XVII. Mondo Angelico

7 1 0
                                    

"Chàire, Gibrihel!" salutò l'Arcangelo Rahahel, con entusiasmo.

Camminava felice per le vie della capitale del Pianeta degli Angeli.

"Ma guarda un po' chi c'è...Rahahel! Dov'eri finito? Eri sparito...che fine avevi fatto?" domandò Gibrihel, l'Arcangelo annunciatore.

"Sono stato malato" mentì Rahahel.

"L'Arcangelo guaritore malato?".

"Capita...".

"Eravamo tutti preoccupati!".

"Non serviva. Mi dispiace. Puoi dire a tutti, Gibry, che ora sono qui e sto bene?".

"Certo ma...le tue ali...".

"Cos'hanno?".

"Sono sempre più scure".

"E allora?".

"Prima l'aureola ed ora le ali...ma che combini, Rahahellino?".

"Niente. Sta tranquillo. Sto bene".

"Ed il tuo amico chi è?".

Dietro Rahahel stava Luciherus, coperto da un mantello azzurro con il cappuccio. Non voleva farsi riconoscere.

"Lui?" iniziò a rispondere l'Arcangelo guaritore "Lui è un mio amico. Viene dalla parte opposta del Pianeta e vorrebbe vivere qui. Lo porto dai Serafini-capo affinché approvino il suo trasferimento". "Capisco..." disse Gibrihel, avvicinandosi all'incappucciato "Da che città provieni?" chiese. Rahahel si mise fra i due.

"É molto timido. Avrete modo di parlare più tardi. Abbiamo un appuntamento!".

"Ah...ora ho capito cosa ti è capitato!" sghignazzò l'annunciatore.

"Non pensare male, Gib! Lui è solo un mio amico!".

"Lo spero, guaritore! Da caduto non sopravvivresti un giorno!".

Luciherus non riuscì a trattenere una risatina divertita.

"Spiritosi! Tutti e due!..." brontolò Rahahel "...avanti...andiamo!!!" continuò, rivolto all'incappucciato.

Gibrihel li salutò e tornò ai suoi affari. Scriveva su un quaderno, probabilmente gli appunti delle prossime lezioni per i suoi allievi, e si allontanò.

"Sei bravo a raccontare balle" commentò Luciherus, non appena fu fuori dalla portata uditiva dell'Arcangelo annunciatore.

Rahahel non rispose.

"Era da tanto che non lo vedevo..." parlò di nuovo il demone incappucciato "...e non è cambiato, neanche un po'! Voi angeli vi fossilizzate! Rimanete sempre uguali...".

"Perché avrebbe dovuto cambiare? È così carino..." ribatté Rahahel.

"Tu trovi tutti carini...".

"Perché non togli il cappuccio, Lu? Tanto non ti riconoscono!".

"Preferisco non rischiare".

"Come vuoi...è un peccato, però!".

I due iniziarono a salire i ripidissimi scalini che conducevano all'entrata del Tempio degli Angeli. Luciherus si sentiva a disagio. Non ripercorreva quella salita dalla notte in cui era stato maledetto e cacciato. Ci pensava raramente ma era inevitabile, dato il luogo in cui si trovava, e provava il fortissimo desiderio di tornare a casa. Voleva ritrovarsi fra gli altri caduti al più presto e lasciarsi alle spalle ogni cosa. Incrociarono due angeli che avanzavano nel senso opposto.

Parlavano fra loro: "Hai visto? La Dea della Morte!" diceva uno.

"Sì! Che bello che voglia sposarsi qui! È un evento così raro in un Mondo come il nostro..." rispondeva l'altro.

La città degli Dei 2- La Luce Dei CelestiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora