbia! C'è la mia ragazza in macchina per l'amor di dio" dissi a denti stretti " se fossi stato da solo sarebbe stato diverso ma devo assicurar che lei non si faccia niente e che nessuno dei due finisca morto in un incidente" 

" segui le mie istruzioni e non morirai" 

" che cazzo dovrei fare? Non posso accelerare, mi fermeranno e l'ultima cosa che voglio é avere altri proble con la polizia e dar loro modo di mettermi di nuovo nei casini" 

" fanculo alla polizia in questo momento, se davvero ti seguono, magari i bastardi sono armati e non credo che tu abbia deciso di portare la tua pistola, vero?" 

Toccando le tasche posteriori dei miei pantaloni, mormorai una serie di imprecazioni " no" 

" appunto" la voce di Bruce era ferma e bassa " quindi ascoltami" 

" cosa?" Ringhiai.

" cambia corsia e accelera n po', non farlo sembrare troppo ovvio, fa come se stessi cambiando casualmente corsia" 

Poggiando il piede sul pedale dell'acceleratore e pressando, guardai il tachimetro alzare la freccetta da 80 a 90 chilometri orari, prima ci cambiare corsia " ok, fatto" 

" bene, ora guarda se ti sta ancora dietro e se lo fa, cambia corsia ancora" 

" mi sta dietro alla mia stessa velocità" mormorai. Girandomi verso Kelsey, la guardai " tieniti stretta piccola. Andrò piu veloce" 

Annuendo, Kelsey non disse niente, mise solo le sue mani sotto al sedile di pelle, la sua faccia era più pallida che mai mentre acceleravo ancora, portando il tachimetro a 95 chilometri orari e passando in un'altra corsia.

" mi sta alle calcagna Bruce, cerco di andare più veloce possibile e se non lo perdo esco dall'autostrada alla prima uscita che trovo" 

" sta attento amico" 

" lo sarò" chiudendo la chiamata, rimisi il cellulare nella tasca dei pantaloni, mentre acceleravo ancora. Guardai il tachimetro, la lancetta si alzava velocemente da 95 a 120 chilometri orari e prima che me ne rendessi conto, stavo correndo, molto veloce, passando tra tutte le macchina e cambiando corsia ogni volta che se ne liberava una.

" Kelsey, devi farmi un favore piccola, ok?" 

Deglutendo, mosse le sue dita da sotto il sedile, prima di guardarmi, le sue labbra pressate insieme " cosa vuoi che faccia?" 

" voglio che guardi la macchina che ci sta seguendo e che mi avvisi quando si avvicina, va bene?" 

Annuendo, Kelsey si girò sul sedile, guardando indietro, i suoi occhi fissi sulla macchina " si sta avvicinando Justin" 

" quanto vicino?" 

" molto vicino, é dietro di noi solo di due macchine e sta cercando di avvicinarsi di più fino ad arrivare dietro di noi" sentivo dalla Sto arrivando! Voce che era spaventata e nel suo sguardo non vedevo altro che panico.

" merda" muovendo le mani sul volante, accelerai, portando il tachimetro a 150 chilometri orari, mi mossi veloce in autostrada " é dietro di noi?" 

" si" 

Accelerando ancora, portando il tachimetro a 155 chilometri orari. Uscii dall'autostrada e guidai per una strada a caso, girando a sinistra per poi girare a destra. " e ora?" 

" ci sta seguendo" Kelsey si mise quasi sulle ginocchia, le sue mani strette allo schienale del sedile.

Guidando per la strada fuori dall'autostrada, sorpassai tre auto, zigzagando tra due corsie mentre pressavo sul pedale dell'acceleratore, andando più veloce di quanto la macchina potesse permettersi. Guidando ancora nella stessa corsia, presi un'altra uscita prima di guidare in una parte di Stratford che non avevo mai visto prima.

Prendendo tutte le strade necessarie e tutte le scorciatoie dhe conoscevo, guidai fino a che non mi immisi in una strada che conoscevo, diretto verso la parte di Stratford dove abitavano i miei.

" lo abbiamo perso" disse Kelsey sospirando, il suo petto si muoveva su e giù e sapevo che stava trattenendo il respiro da quello che sembravano ore, il rosa delle guance le stava tornando.

Lasciando andare il pedale dell'acceleratore tornando alla velocità entro i limiti, mi poggiai allo schienale, sospirando pesantemente. 

" stai bene?' chiesi, rompendo il silenzio tra noi.

" si, tu?" 

Annuendo, presi il cellulare dalla tasca posteriore dei miei pantaloni prima di cercare di nuovo il numero di Bruce. Una volta trovato portai il cellulare all'orecchio e Nonappena rispose non gli lasciai tempo per dire niente " l'abbiamo perso" 

" sei sicuro?" 

Controllando sullo specchietto retrovisore, ero sollevato nel vedere che quello che avevo detto era vero " si, ci é voluto un po' ma quando mi sono immesso in una parte di Stratford piena di stradine sapevo che sarebbe stato più facile perderlo" 

Un silenzio cadde tra di noi.

" é solo l'inizio Justin" disse Bruce, dritto al punto della conversazione senza tanti giri di parole.

" lo so" mormorai e finalmente mi resi conto di quello che stava succedendo " ci vediamo tra poco" terminando la chiamata, tenni il cellulare in mano, digrignano i denti.

Kelsey’s Point of View:

se mi chiedete che cosa é successo, non ne ho idea perchè sinceramente? Non lo so neanche io.

Un secondo stavamo ridendo, ci stavamo divertendo. Quello dopo, erava seri, arrabbiati e spaventasti. Era tutto così incasinato e mi stava dando la nausea.

Qualcosa dentro di me mi diceva che Justin sapeva esattamente quello che stava succedendo, solo rifiutava di dirmelo e questo mi feriva, tanto, quasi come stessi per morire.

Chiunque fosse stato, chiunque fosse stato in quella macchina stava di sicuro seguendo Justin e se stavano cercando Justin, questo significava che....

Si occupava ancora del suo lavoro.

Un brividi di freddo mi attraversò dalla testa ai piedi, le lacrime minacciavano di cadere mentre mi pungevano gli angoli degli occhi.

Odiavo quando qualcuno mi mentiva, sopratutto quando lo faceva il ragazzo che aveva detto di amarmi e che mi aveva promesso che non mi avrebbe più mentito.

É divertente la velocità con cui si rimangia le parole. 

Scuotendo la testa rimuovendo il pensiero, guardai fuori addolorata, guardando le strade che correvano veloci sotto la macchina, la mia vista si offuscava ogni secondi di più.

" siamo qui" il tono della voce di Justin mi arrivo diretto e sapevo che qualcosa non andava, qualcosa che riguardava quello che era successo poco fa. Girando la testa verso di lui, notai che aveva la mascella serrata, uno sguardo oscuro stampato in faccia. Il mio stomaco si contorse " Justin, cosa c'é?" 

" esci dalla macchina ed entra in casa Kelsey?" tutte le tracce di felicità sparirono, venendo rimpiazzate dalla furia.

" Justin..." mormorai, mentre non mi guardava, cercando disperatamente di catturare la sua attenzione e di non farlo arrabbiare. La mia bocca rimase aperta mentre cercando di calmarmi, ma qualcosa all'esterno catturò la mia attenzione.

guardai fuori e vidi davanti alla casa qualcosa che non avrei mai ne dhe immaginato di vedere: la parola SNIPERS in giardino, davanti alla porta principale. Il fuoco che era stato dato alle lettere non era ancora del tutto morto.

No, no, no, no...non sta succedendo. Non potei evitare di sentire di serre un fiotto di bile in gola, mentre guardavo Justin " per favore, non dirmi che...." scuotendo la testa, mi morsi la lingua non essendo capace di finire la domanda. 

