Il volto di Martin lasciava trasparire una notevole sorpresa. Tuttavia, fu il primo a riprendersi e, senza provare a coprirsi, disse sorridendo:
- Prego, entra pure. Come vedi, non attendevo altro se non una tua visita-
Gabrielle aveva il volto in fiamme e non era sicura di quale fosse il modo giusto per rispondere a quella battuta così sarcastica. In realtà, aveva ancora la mano sulla maniglia della porta e aveva abbassato gli occhi per vergogna e, se avesse potuto, sarebbe uscita dalla stanza senza proferire parola.
- Forse è me...meglio che... che me ne vada- balbettò.
- Non essere sciocca- le rispose Martin - Non credevo saresti venuta: anzi, sinceramente speravo non venissi. Ma siccome sei qui, non ha senso rimandare-.
Martin provava un sottile piacere nel vedere Gabrielle in difficoltà. Aveva avuto un attimo di shock quando le si era parata davanti, ma doveva ammettere che quella ragazza aveva avuto fegato.
Ora, però, era nel suo territorio e avrebbe dettato lui le regole del gioco.
Gabrielle obbedì e chiuse la porta dietro le spalle. Martin approfittò di quel momento per avvicinarsi a lei.
- Se hai avuto il coraggio di entrare nella tana del lupo a quest'ora di notte dovevi avere qualcosa di importante da dirmi. Vorrei farti accomodare ma, come vedi ,non c'è altro posto se non il mio letto e dubito che tu voglia condividerlo con me. Posso, però, offrirti un bicchiere di whisky, mentre ascolto ciò che hai da dire- la provocò, continuando a sorride beffardo.
- Mi sta prendendo in giro milord e questo non mi piace. Ero venuta qui per abbassare l'ascia di guerra e scusarmi per il mio comportamento eccessivo. Evidentemente ho sbagliato momento. Se rimassi qui, finirei per insultarla nuovamente. Le auguro buonanotte- Gabrielle fece per uscire, ma Martin le bloccò il braccio e la fece girare.
Il suo viso era a pochi centimetri dalle sue labbra.
- Credevo avessimo superato certe formalità- le sussurrò, allentando la presa sul suo braccio – e poi sono curioso di sapere cosa avevi esattamente da dirmi-.
Gabrielle divenne rossa per il contatto con la mano di Martin: avrebbe voluto allontanarsi, ma anche se il suo braccio era libero si sentiva paralizzata.
Era così difficile mantenere un'aria sicura di spavalda quando dentro di sé tremava dalla paura. Fece appello alla rabbia che quell'uomo le aveva suscitato poco prima e sorrise.
- Bene. Allora può liberare il mio braccio- e così dicendo si allontanò dalla porta, e si diresse al centro della stanza, verso il tavolino che reggeva il vassoio dei liquori.
Versò due bicchieri di whisky e tornò verso Martin, consegnandoli uno dei due calici – Prenda signore, se non sbaglio eravamo arrivati a questo punto prima che mi impediste di uscire-.
Martin sorrise e prese il bicchiere che gli era stato offerto. Il comportamento di Gabrielle era in grado di sorprenderlo sempre. In realtà, nessuno dei suoi comportamenti erano stati prevedibili fino a quel momento.
Chissà cosa aveva in mente.
- Tutta questa gentilezza mi lascia perplesso. Non ero forse la persona che più odiavi fino alla scorsa settimana? O forse, sei venuta fin qui per dirmi di aver capito che al mondo esiste un essere più abietto di me, ad esempio lord Cowd?- Martin si pentì subito di quel riferimento quando vide Gabrielle sbiancare, ma si rese conto che la ragazza era più forte di quanto voleva apparire, appena ascoltò le sue parole.
STAI LEGGENDO
Per amore e per vendetta
Historical FictionLondra, 1866. Martin Toupier ha un solo desiderio: vendicare la morte della sorella, punendo la persona che reputa essere stata la causa del suo suicidio. Per realizzare il suo scopo ha ideato un subdolo piano, che cambierà per sempre la vita della...