10. The Folveshch

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"Siediti" gli dissi e lui lo fece, con un ghigno stampato sulla faccia

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"Siediti" gli dissi e lui lo fece, con un ghigno stampato sulla faccia.
"Irina è qui per vederti."

"Ho fame."
Leccò le gocce di sangue nel suo labbro inferiore, dando un'occhiata a Irina.
"Che sapore hai?"

"Aleksy, smettila. Ora, Irina, di cosa avevi bisogno di così urgente?"

"Um... volevo parlare con lui di mia figlia, Annina."

"Perché con me?" chiese Aleksy.

"Perché penso che tu sia l'unico a potermi raccontare ciò che le è successo."

"È così? Avanti."

"Bene.. non dovrei realmente essere qui. Mio marito non sa che sono venuta per vederti e i-io non so esattamente cosa sia successo, ma..."

Aleksy alzò gli occhi al cielo
"La parte importante."

"Oh, bene, secondo mio marito, la scorsa settimana Annina non è tornata a casa dal coro. Lui è uscito a cercarla per tutta l'enormità del villaggio e la trovò a Strangers' Pass. Grazie a Dio Annina non era ferita, ma mio marito mi ha detto che lei era.. fuori di sé. La trovò incollata al terreno; alla fine dovette prenderla e portarla a casa. Quando tornò dentro, ci chiese della.. della Folveshch."

I muscoli di Aleksy si irrigidirono, quasi come se fosse scosso dall'agitazione.
"C'è di più?"

"N-noi le spiegammo che è soltanto una storiella inventata, ma la cosa strana è che non ne avevamo mai parlato con lei."

"E tuo marito Avgustin? Sta bene?"

"Si, lui sta bene. Ma Annina no. Si spaventa di tutto. È sempre stata una piccola ragazza tenace, ma quel giorno la cambiò e ora dice che la Folveshch la guarda di notte attraverso la finestra. Ogni volta io ed Avgustin andiamo da lei, quando sta piangendo e guardiamo fuori dalla finestra, ma non c'è niente là fuori."

Aleksy si mise indietro con la sedia, mettendo in mostra i suoi genitali.
Si era preso un buon momento per mostrarsi nudo davanti a due donne, ma il suo senso di malizia era sempre stato origine di divertimento per me, così lo lasciai fare... soprattutto per il disagio di Irina.

"Avete tende?" continuò con disinvoltura, mettendo le mani tra le cosce.

"L-le imposte per l'inverno."

"Andranno bene. Tenetele chiuse."

"Così pensi che qualcuno la guardi?"

"Non la guarda nessuno" risposi, prima che Aleksy potesse anche solo fiatare.
"Tieni le imposte chiuse, così da calmare la sua ansia...questo era ciò che voleva dire."

"Tua figlia starà bene" le disse Aleksy.

"La Folveshch prende di mira gli uomini del villaggio, non le ragazze. È per tuo marito che io mi preoccupo; dovrebbe essere terrorizzato."

"Aleksy!" ringhiai.

"Annina lo ha guidato verso il passaggio" continuò.
"Lo ha portato verso la Folveshch, proprio come feci io con mio padre quando avevo nove anni."

"Lo ha portato lì?" disse Irina.
"È solo una bambina. Non sapeva cosa stesse facendo."

"Bene, non lo sapevo nemmeno io in quel momento, quando guidai mio padre, ma sono stato io a chiedere alla Folveshch di venire fuori dai boschi. Mio padre aveva bisogno di un po' di legna, ma si stava facendo tardi quindi ci separammo in cerca di grandi alberi da marchiare per abbatterli l'indomani.
Quando giunse la notte mio padre si preoccupò e venne a cercarmi. Disse che mi trovò giù nel passaggio, spiazzato...parlavo a me stesso.
Quando mi venne a prendere uscii fuori dallo stato confusionale e non ricordavo niente di ciò che era successo.
Quando ci incamminammo verso casa, la Folveshch ci seguì, stando circa a metà chilometri di distanza.
Io tenni lo sguardo dietro, verso essa e mio padre mi chiese cosa stessi guardando.
Lui non vide niente seguirci, come anche tu e Avgustin avete fatto.
Non potete vedere la Folveshch fuori dalla finestra di vostra figlia. No, non ancora."

"Non ancora?" Irina sospirò.

"Apparirà quando non ve lo aspetterete, come fece con mio padre. Lo stesso inverno in cui vedemmo la Folveshch lui non fu più lo stesso e essa mi perseguitava ogni volta. Sentivo sempre la Folveshch guardarmi; la sentivo graffiare sui muri esterni per attirare la mia attenzione. Graffio...dopo graffio...dopo graffio. Sempre ghignando. Ma non è mai entrata dentro. Sai il perché?"

Irina scosse la testa. "No."

"Perché feci tutto il possibile per non aver paura di lei. La notte lei chiamava il mio nome nel vento, ma quando ero con mio padre mi sentivo al sicuro, come quando sto con Stefan. 
Chiudi le serrande, dormi al suo fianco e Annina andrà avanti senza avere paura. La Folveshch proverà a prendere tuo marito attraverso lei, perché i bambini credono alle cose più facilmente degli adulti.
Elimina la paura prima che la Folveshch appaia ad Avgustin. Per mio padre, si è trattato solo di settimane."

Irina sembrava molto scossa.
"Okay" borbottò con un piccolo sorriso.
"Lo farò."
Ci ringraziò del nostro tempo e andò via.

Dopo che chiuse la porta dietro di lei, passai il giornale ad Aleksy.
"Per quale motivo hai detto queste cose?"

Lui rise e si asciugò il naso con la mano.
"Mi hai detto di recitare una parte, no?"

"Non era esattamente questo quello che intendevo."

"Irina e il resto di Renkassk pensano che tu sia una specie di mostro e invece di avere paura della Folveshch loro credono sia una cosa immaginaria e credono io sia un cannibale! Non vedi quanto è positiva questa cosa?"

Io disapprovai.

"Fin quando le persone non saranno realmente spaventati da essa, la Folveshch non li attaccherà. Questo è il perché tu non l'hai mai vista a Renkassk, Stefan, perché tu non mi credi minimamente.
Tu sei ignorante, un fortunato bastardo; tu non hai ancora conosciuto la sua faccia."

"

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The Folveshch (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora