-Una volta eravamo letteralmente IN-SE-PA-RA-BI-LI io e Ted.
Cominció Camilla.
-Stavamo sempre insieme, in ogni dove: stesso asilo, stessa scuola elementare e stessa scuola media; per non parlare dello stesso catechismo, stessa palestra, stessi corsi di musica pomeridiani e per non separarci lui si era iscritto persino alla scuola di danza dove andavo io. La sera quando doveva andarsene da casa mia, fingevamo di averci attaccato le mani con l'attak a vicenda e i nostri genitori dovevano tirarci per staccarci, e acquisivamo almeno un' altra oretta da passare assieme perché prenderci era davvero un'impresa. Conoscevamo tutti i nascondigli di casa mia e casa sua. Un giorno, mentre stavamo scappando dai nostri genitori che vedevamo come 'adulti che compromettevano la nostra seria relazione'
disse con tono sarcastico; continuó:
-decidemmo di separarci per far perdere tempo a loro e il primo che veniva trovato doveva pagare pegno. Mentre ci separavamo io cercai di nascondermi dietro ad un masso pieno di piante, era scivoloso, come gli scogli in mare con quella strana erba sopra. Quando vidi i nostri genitori con le torce che ci stavano cercando disperati, risi; non capivo il dolore e la preoccupazione che poteva provare un genitore con una figlia che scappava via per divertirsi un giorno si e l'altro pure. Indietreggiai con la paura che mi potessero scoprire, misi il piede su una pianta ancora più scivolosa e caddi giù per quello che mi sembrava uno scivolo ruvido e fatto di gradini pieno di piante scivolose..e così..beh, scoprí questo posto. Rimasi tutta la notte qui ad osservare il mare. La mattina dopo quando tornai a casa, non potete immaginare come trovai i miei genitori. Ma cosa avevo in mente? Una bambina di 6 anni sparita di casa per tutta la notte. Da lí a qualche mese più in lá mia madre si ammaló. Io non capii neanche la gravità di ciò. Non riuscivo a capire a chi dare la colpa, non riuscivo a giustificare mia madre quando non riusciva più a portarmi al parco, le davo la colpa per questo improvviso cambiamento e non capivo. Passavo tutto il tempo a casa di Ted, pensavo che i miei genitori non mi volessero più, e invece mi stavano solo proteggendo dalla realtà. Stavo sempre sulla mia scalinata con Ted e piangevo perché non capivo cosa stava succedendo. Due anni più tardi mia madre guarí. Pensai fosse un miracolo, una premio per essermi tenuta fuori dai guai, che il mio posto mi portava fortuna, così passai qui ogni secondo libero possibile per non stare tra i piedi quando mia madre era ancora debole. L'ultimo giorno di terza media, io e Ted ci nascondevamo da Anna; le volevamo tantissimo bene, ma il 'nostro' posto era solo mio e suo, e non potevamo portarci anche lei. Andammo e passammo tutta la serata lí seduti uno vicino all'altro. Noi stavamo insieme, non sembrava neanche vero: due migliori amici che vantavano di avere il titolo di fidanzati, che si battevano l'uno per l'altra quando qualcuno li maltrattava anche solo con il pensiero. Era un amore dolce e puro, non ci eravamo mai scambiati neanche un bacio, non ne avevamo bisogno; ci sembrava una cosa strana, qualcosa 'da grandi' e così ci limitavamo a stare sempre abbracciati. Ma quella sera qualcosa era diverso, Ted mi disse qualcosa timidamente che non capí neanche lui per quanto balbettava e mi diede un bacio a stampo. Il mio primo bacio, se non teniamo conto di quando avevamo 6 anni. Fu un momento imbarazzante, non sapevo cosa dovevo fare, ma mi misi a ridere, come faccio sempre quando..
-come fai sempre quando sei nervosa.
Continuarono i due amici in ascolto in coro, perché conoscevano bene la loro amica, nonostante non parlasse mai di sé.
-Già.
Continuó lei sorridendo:
-gli dissi che quella notte sarei andata a dormire a casa di Anna, per passare tra ragazze l'ultima notte da studentesse di scuola media, in modo da poter trovare la mia scalinata libera, il mio mare solo per me. Non che non volessi Ted con me, ma perché avevo voglia di pensare al nostro primo bacio senza lui vicino: volevo sorridere, fare il bagno di notte, ballare su quel poco di sabbia che c'era tra la scalinata e il mare, e leggere, per la centesima volta, con la mia torcia sempre a portata di mano, il libro che mi regaló lui per i miei 10 anni. Per la prima volta capí cosa potesse voler dire l'amore per gli adolescenti, il nostro sentimento mutó con un semplice bacio, che altri potrebbero dare per scontato. Così quando tornammo ognuno a casa pripria, io feci finta di andare da Anna, e mi diressi verso la mia scalinata. Superato il masso scivoloso, spostai un ramo e trovai lí Ted con Susan, una nostra compagna di classe delle elementari, che tra l'altro lui mi diceva che non le stava simpatica e si stavano.. baciando. Proprio lí, nel nostro posto, nel MIO posto, posto nel quale qualche ora prima ci stavamo baciando noi. Allora non capí più niente, mi misi tra loro e cominciai a fare la pazza dicendo che non mi meritavo quello che stava facendo e l'altra ragazza si mise a piagnucolare sul fatto che un mese fa lui le aveva raccontato che ci eravamo lasciati. Mi sono sentita presa in giro e umiliata. Sorpattutto perché lui non diceva una parola e quando cercava di rispondere alle mie domande, lo faceva con un sorriso da 'sono fatto così ' che mi irritava in una maniera assurda. Rimasi delusa, non era il mio Ted quello, forse non lo era mai stato, forse ero io che lo vedevo diverso. Da allora litigammo per due anni interi di liceo, ogni volta che ci incontravamo in corridoio; finché dal terzo anno fino ad adesso, ogni tanto ci punzecchiamo, ma del nostro rapporto non è rimasto neanche il rancore.
Finito il racconto Camilla si sentí meglio, non aveva mai raccontato qualcosa di così personale, ma era contenta di essere riuscita a fidarsi dei suoi amici tanto da farlo.
STAI LEGGENDO
La vita secondo Camilla
RomanceCamilla, una ragazza di 17 anni, è un'adolescente dai capelli rosso fragola e dagli occhi di un azzurro brillante con sfumature di un blu intenso e una spruzzata di lentigini sulla pelle candida del suo viso. In certe occasioni si sente un'adolesce...