Le promesse che mi aveva fatto in passato mi tornarono in mente, ricordandomi tutto quello che avevo passato e tutto quello che mi aveva promesso quando era uscito di prigione.

" entra in casa Kelsey, ora" sputò arrabbiato, e potevo capire che era davvero serio. Aprendo la portiera della macchina, uscii lentamente dalla macchina, il fuoco che ancora scoppiettava sulle lettere in giardino mi scaldava.

Sentii un'altra portiera chiudersi, e il rumore mi fece sussultare mentre mi giravo per vedere Justin uscire dall'auto. Girandomi, continuai a camminare, aspettando che Justin fosse dietro di me, ma invece di seguirmi sul porticato, cammino verso il retro, la sua faccia non esprimeva niente. 

Stringendo gli occhi, respirai a fondo, trattenendolo prima di prendere la maniglia tra le mani, aprendo la porta. Anche se non volevo, seguii quello che aveva detto Justin ed entrai in casa.

I ragazzi in casa subito si alzarono dal divano, i loro occhi subito fissi su di me.

" Kelsey" disse John, i suoi occhi cercavano i miei per una risposta ma mossi appena la testa " stai bene?" chiese, probabilmente sapendo già la risposta.

" cosa é successo?" sussurrai, ignorando John e rivolgendo la mia domanda a tutti loro. Vidi gli occhi di Bruce dilatarsi a causa del senso di colpa, facendomi tremare le ginocchia, quasi facendomi cadere.

Prendendomi tra le braccia, John mi tenne stretta " hai avuto una lunga notte, perché non vai di sopra?" 

Tenendo John per le spalle, scossi vigorosamente la testa " no" dissi " voglio sapere che cosa sta succedendo e voglio saperlo ora" lasciandoli andare, mi rimisi in sesto mentre lo guardavo " chi cazzo sono gli Snipers e perchè e scritto il loro cazzo di nome davanti casa?" 

Beuce confermò silenziosamente la mia teoria mentre guardava John, il suo sguardo aveva già risposto alla mia domanda " non é niente, vai di sopra; dobbiamo parlare con Justin"

" dov'é Carly?" chiesi a John.

Un sorriso curvò le sue labbra " è andata a casa stanotte, voleva rimanere ma le ho detto di no. É preoccupata per te, forse dovresti chiamarla per dirle che stai bene e che sei qui" 

Annuendo leggermente, deglutii " lo faro. Buonanotte ragazzi" lasciando penzolare la testa, mi mossi verso le scale. Una volta salita la piano di sopra, entrai in camera di Justin.

Una volta che entrai completamente nella stanza, chiusi la porta e sbattei la mia schiena contro. Scivolai a terra fino a che non toccai il pavimento. Abbracciando le mie ginocchia e portarono mele al petto, lasciai cadere la fronte sopra di essere, mentre singhiozzavo.

tutto mi stava cadendo addosso, colpendomi come dei mattoni. Justin é tornato, le bugie, le promesse, Tanner, i segreti, il cottage, l'inseguimento in macchina e ora questo...era troppo da mandare giù e dopo aver ripensato a tutto mi ritrovai a cercare aria da introdurre nei polmoni.

Questi faceva l'erte del pacchetto, la voce dentro di me sputava amaramente " pensavi davvero che mantenesse la sei promesse? É un criminale per una ragione Kelsey, mentire per lui é facile"

Scuotendo la testa per togliere questi pensieri dalla mia mente, rifiutai di credere a me stessa, dovevo sentire la verità provenire dalla bocca di Justin.

Pressando la schiena contro la porta, mi alzai, cercando il cellulare nella tasca dei pantaloni. Tirandolo fuori, cercai il numero più famigliare di tutti, aspettando che rispondesse.

" pronto?" 

" Carly" sospirai, camminando e cadendo sul letto, mettendo un braccio sugli occhi.

