Rahahel aprì gli occhi grigi, coprendoseli con il dorso della mano per proteggerli dalla luce. Li stropicciò, assonnato. Avvertì una fitta alla testa..si sentiva molto confuso.
Tentò di alzarsi da quel letto di seta…nera?! Che ci faccio io su un letto di seta nera?! Si chiese, allarmato. Non riuscì ad alzarsi ed ebbe un crampo allo stomaco.
Questi sono i postumi di una sbornia!
Tornò a chiudere gli occhi e ficcò la testa sotto il cuscino. Sentì lo scricchiolio di una porta che si apriva e un piccolo ticchettio, da artiglio o da tacco di scarpa.
“Ti sei svegliato, piumino?”.
Che voce poco angelica…è quasi… “Luciherus?” domandò l’Arcangelo.
“Sì. Chi ti aspettavi? La fatina buona? Ieri sera eri ubriaco disfatto e ho dovuto tenerti qui a dormire”.
Rahahel non ricordava. Lentamente, gemendo, tirò fuori la testa da dove l’aveva infilata.
“Parla più piano, Lu-chan! Ho la testa che scoppia!”.
“Lu-chan?! Vabbè…per oggi passi…sei ancora alticcio”.
L’Arcangelo passò entrambe le mani sui capelli biondo scuro ed inarcò la schiena. Le piume delle sue ali erano tutte gonfie e in disordine.
“Lu! Hei, Lu! Ti siedi qui, vicino a me?”.
Il Principe dei Demoni si mise a ridere e sedette sul letto con un largo sorriso: “Io te lo avevo detto di non bere troppo! Ma mai una volta che tu mi dia ascolto, Rahahellino!”.
L’arcangelo si rigirò sulla pancia e fissò il soffitto affrescato, attraverso il velo del baldacchino. “Sto davvero male”.
Il demone rise di nuovo e gli si stese a fianco: “Povero, piccolo, angelo! Hai davvero una faccia stravolta!”.
Rahahel emise un gemito e una specie di singhiozzo.
“Oh! Suvvia! Non è il caso di piangere! Non è successo niente!” lo derise il Principe, alzandosi “Ti faccio portare qualcosa. Vedrai che poi starai meglio!”.
L’Arcangelo sospirò, sentendo il demone parlottare con qualcuno alla porta.
“Ho ricordi confusi, Lu. Cos’è successo, esattamente, ieri sera e stanotte?”.
Luciherus tornò a sedersi sul letto: “Che cosa ricordi?”.
“Mmm…musica, luci, alcol…” iniziò la creatura angelica.
“…donne, uomini, danze!” terminò il Principe.
“Mi hai portato a donne? Ho rimembranze vaghe in proposito…”.
“Chi?! Tu?! No! Certo che no, pium-piumino! Dubito che tu ne sia capace!”.
Bussarono alla porta e il demone andò ad aprire. Tornò con un bicchiere in mano e lo porse all’angelo.
“Lu-chan…lo sai che io ho perso l’aureola per colpa tua?”.
“Non dire stronzate e bevi!”.
“Io ti dico di sì. Io…ho dovuto mentire!”.
“E io che cosa ho a che fare con il fatto che tu sei bugiardo?”.
“Io…ho dovuto mentire. Per nascondere il tuo segreto. Perché io…conosco il tuo segreto. So che tu…hai le ali da Arcangelo”.
Luciherus strinse più forte il mantello che aveva sulle spalle. Le sue ali da demone erano ben visibili ed aperte, ma quelle dorate e piumate erano sempre prudentemente celate sotto il mantello. Rahahel teneva il bicchiere fra le mani. Allungò il braccio, afferrando la borsa dimenticata in terra, e versò una polverina nella bibita. Bevve, con un’espressione disgustata.
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La città degli Dei 2- La Luce Dei Celesti
FantasySeguito de "La città degli Dei". Il tempo è trascorso, i bambini sono cresciuti e molte cose sono cambiate. Una lettera misteriosa viene consegnata alle divinità. Momoia, Madre Divina, convoca a sé gli Dei. Per quale scopo? Un nuovo nemico, un nuovo...