Capitolo 10

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"Jack Dawson: Mi piace svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi capiterà o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l'altra notte ho dormito sotto un ponte e ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo a bere champagne insieme a delle persone raffinate come voi... Secondo me la vita è un dono, non ho intenzione di sprecarla: non sai mai quali carte ti capiteranno ancora alla prossima mano. Impari ad accettare la vita come viene... così ogni singolo giorno ha il suo valore."

-Joel, è già andato via?-

Elina entra in salotto, con un cucchiaio e un cartone di gelato al cioccolato. Isabelle poltrisce sul divano mangiucchiando gelato e guardando film strappalacrime.

-Mi senti?- Disse sedendosi accanto a lei.

-Deve girare un film...per cui...- Continua a guardare la tv, asciugandosi gli occhi di tanto, in tanto.

-Perché piangi?- E mandò giù un po' di gelato.

-Titanic, mi ha sempre fatto quest'effetto-

-Lo so, piangi sempre come una fontana- Disse ridacchiando.

-Non prendermi in giro-

-Non lo faccio-

-Perché mi hai chiesto di Joel?-

-Mi piace quel ragazzo!- Disse con gli occhi a cuoricino.

-Ehy, vacci piano. O lo dico a papà!- Disse minacciandola con il cucchiaio pieno, di gelato.

-Tranquilla, io amo solo lui- Rise –Non te lo porto via, il tuo Joel-

-Mamma, finiscila!- La avvertì.

-Di fare cosa?- Disse innocente, mangiucchiando il cioccolato.

-So dove vuoi andare a parare-

-Sarebbe un ottimo fidanzato- Annuì.

-È il mio migliore amico-

-Stareste bene insieme. Oh, già immagino...-

-Non immaginare nulla- Disse guardandola distrattamente –La mia testa ha pensato una volta ad un ipotetica relazione...ma, non finirebbe rose e fiori. Siamo destinati ad essere, amici per sempre-

-Peccato, io l'avrei già sposato- Guardò Isa che aggrottò le sopracciglia.

-Oh, mio dio...è un periodo di merda- Tornò a distendersi sul divano, guardando la tv.

-È...per lui?!- Si azzardò a chiederle Elina.

-Si- Affermò.

-Tesoro, io...- Sbuffò, non sapendo come iniziare quel discorso.

-No!- Lo disse quasi strillando –Non dirlo. Non cominciare dicendo, "Te lo avevo detto", non farlo...ok?- Tremava, voleva solo darsi una martellata in testa. Sua mamma aveva ragione su tutti i fronti.

-Non volevo dirlo, non lo avrei mai detto- Guardò la figlia con compassione.

-Sono una stupida, mamma- Confessò pentendosi delle decisioni prese.

-No, sei solo una ragazza come tante, una ragazza innamorata...- L'abbracciò stringendola come si fa con i bambini.

-Ho voluto a tutti i costi darti torto...e guarda ora?- La guardò, occhi rossi e lacrime sul viso –Non volevo arrivare a questo...credevo che lui...fosse diverso- Piagnucolò con le gambe strette al petto.

-E io non dovevo dirti tutte quelle cose. Ho sbagliato, e ora che ti trovi in questa situazione, io...- Elina sospirò –Sarei dovuta stare zitta, dirti che mi piaceva e lasciarti sbagliare- Isa la guardò, fece per parlare, ma tacque –Tu non sai quanto mi dispiace. Sei tu che avevi ragione. Tutti hanno bisogno di sbagliare, e che...non posso proteggerti in eterno-

Innamorata del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora