L'incontro con Gillian lo aveva psicologicamente devastato.
Quell'uomo aveva finto di non conoscere Rosalie e il peggio era che era parso sincero.
Non poteva averla dimentica, non così in fretta! No, la spiegazione doveva essere un'altra. Doveva aveva parlato per tutto il tempo con un bugiardo nato: solo una persona tanto abietta avrebbe potuto fingere in maniera così naturale. Martin era arrivato addirittura alla conclusione che l'intero incontro fosse stato studiato a tavolino per spingerlo a rinunciare al suo debito e sposare Gabrielle, in modo tale da risolvere la questione nel migliore dei modi.
Probabilmente era stato lo stesso conte Castle a spingere il figlio a fare una mossa tanto azzardata, ignaro della vera motivazione che aveva spinto Martin ad agire.
Per questa ragione, quando fece ritorno a casa, a notte fonda, era di pessimo umore.
Aveva appena varcato la porta e tolto il mantello che sentì una voce richiamarlo.
Era la signora Temple.
- Signore. La contessina Gabrielle vorrebbe parlarle urgentemente. Mi ha chiesto di avvertirla al suo rientro. La attende nella biblioteca-.
Martin avrebbe voluto rispondere di mandarla al diavolo, ma si trattenne. Non era giusto trattare così la sua governante, l'unica persona che era in grado di tollerare il suo caratteraccio. Tuttavia, non era dell'umore giusto per parlare con quella ragazzina: era accecato dalla rabbia e la sua capacità di autocontrollo era limitata.
Così, convinto che sarebbe stato sufficiente per rimandare quell'incontro, disse : - Non ho alcuna intenzione di raggiungerla: se la contessina se ne è dimenticata, sono io il padrone qui. Se desidera davvero parlarmi che venga nelle mie stanze. Sarò lieto di accoglierla- la signora Temple lo guardò scioccata, incapace di obbedire- Su, vada a riferire- proseguì Martin.
Non poté fare a meno di sorridere quando la signora Temple fece un piccolo inchino e con aria contrita gli disse: - Agli ordini-.
"Un condannato diretto al patibolo avrebbe avuto un'aria meno truce", pensò Martin.
- Buonanotte, signora Temple- le disse di rimando e si diresse anche lui verso la sua camera.
Era l'ora di andare a letto, ma prima avrebbe avuto bisogno di un bel bagno caldo per sciogliere la tensione di quella giornata infernale.
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Gabrielle sollevò la mano incerta. Stava per bussare alla porta del Signor Toupier a notte fonda. Non era esattamente il comportamento che ci si aspettava da una signorina della sua posizione, ma ormai erano tante le regole che aveva infranto e una in più non avrebbe fatto molta differenza agli occhi della buona società.
E poi Martin l'aveva provocata.
Quando la signora Temple le aveva riferito le sue parole era rimasta interdetta, poi il suo volto si era tinto di rosso.
Ma cosa credeva quell'uomo?! Erano settimane che la ignorava, e forse se l'era anche meritato, ma quella sera lo aveva aspettato per ore per potergli parlare.
Si era logorata per l'intero pomeriggio e alla fine aveva trovato anche le parole giuste da dirgli.
Per prima cosa si sarebbe scusata per il suo comportamento sciocco ed infantile, poi avrebbe cercato di capire di più sulle vere ragioni della sua permanenza lì. Forse, se si fosse dimostrata davvero docile e sottomessa, avrebbe ottenuto qualche informazione in più.
E poi voleva davvero scusarsi per ciò che aveva detto la sera dell'aggresione.
Però la rabbia le era montata di nuovo dentro quando lui l'aveva beffeggiata in quel modo: credeva, forse, che non avrebbe avuto il coraggio di cercarlo nella sua camera?
Ebbene, si sbagliava. Così, appigliandosi al coraggio che quelle parole le aveva fatto rinascere, bussò alla porta, da cui filtrava la luce delle candele, e senza attendere una vera e propria risposta entrò.
Ciò che vide di fronte ai suoi occhi la paralizzò.
Martin era di fronte a lei, a petto nudo, con ancora alcune gocce di acqua che scivolavano giù dai capelli neri bagnati....
Continua....
Nota autrice:
Il capitolo è piccolo, lo so. Ho avuto pochissimo tempo in questi giorni per revisionare il testo e ho preferito caricare solo ciò che avevo già corretto. Qualche giorno di pazienza e avrete la continuazione.
Vi assicuro che il prossimo sarà un capitolo molto interessante.... :-)
Buona lettura.
Cristina
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Per amore e per vendetta
Ficción históricaLondra, 1866. Martin Toupier ha un solo desiderio: vendicare la morte della sorella, punendo la persona che reputa essere stata la causa del suo suicidio. Per realizzare il suo scopo ha ideato un subdolo piano, che cambierà per sempre la vita della...