" Kelsey, oh mio dio. Grazie a dio stai bene. Volevo rimanere per assicurarmi che stessi bene ma John mi ha fatto tornare a casa per riposarmi" disse tutto d'un fiato, l'irritazione ovvia nella sua voce immaginandola mentre roteava gli occhi.

Ridacchiai, nonostante la situazione " lo so, ho chiesto dove fossi e mi ha detto che eri tornata a casa..." 

" si" disse, il silenzio cadde su di noi " stai bene?" sussurrò dopo molti secondi " non so cosa e successo, ma Bruce ha chiamato Justin e gli ha detto di tornare a casa. Ho visto cosa hanno FSTTO alla casa..." 

" Justin non mi dirà niente Carly" dissi, prendendo l'orlo della maglia " so quanto ne sai tu e la cosa divertente, e che ci hanno seguito in macchina" 

" cosa vuoi dire?" 

" stava andando tutto bene; Justin stava guidando, noi stavamo parlando, quando all'improvviso ha notato una macchina dietro di noi, ha provato a vedere se ci seguissero in tutte le nostre mosse e quando ha visto che ci stavano davvero seguendo, tutto si e trasformato come in una scena del film di Fast and Furious" dissi, mettendo la mia mano libera sullo stomaco " pensavo che sarei morta" mormorai.

Carly sospirò " tu e io sappiamo benissimo che Justin non lo permetterebbe mai" disse bloccandosi " metterebbe a rischio la sua stessa vita per proteggere te" 

" lo so" leccandomi le labbra, le pressai insieme " é solo che..." sospirando, roteai gli occhi ance se lei non poteva vedermi " io non lo so" 

" Kelsey" sospirò " che cosa c'è che non va? Cosa sta succedendo? Vuoi che venga li?"

" no, non voglio metterti nei guai..." 

" non lo farò. Sarò veloce. Voglio solo vederti di persona e assicurarmi che tu stia bene. Hai bisogno di un po' di tempo solo tra donne e io sono più che disposta ad aiutarti" 

L'ombra di un sorriso si formo sulle mie labbra " grazie Carly" 

" tutto per la mia migliore amica. Ora, quando vuoi che venga?" 

" non ora, sono troppo nervosi in questo momento, vieni domani così parliamo e guardiamo dei film?" chiesi speranzosa, pregando che fosse libera domani.

" certo. Sarò li domani pomeriggio. Ora che abbia sistemato questa faccenda, vuoi dirmi cosa succede? A parte l'ovvio, cosa ti sta rodendo dentro?" 

" mi sento...persa" sospirai "come se non lo conoscessi più" 

“Justin?" 

" si....mi sta nascondendo qualcosa...non mi dice niente" 

" sono sicura che ci stai pensando troppo Kelsey. Per quanto lui non mi piaccia, sta rischiando tanto con te. Quello che é successo stanotte....é l'inizio di qualcosa di importante, io lo so e per quanto posso capire...non e qualcosa da prendere alla leggera" 

" sta ancora occupandosi di quel tipo di affari con i ragazzi Carly? E questo?" dissi, mentre la mia voce era uscita più alta di quanto pensassi.

" Kelsey-"

" che cazzo é successo?" la voce di Justin rimbombò per tuta la casa, irrigidendomi mentre facevo cadere il cellulare sul pavimento.

" merda" imprecando, mi abbassai, prendendo il telefono. Non mi resi conto che la chiamata era finita.

Quando stavo per richiamare Carly, ci ripensai, continuando ad ascoltare Justin mentre urlava.

" che cazzo vuol dire che non lo sai? Mi hai chiamato rovinando il mio weekend con la mia ragazza...e ci hai interrotto per che cosa?? Per dirmi che non sai che cazzo sta succedendo?" Justin urlò e poeti immaginari la sua faccia...era fuori di se.

Aprendo la porta silenziosamente, lasciai uscire la testa per vedere se qualcuno mi stesse osservando. Quando vidi che nessuno mi guardava, mi incamminai fuori fino al pianerottolo sopra le scale, mettendomi vicino al corrimano per ascoltare la loro conversazione, volendo disperatamente capire cosa stesse succedendo.

" non eravamo a casa quando hanno attaccato la casa cazzo Justin" disse Bruce, stando fermi in piedi " eravamo fuori città e quando siamo tornati a casa abbiamo visto le fiamme che bruciavano il loro nome sull'erba, quindi non puntare il dito contro nessuno se non sai quello che é successo" 

Justin si passò le dita sul labbro superiore, ma sua mano sui suoi fianchi " la macchina era una delle loro vero?" 

" che macchina?" 

" quella che ci ha seguito mentre stavo tornando a casa" gli occhi di Justin caddero su Bruce.

" ora come ora, penso che sia giusto pensare che fosse una delle loro" disse John muovendo le spalle " ma se ti hanno seguito dall'inizio, vuol dire che sono stati vicino a te per tutto il tempo" 

" il che vuol dire che ti stavano osservando anche usando hai lasciato il cottage" disse Marco triste.

La mia faccia cadde ascoltandoli.

" ci stanno controllando da quando li abbiamo incontrati al capannone di Luke" sussurrò Justin con i pugni serrati.

Trattenni il respiro Nonappena sentii pronunciare il nome di Luke, tutti i ricordi di tutto quello che ci aveva fatto mi tornarono in mente in un flash.

" porca Troia" disse Justin, dando un pugno in aria mentre si batteva le mani sulle cosce " come cazzo ho fatto a non accorgermene prima?" 

" nessuno di noi se n'é accorto. Avevano pianificato tutto senza che noi sapessimo niente" disse Marcus.

" se questi bastardi mi stavano guardando, vuol dire che stavano vicino al cottage, vero?" Justin chiese mentre c'era esitazione nelle sue parole.

Dove voleva andare a parare con questo?" 

Ascoltando meglio, mi sedetti sulle scale, sperando che nessuno mi sentisse. 

" se é stato dietro di te tutto il tempo, si, ti stava osservando anche nel cottage" rispose Bruce.

" porca puttana" Justin si mise tutte e due le mani tra i capelli " ha visto tutto? Lui..." scuotendo la testa, Justin prese la prima cosa che gli capito a tiro, una tazzina di ceramica, e la gettò dall'altra parte della stanza, rompendola in mille pezzo " ci sono già passato, non voglio farlo di nuovo" 

Subito i ricordi di quella notte di tre anni fa mi tornarono in mente.

***
" cosa vuoi dire?" chiese Justin.

" mi sono svegliata sentendo qualcuno accarezzarmi la guancia ma quando mi sono svegliata, non ho visto nessuno. Ho pensato che fossi andato in bagno, ma dopo cinque minuti, ho realizzati che te ne eri andato e che ero da sola in camera" 

***
Stringendo gli occhi, cancellai quei ricordi, volendo soltanto dimenticare il passato.

***
" non mi hai neanche detto che Luke mi stava osservando..." mi bloccai, stringendo gli occhi.

****
" no" sussurrai a me stessa, cancellando i ricordi che continuavano a tormentarmi.

i miei occhi si spalancarono udendo un'altro rumore. Vidi Bruce che aveva gettato il telecomando contro la porta d'ingresso.

" ti avevo detto di tenere la bocca chiusa quella notte. Sapevo che sarebbe successo qualcosa, ,a come sempre non mi ascolti" esasperato, Bruce si strisce la nuca " non volevo che tutto questo finisse così. Ora tutti noi siamo dentro a questo casino!" 

" sei davvero un tipo naïf, pensavi davvero che dopo il nostro incontro, Lyndon ci avesse lasciato stare? Tutto questo fa parte di quello di cui no ci occupiamo!" Justin alzò le braccia, guardando Bruce dome se stesse davvero perdendo la testa.

" no, ma avremo potuto evitare una cosa del genere. Gli hai spinti al loro limite e ora faranno tutto quello che é in loro potere per buttarci giù" 

" se vogliono giocare, io sono pronto" disse Justin a denti stretti, i suoi occhi brillavano " é facile per loro. Vogliono portarmi in basso, vogliono sorpassarci" ridendo umoristicamente ma cupamente, Justin scosse la testa " se pensano davvero che siano capaci di fare questo, non sanno che cosa gli aspetta" 

Bruce alzò un sopracciglio, la sua bocca era una linea dura " che cosa farai?" 

" li porteremmo giù, li batteremo uno per uno. Questo era un loro avvertimento e non c'é modo che loro mi manchino di rispetto ancora. Possono venire contro di me, non me ne frega un cazzo ma seguirmi anche quando c'é la mia ragazza? Hanno superato il limite" 

" non puoi pensare soltanto ad attaccarti. Vogliono che noi li affrontiamo e se dia loro quello che vogliono davvero, noi staremo al loro gioco e finiremo di nuovo in mezzo al casino, ed é l'ultima cosa che voglio nella vita" 

" non posso stare qui seduto a guardare mentre loro mi portano giù di muovo" disse Justin arrabbiato " l'ultima volta, ci siamo fottuti da soli" 

" dimmi una cosa" Bruce alzò una mano, facendo tacere Justin " qual'e stata la prima cosa a cui hai pensato stanotte?" 

" la prima cosa a cui ho pensato? Che cosa ha a che vedere questo con tutto quello di cui stiamo discutendo?" 

" rispondi alla domanda" disse Bruce incitandolo, le sue labbra dure " a che cosa o a chi hai pensato quando hai scoperto che ti seguivano?" 

Justin non esito a rispondere " dovevo proteggere Kelsey" la sua voce era un sussurro, uno sguardo addolorato gli attraverso il volto.

" e dato che tu vuoi proteggerla, devi giocare bene le tue carte. Ti hanno seguito Justin; loro sanno che lei fa parte della tua vita e vogliono muovere la loro attenzione su di lei" 

" se pensano anche solo per un attimo che possono alzare anche un dito su di lei, si sbagliano di grosso" urlo Justin " non c' é modo che io lasci succedere di buono quello che e successo con Luke. Quel coglione l'ha traumatizzata abbastanza e non posso permettere che le succeda altro" 

" ecco vedi!" dice Bruce, rivolgendo le parole che aveva appena sentito a Justin, che le aveva appena pronunciate " faresti di tutto quando si gratta di mantenere Kelsey al sicuro, ma non puoi mettere su un incontro sapendo che la cercheranno. Ci aspettano e aspettano che noi facciamo qualcosa, e lo faremo, solo che non sapranno quando" battendo le mani insieme, Bruce scrollò le spalle. " lo faremo alla mia maniera e stavolta?" si fermò, guardando Justin " tutto andrà liscio" 

Lasciando uscire un sospiro, Justin alzò la mano " non importa" disse a denti stretti.

" devo fare un paio di chiamato e informarmi su quanto é successo, nel frattempo, perché non bai a riposarti? É stata una giornata dura per te e sono sicura che la tua ragazza ti sta aspettando" 

Vedendo il suo sguardo Nonappena venne pronunciato il mio nome, Justin sussultò, annuendo " va bene, ci vediamo" 

" ciao" 

Girandosi, Justin stava per salire le scale quando la sua attenzione venne di nuovo rubata da Bruce.

" Justin?" 

" si?" disse girando la testa, per guardarlo confuso.

" sai che cosa significa tutto questo vero? Che cosa stiamo per fare?" Bruce guardò Justin con occhi brillanti.

Justin rimase in silenzio, lasciando che Bruce finisse di parlare.

" stiamo iniziando una guerra" 

Sussultai, poggiando velocemente una mano sulla mia bocca, mentre tutte le loro teste si girarono verso di me. Alzandomi velocemente, corsi nella stanza di Justin anche se ero sotto shock a causa di tutto quello che avevano detto.

Tutte le mie paure confermate.

Justin non solo si preoccupava ancora dei suoi affari, ma stava per cominciare qualcosa che non probabilmente non avrebbe finito.

Tenendomi la testa tra le mani, passai la lingua sulle labbra secche, cercando disperatamente di non piangere. Quando la porta della stanza si aprì, sussultai, voltandomi per vedere Justin fermo sulla soglia, gli occhi spalancati dalla paura.

Era spaventato della mia reazione, e ne aveva tutto il diritto.

" Kelsey, lasciami spiegare-"

"no" lo bloccai,alzando una mano " tu mi hai mentito" 

" lo so ma l'ho fatto per il tuo bene-"

" il mio bene?" lo guardai incredula " ma ti stai sentendo?" 

" ascoltami!" ringhiò, facendomi tacere mentre mi guardava con occhi brucianti. " per favore" disse abbassando la sua voce ad un sussurro " é tutto quello che ti chiedo- ascoltami" 

" allora muoviti" mossi una mano versi di lui, aspettando che parlasse mentre incrociavo le braccia al petto.

Passandosi una mano tra i capelli, Justin si mosse sul pavimento " so che può sembrare brutto ok? Non avrei dovuto mentirti ma se ti avessi detto tutto avrei cominciato un problema ancora più grande- qualcosa che al momento non mi serve. Ti voglio indietro, non voglio rovinare. 

" Allora non immischiarti in questo casino" 

" Kelsey" Justin si passò le mani tra i capelli, scuotendo la testa nello stesso momento " non farlo" mi avvertì.

" sei incredibile!" dissi puntando un piede sul pavimento " questo é per te! Non puoi continuare a fare cose rischiose come se non fosse niente e sottovalutare la tua vita solo a causa di alcuni coglioni che vogliono buttarti giù!" 

" non posso lasciare che vivano" disse a bassa voce " mi hanno sfidato stanotte mentre ero con te e non posso accettarlo. Vorranno te, per avere me. Vuoi questo?" 

" no, ovvio che no" lo guardai, scioccata che mi avesse rivolto una domanda del genere.

" loro non fanno domande. So quello che faccio Kelsey ok? Se ti prendi un secondo per pensare capirai che quello che sto facendo é per il bene di tutti e due" 

" potresti tornare in prigione..." sussurrai, mentre le lacrime scendevano da sole lungo le guance " come può essere un bene per noi?" 

" non succederà di nuovo" mormorò, uno sguardo vulnerabile nei suoi occhi scuri " niente mi porterà via da te di nuovo" 

" non puoi controllare la vita Justin. Potresti anche essere capace ad uccidere quei bastardi ma niente ti terrà fuori dalla cella" 

" se lo faccio bene, li tirerò giù, tutti, tenendoti fuori da tutto e per fare questo, devi aiutarmi" Justin prese un respiro profondo, poi fece una passo avanti, avendo come risultato io che ne facevo uno indietro 

" no" dissi, mettendo una mano davanti a me per bloccarlo.

Il dolore nei suoi occhi " Kelsey..." 

" mi avevi detto che avevi smesso di occuparti di queste cose" sussurrai, la tristezza scivolava nelle mie parole mentre mi guardavo le mani, rifiutando di alzare gli occhi " e mi stai mentendo ancora. Come puoi dire che tutto sta andando bene? Non é vero. Ho bisogno di te nella mia vita, non lo capisci?" 

Rimanendo in silenzio, Justin ascoltava quello che avevo da dire.

