La notte-Gabrielle

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Gabrielle rifletteva sola nella sua stanza. 

Non poteva pensare che una cosa del genere potesse accadere proprio a lei. La sua reputazione ne sarebbe andata distrutta e chi mai avrebbe voluto avere a che fare con una come lei? Tutti i suoi sogni erano stati cancellati con un colpo di spugna. Ora il suo futuro era un'incognita e nemmeno una fuga l'avrebbe salvata. Ci aveva pensato, forse fuggire l'avrebbe salvata da un destino indegno ma l'avrebbe condotta ad un altro altrettanto miserevole: senza denaro, senza nessuno a cui rivolgersi non sarebbe mai sopravvissuta. No, la fuga non era contemplabile. 

Si sarebbe arresa a ciò che era stato decisa da lei, forse il signor Toupier l'avrebbe rispettata, forse alla fine si sarebbe pentito di averla chiesta come garanzia di un debito e non l'avrebbe portata via...

 Era certa che l'uomo entrato nel salotto fosse lui , pur non chiedendo conferma a suo padre, ed era arrivata alla conclusione che gli occhi di quell'uomo non erano malvagi. Forse arrabbiati, gelidi ma non malvagi. 

Forse, la sua richiesta era stata solo una provocazione per far capire a suo padre chi dettava le regole, un'umiliazione che si sarebbe risolta in un gesto di sua profonda magnanimità. Gabrielle ci sperava, ma in fondo sapeva che non sarebbe andata così. Quell'uomo aveva richiesto, anzi preteso, che lei se ne andasse con lui, e le sue parole erano state una conferma Al momento del loro incontro lei era già stata condannata. 

Chissà come sarebbe stato imbarazzante il loro prossimo incontro, lei ormai era alla sua mercé e lui che avrebbe potuto fare di lei qualsiasi cosa: una sguattera, una cameriera, un'amante. Quest'ultima ipotesi era sicuramente la più probabile. Nessun uomo, le aveva insegnato l'esperienza, si sarebbe fatto scappare l'occasione, soprattutto un uomo che chiede una donna come garanzia di un debito. L'aveva comprata come se fosse una prostituta qualsiasi, da prendere e da usare a piacimento. 

Solo tre mesi, le aveva detto suo padre. Tre mesi in cui altri avrebbero disposto del suo corpo a piacimento senza che lei potesse ribellarsi, perché i suoi desideri contavano poco o nulla.

Gabrielle cominciò a sistemare gli abiti che aveva intenzione di portare con sé. Per quel giorno non voleva che nessuno entrasse in quella stanza, nemmeno la sua cameriera e aveva deciso di provvedere da sé ai bagagli. In fondo, non avendo idea di cosa le occorresse per quei tre mesi, il compito si dimostrava abbastanza arduo e lei non aveva intenzione di riferire a qualcuno le sue perplessità.

E poi, provava troppa vergogna nel vedere altre persone, nel sapere che dal giorno seguente non sarebbe più stata la ragazza rispettabile che era sempre stata. 

Un altro pensiero la angosciava: lei non sapeva cosa volesse un uomo da una donna. Certo, sua madre l'aveva istruita su come avvenisse l'atto sessuale e su come ad esso le donne dovessero soggiacere per dare ai loro mariti degli eredi. Le aveva fatto intendere che nell'intimità ci fosse qualcosa di ripugnante per una donna, che doveva essere sopportato per una ragione superiore: la procreazione. All'epoca Gabrielle ne era rimasta scioccata e aveva immaginato che un atto così imbarazzante sarebbe stato meno ripugnante se compiuto con un uomo verso cui si provava un certo affatto.

Quel pomeriggio, però, quella sua illusione era crollata e questo la turbava. Un marito si congiunge carnalmente con la moglie per avere degli eredi, un uomo con una amante per cercare il piacere. Questo lo aveva scoperto parlando con le sue amiche e leggendo di nascosto alcuni romanzi che raccontavano di amori tormentati, donne maltrattate, uomini crudeli. Gabrielle sperava che il signor Toupier fosse conscio della sua ignoranza in certe questioni e ciò fosse sufficiente per impedirgli di prendersi ciò lei non avrebbe potuto dargli.

 Aveva paura di lui e di ciò che le avrebbe fatto, ma aveva paura anche di se stessa,della reazione che avrebbe avuto. Non era pronta a tutto questo e temeva che non lo sarebbe mai stata. Ma era inutile pensare, la notte si stava avvicinando e lei aveva ancora tante cose da fare, prima di abbandonarsi ad un sonno che le avrebbe portato solo incubi.    

Per amore e per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora