Arrivata a casa mangió velocemente tutto, fece bocconi talmente grandi e veloci da farle venire un singhiozzo che le sarebbe durato tutta la giornata. Mangiava veramente tanto anche se non si direbbe. Niente, ripeto niente, le aveva mai fatto passare l'appetito e neanche un ragazzo misterioso l'avrebbe fatto. Perciò mangió più in fretta che poteva e andò in camera sua per cercare un qualche indizio.
Si stese sul letto con la faccia rivolta verso il soffitto e lesse una delle sue frasi preferite di un suo libro che aveva scritto su di esso, in modo che ogni volta che volesse potesse guardare in alto e ricordare quella frase.
"Sai qual è un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molta più fantasia di noi"
Fece quella scritta all'età di 12 anni, ricorda ancora l'espressione dei suoi genitori quando, entrati nella sua camera, la videro lì sulla scala che non si capisce come abbia fatto a prendere, e stava scrivendo con il pennarello indelebile.
Le piaceva tantissimo quella frase e la voleva sempre leggere la sera.
Quel pomeriggio non si sarebbe data pace finché non avesse capito chi le avesse mandato quel bigliettino.
-ci deve essere un indizio qui sopra. Ma dai, dovrà pur avermi mandato un qualche segno da interpretare!
Pensó ad alta voce. Girato e rigirato, dal bigliettino non veniva fuori nessun indizio così andò sul sito della scuola con il suo computer portatile sulle ginocchia e vide quanti alunni c'erano nel liceo.
216 ragazzi! Non ci poteva credere! Più di quanti se ne aspettasse! Era sicura di non poter più ritrovare quel ragazzo.
Senza più un briciolo di speranza Camilla si recó nel suo posto perfetto. Si sedette sulle scale, chiuse gli occhi con il viso rivolto verso il sole e lasció che il vento le potesse muovere i capelli leggermente mossi sulle punte.
Ad un tratto si sentì toccare la spalla, aprì gli occhi e vide un bambino che la stava fissando. Probabilmente era arrivato dalla spiaggia accanto, visto che in estate il suo posto segreto era un po' più facile da scoprire, anche se nessuno, una volta scoperto, ci voleva stare. Vedendo lo sguardo insistente del bambino, lei gli sorrise e disse:
-ciao, come ti chiami?
Il bambino rispose dicendo:
-non ti posso dire come mi chiamo, ma ti posso dare questo..
Disse porgendogli un bigliettino e continuó:
-non ti posso dire neanche chi mi ha dato questo, perciò non me lo chiedere, altrimenti dovrei mentire e mia mamma odia quando dico le bugie.
E se ne andò. Camilla sorrise teneramente per l'ultima frase del bambino e aprí subito il bigliettino, che diceva:
"In quel posto tutto tuo sei più bella che mai;
Se ti starai chiedendo chi io sia,
Non te lo diró ancora per non finire nei guai,
Ma spero che un giorno tu possa essere mia"
Era di nuovo il ragazzo misterioso! Si alzò in piedi e si mise a correre verso la spiaggia affollata in cerca del bambino. Se non le avesse potuto dire chi gli ha dato il biglietto lo avrebbe scoperto da sola, avrebbe cercato qualcuno della sua scuola. Ma come? Era pienissimo di ragazzi.
Allungò lo sguardo in giro e vide un po' di gente che conosceva di vista e proprio mentre stava guardando meglio sentí una voce che ormai riteneva stridula. Era Anna con la sua chioma nera e il suo costume super nero. Si vestiva sempre di scuro, aveva la carnagione molto chiara ed era molto esile ma con le forme al punto giusto, gli occhi neri e i capelli tinti di un nero intenso risultavano con la sua carnagione molto chiara. Accanto c'era Eric, il suo ragazzo, il classico atleta palestrato che si crede chissá chi. Forse era il ragazzo più convinto di sé al mondo, continuó a guardare ancora verso il mare e..ah no, eccolo il ragazzo più convinto al mondo. Chi poteva essere se non Ted.
Camilla si mise a correre goffamente, sprofondando nella sabbia, verso la direzione opposta per arrivare alla sua scalinata prima che lui la potesse vedere e ricoprire di insulti. La questione del ragazzo misterioso poteva attendere se per cercarlo doveva stare nello stesso luogo di Ted. E..
-Millaaaaaaa!!
Troppo tardi, purtroppo l'aveva già vista.
-la smetti di chiamarmi così, non siamo più bambini.
Gli disse lei rimproverandolo.
-nono, volevo chiederti solamente cosa ci facesse una ragazza meravigliosa qui in spiaggia. A proposito tu invece che ci fai qui?
Disse pungente come sempre, abbracciando un'altra ragazza e dicendole con la sua voce da uomo vissuto (come si definisce lui) che era meravigliosa.
-sisi bla bla, stavo cercando una persona; di certo non sei tu quindi addio.
-vai già via tesoro?
Disse lui. Camilla si voltò per rispondergli di non chiamarla così ma lui le disse:
-nooo ahahah, ti sei girata! Stavo parlando con lei.
Irritata come sempre dopo una conversazione con Ted, Camilla si avvió verso la sua scalinata. Mentre passó vicino al bar sulla spiaggia, si sentì una cosa fredda e umida sulla schiena, si girò e c'erano Anna e Eric ed il frullato alla fragola sulla sua schiena.
-fantastico, c'è dell'altro??
Disse Camilla guardando verso il cielo. Sapeva che andare su quella spiaggia non sarebbe stata una decisione giusta. Per fortuna vide l'asciugamano di Benji e il suo amico biondino che non ricordava mai come si chiamasse, quindi si avvicinò verso di lui nella speranza di trovare il suo migliore amico.
-ouh, ciao Camilla..ehm..po-posso a-aiutarti in q-q-qualcosa?
Disse timidamente il biondino; era sempre così impacciato e a disagio. Camilla non capiva neanche il perché: era un bel ragazzo, perché doveva sentirsi a disagio nel parlarle?
-si, cerco Benji, è con te ehm.. Alessio?
-Andrew
Disse lui. Lei fece una faccia strana e disse:
-eh? Benji, il mio amico Benji; chi è Andrew?
-noo, i-io so-sono Andrew. Co-comunque è lí.
Finalmente lo vide e corse verso il suo amico.
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La vita secondo Camilla
RomanceCamilla, una ragazza di 17 anni, è un'adolescente dai capelli rosso fragola e dagli occhi di un azzurro brillante con sfumature di un blu intenso e una spruzzata di lentigini sulla pelle candida del suo viso. In certe occasioni si sente un'adolesce...