" senza di te, é come se tutto cadesse e non posso farci niente" asciugandomi le lacrime con il dorso della mano, evitai di guardarlo " stai mettendo in pericolo la tua vita" 

" la mia vita é sempre in pericolo, non importa quello che faccio. Quello che é successo stanotte é la ragione perchè la ma vita non può essere quella che tu vuoi che sia" Justin scosse la testa, un sorriso sarcastico sul viso, che però non calmo i suoi occhi " non vedi?" Alzó le mani in aria, la sua faccia frustrata " io faccio cazzate Kelsey. Lo stile di vita che ho scelto per me é tutto tranne che fantastico. Io uccido per vivere. Mi assicuro che la gente paghi per essersi intromessi nel mio cammino, e non mi guardo mai alle spalle perchè secondo me é la cosa giusta da fare. So che e un casino, ma questo sono io. Io sono un casino Kelsey. La mia mente e un casino e nessuno può cambiarla" i suoi occhi bruciavano nei miei.

Aprii le mie labbra, cercando di dire qualcosa, ma la voce rimaneva morta in gola.

" é tutto andato a puttana...." mormorò cupo, i suoi occhi scuri. Un lampo glieli attraversò. " tutto quello che tocco, tutte le persone che entrano nella mia vita si spezzano e tutto per colpa mia...." 

" Justin-"

" Jazzy, Jaxon, i miei genitori" Justin si bloccò per respirare a fondo " tu" disse finalmente " Luke..." si prese le mani " e ora questo...tutti lentamente muoiono di fronte a me e tutto per colpa mia...." 

" di che cosa stai parlando Justin? Niente di tutto questo é colpa tua" mormorai confusa da quello che stava dicendo " ne abbiamo già discusso" 

Alzando la testa verso di me, vidi i suoi occhi luccicare, chiaramente in disaccordo con me. " é colpa mia invece!" disse Justin e prima che potessi rendermi conto di quello che stava succedendo, prese tra le mani una cornice e la gettò attraverso la stanza, quasi colpendomi " é tutto andato a puttana" disse, gettando a terra una serie di piatti per coprire la foto che era caduta a terra " e tutto a causa mia!" 

" Justin!" urlai, la mia testa piena di emozioni " smettila!" 

" tutto a puttane ...." sussurrò e per la prima volta, lo vidi bloccarsi e cadere di peso sul pavimento, battendo le ginocchia. Le lacrime gli riempirono gli occhi, cominciando a cadere lungo le guance.

" Justin..." mi misi una mano sulla bocca, non potendo credere che fosse così distrutto davanti a me.

Sembrava perso, spaventato e disorientato; l'opposto di quello che conoscevo. Uno sguardo distante gli attraversò il viso mentre fissava il vuoto, e fu allora che capii che qualcosa era andato storto.

" Justin..." dissi ancora, andando verso di lui mentre lentamente mi abbassavo al suo livello " guardami" 

" tutto a puttane...." ripeté, la sua voce era un sussurro agonizzante. Tremò, continuando a fissare il vuoto.

" per favore Justin...smettila di dirlo" mormorai, le mie mani tremavano mentre cercavo di calmarmi abbastanza per aiutarlo.

" sei tutto per me, lo sai?" disse mormorando, la sua vista offuscata mentre mi guardava.

" lo so" annuii, cercando disperatamente di calmarlo " certo che lo so" ripetei, avvicinandomi a lui e prendendogli il viso tra le mani costringendolo a guardarmi.

Scuotendo la testa, potei capire che stava combattendo contro l'urgenza di piangere " no, non lo sai" sussurrò.

" invece si Justin, te lo giuro. Ti prego guardami amore" dissi, accarezzandogli la guancia con il pollice, cercando di tirarlo fuori dal buco in cui era caduto " ti prego guardami" 

" senza di te sono niente" mormorò in modo non coerente, anche se lo avevo capito bene. Spingendosi contro la mia mano, chiuse gli occhi mentre il suo respiro era la minimo.

Justin emise un sospiro, mentre mi avvolgeva la vita, mettendomi vicino a lui mentre affondava il naso nel mio petto " non lasciarmi" mormorò " ti prego" 

Passando le dita tra i suoi capelli, gli massaggiai la nuca. " non vado da nessuna parte" sussurrai, stringendolo forte e per la prima volta, ero io quella che si assicurava che stesse bene.

Danger's back - italianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora