Mangiando i muffin preparati da Benji e aspettando l'amica Isabelle, Camilla rimurginava su quanto detto dall'amico prima.
Le diceva più volte di essere unica ma lei questo lo sapeva. Avvolte pensava che essere unica fosse una cosa meravigliosa e positiva, mentre in altri momenti, vedeva questo come una diversità, qualcosa da nascondere e desiderava essere come tutti gli altri. C'era questa cosa in lei che non capiva, che le dava il tormento; questa continua indecisione, persino su come essere tutti i giorni. Certi giorni, era allegra e spensierata e andava fiera della persona che era, non badava a pregiudizi, era sicura di sé e camminava a testa alta infischiandosene degli altri. Altri giorni invece, era nel suo mondo, in un piccolo universo parallelo creato da lei in cui si rifugiava e si isolava dagli altri; entrava in una specie di trans dove tutto ciò che accadeva all'esterno rimaneva lí, fuori dal suo universo.
In questi momenti per ritrovare se stessa e per eliminare ogni pensiero triste, lei leggeva: si immergeva in questi libri dove poteva viaggiare, sentirsi libera di andare dove vuole. Nei libri trovava tutte le risposte che la vita non le dava, viveva avventure insieme ai protagonisti, si innamorava di loro, piangeva insieme a loro.
Camilla amava i libri quasi quanto ama il sole e il mare. Poi se si combinavano tutti e tre gli elementi era il trio perfetto. Per lei i suoi amici combaciavano con il trio.
Benji era di certo il mare, con quel suo bel caratterino a momenti tanto burrascoso come le onde durante una tempesta e a momenti rilassato e tranquillo. Di lui Camilla ammirava la libertà e indipendenza, la stessa che rivedeva in quella distesa d'acqua salata che le sembrava infinita e che per questo amava tanto guardare.
Isabelle era il sole, allegra sempre e comunque, raggiante e come quando le nuvole coprono il sole,cupa. Lei era un sole coperto dalle nuvole, non tutti potevano ammirare cosa ci fosse dietro, nonostante esso sia una cosa così evidente alla vista di chiunque, molti non ci facevano caso. Come il sole era una cosa ovvia anche Isabelle veniva considerata tale, ma Camilla che amava il sole e lo riteneva un fattore che migliorasse la giornata, riteneva che anche l'amica fosse così. Non la dava mai per scontata, sapeva ciò che aveva passato e la capiva, non la faceva sentire di troppo o una persona qualsiasi.
Una cosa che faceva bene Camilla era di certo far sentire le persone speciali. Era questo che ha fatto diventare lei e Isabelle tanto amiche.
In primo liceo, ritrovate nella stessa classe, Camilla vedeva questa ragazza dai capelli biondo cenere e le lentiggini, leggermente in sovrappeso, che si era seduta all'angolo da sola. Non amava stare al centro dell'attenzione ora che il suo corpo era cambiato così. Aveva perso le sue amiche, le aveva lasciate andare perché riteneva di non essere alla loro altezza e non le seguí nella loro scelta del liceo. Ai suoi occhi tutte le ragazze della sua nuova classe erano perfette. Ammirava in particolar modo Camilla, la trovava bellissima, e desiderava con tutto il cuore essere come lei, sia caratterialmemte che fisicamente. Quando Camilla si avvicinò a lei per parlarle e fare amicizia un mese dopo l'inizio del primo liceo, Isabelle si meraviglió della semplicità di questa ragazza e di come non la facesse sentire sbagliata.
-Ho visto che mi stavi guardando e allora ho pensato che ti avrebbe fatto piacere parlare con me.
A quelle parole Isabelle non riuscì a rispondere, ormai non ci sapeva più fare con le amicizie. Le amiche che aveva prima le aveva conosciute da piccolissima quindi non ricorda neanche come avessero fatto a conoscersi. Alla risposta silenziosa di Isabelle, Camilla continuó dicendo:
-Non ti biasimo se non hai molta voglia di parlare con la nostra classe, sono tutti un po' egocentrici ed eccitati per l'inizio del liceo, tanto che vogliono già diventare i più popolari della scuola. A me personalmente questo non importa, voglio solo che tu sappia che se hai voglia di parlare con qualcuno ci sono io.
Allora Isabelle si fidó di questa gentile ragazza e le disse:
-Se vuoi questo posto è libero, puoi essere la mia compagna di banco..sempre se ti va..se dopo ti do fastidio o ti stanchi di me puoi ritornare dove stavi..
Camilla sorridendo le rispose:
-mi stai già molto simpatica.
Da quel momento passarono 4 anni e quelle due ragazze rimasero compagne di banco. Camilla fece acquisire a Isabelle molta più sicurezza in sé stessa.
Ad un certo punto, mentre Benji si ingozzava di muffin sentirono il campanello, era di sicuro l'amica che stavano aspettando e allora nascosero i dolci, perché Isabelle si era messa a dieta e aveva vietato a chiunque di mangiare davanti a lei. Aprirono la porta e...:
-ciao, sono la tua nuova vicina di casa e bla bla bla, mi fa piacere conoscerti, tieni, questa è una torta che ha fatto mia madre, ha detto che te la dovevo portare per sembrare educata.
disse una ragazza dai capelli neri corvini, con un tono di voce senza espressione, quasi scocciata di dover parlare, e senza neanche guardare in faccia i ragazzi che le avevano aperto la porta. La ragazza, ovvero la nuova vicina di Benji, era Anna! Quando lei alzó lo sguardo verso di loro e li riconobbe disse:
-ah, vabbé fate finta che non vi ho detto niente, la torta la mangio io.
e se ne andò. Dietro di lei apparve Isabelle dicendo in modo sarcastico:
-mi avete sostituita con Anna per caso? Ho tardato solo di due minuti.
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La vita secondo Camilla
RomanceCamilla, una ragazza di 17 anni, è un'adolescente dai capelli rosso fragola e dagli occhi di un azzurro brillante con sfumature di un blu intenso e una spruzzata di lentigini sulla pelle candida del suo viso. In certe occasioni si sente un'adolesce...