6. The Folveshch

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Non osai ritornare al cottage dopo quell'avvenimento e non permisi neanche ad Aleksy di farlo

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Non osai ritornare al cottage dopo quell'avvenimento e non permisi neanche ad Aleksy di farlo.
Alcune ore dopo, lo portai a casa mia e gli dissi che avevo trovato suo padre morto e che il mio vecchio cugino Pyotr si sarebbe messo in contatto con il custode del cimitero il giorno seguente.
Pianse per molto tempo nella nostra cucina, raggomitolato nelle sue ginocchia, con la testa seppellita tra i suoi piedi, con ancora il suo abbigliamento per l'aperto.
Era ridotto in uno stato pietoso e io mi curvai per abbracciarlo.

Avrei dovuto presumere che Viktor fosse morto di fame e di disidratazione, nonostante i più grandi sforzi del figlio e la convinzione imperterrita del suo ricovero.
Come possono camminare gli uomini morti? Non ho bisogno di ricordarvi che non possono e io lo so benissimo.
Pyotr mi assicurò che era morto, confermando senza ogni dubbio che il suo cuore aveva cessato di battere settimane fa.

"Così è per questo che non mi parlava?"
mi chiese Aleksy dopo aver asciugato la sua ultima lacrima.
"N-non poteva."

"Non poteva da un bel po', Aleksy" gli dissi, mantenendo un tono dolce.
"Pyotr dice che è morto da minimo un mese."

"Ti sbagli" sbottò.
Scosse la testa e la lunga frangia ondeggiò sulle sue sopracciglia.
"Ha parlato con te la scorsa settimana; ti ha detto di ringraziare tua madre per le pagnotte, ricordi? Ha detto che avrebbe riparato la tua bicicletta solo in cambio di un sorriso. Ti ha chiesto un aiuto per portare i tronchi. Io me lo ricordo."

Mia madre comparve al lato opposto della stanza e mimò una parola: "no."
No cosa? Che quello che mi ha detto Aleksy era frutto dell'immaginazione fin dall'inizio?
Mio padre non aveva detto una parola da quando lo trovammo malato, a quattro zampe sulla collina di Slava, gridando rivolto verso il cielo.
Un lungo periodo da solo in silenzio, avrebbe soltanto causato la devastazione delle psiche di Aleksy, tenendo conto delle sue capacità di sopportare tale solitudine.
Dio sa che io stesso l'avevo sperimentato nella kabina, così feci attenzione a mia madre e le sorrisi.

"Lo ricordo."

Aleksy non aveva bisogno della verità.

Sareste lieti di sapere che il povero ragazzo finalmente, da quel momento, viveva come se fosse stato parte della mia famiglia, non avendo nessun parente da cui andare.
In molti modi era come se riempisse il vuoto che aveva lasciato Rusya nove anni fa... con anche la coincidenza che avrebbero avuto la stessa età, grosso modo...ma so che Aleksy non avrebbe mai voluto sostituirlo.

La cosa che era meno benvenuta, tuttavia, era che Aleksy era diventato come una pecorella smarrita e mi seguiva in qualsiasi cosa che lui poteva fisicamente fare.
Voleva sedersi al mio fianco e guardarmi leggere il giornale sulla sedia di papà; voleva guardarmi mangiare, preparare il caffè, posare il bucato sulla stufa.
Voleva accodarsi anche quando andavo a fare visita alla mia nuova innamorata, Marina, facendoci mancare il nostro bisogno di spazio personale e intimità...
Inutile raccontare tutta la mia vita sentimentale, ma Aleksy la interrompeva, essendo inesorabilmente curioso su noi due.
Voleva anche accompagnarmi fuori casa e sedersi a disegnare volti nella neve finché non finivo.

The Folveshch (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora