Capitolo 11: Guai in arrivo

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"Dove sono? Che posto è questo?"

Rantolo nel buio, dove il silenzio viene rotto dal pianto di una bambina; non la vedo in volto.
L'attimo dopo, ho preso il posto di quella bambina. Ora sono io a piangere, senza motivo, poi tutto diventa più chiaro.
Intorno è tutto distrutto, le fiamme stanno divorando gli alberi e anche i resti di una casetta.
Un verso mostruoso mi fa gelare il sangue nelle vene.
Vedo delle ombre, sempre più vicine; una in particolare è enorme, con un solo occhio, interno a scrutarmi, quasi volesse uccidermi col suo sguardo, per quanto spaventoso esso sia. Simile allo sharingan, con alcune differenze.
Ho paura, non sono mai stata così terrorizzata in vita mia, neanche quando è avvenuto l'incidente.
Piango. Piango. Ad un tratto, una voce femminile attira la mia attenzione, una dolce melodia che placa i miei sussulti e cancella ogni traccia di paura in me, lasciandomi un senso di pace e tranquillità. Smetto di piangere. Le parole della canzone mi arrivano confuse, così come parte della melodia.
Poi, un'intensa luce mi avvolge; sento qualcosa toccarmi la fronte, forse una mano. 

<<Ti voglio bene>>
È l'ultima cosa che sento.

Mi sveglio in un bagno di sudore e le guance bagnate. "Ho pianto davvero?" Poco a poco la paura e l'agitazione vengono sostituite da rabbia e odio. Non c'è un perché di queste intense e distruttive emozioni in me, sono uniste in me senza un motivo apparente.

Sento il bisogno di ritrovare la "pace interiore".
Esco dalla finestra e mi butto; atterro nel giardino e lo attraverso velocemente.
Corro nel bosco fino ad arrivare ad un laghetto illuminato dal chiarore della luna.
La rabbia continua a crescere, non la posso controllare, sento che sto per esplodere. Non deve succedere.
"Non posso perdere il controllo! Non ora, non qui!"

Sento il chakra oscuro scorrermi nelle vene, inebriare ogni cellula del mio corpo e offuscarmi la mente; è subdolo, quasi avesse una propria coscienza, quando in realtà rispecchia solo i desideri più infimi e reconditi del mio animo tartassato e distrutto.

Il chakra, lentamente, mi avvolge, creando un'aura scura come la notte attorno al mio corpo; i suoi effetti devastanti si notano subito, a partire dall'erba incenerita attorno a me.

Alzo lo sguardo al cielo, perdendomi nell'immensità della luna piena.
Una strana sensazione mi invade mentre osservo l'astro luminoso,  e pian piano inizio a calmarmi, sentendomi consolata da quel satellite così lontano, ma che al momento mi sembra la cosa più vicina la mondo.

Una volta calmata, mi siedo su una roccia di fronte allo specchio d'acqua incrociando le gambe e medito.
Lascio andare la rabbia che mi aveva posseduta e resto lì per un paio d'ore, finché non sento di aver ritrovato l'equilibrio tra felicità e rabbia.

Rimango sola con i miei pensieri, venendo riportata alla realtà da una voce dietro di me.
<<Tsukiko! Ti ho trovata finalmente! Stavo iniziando a preoccuparmi>>

<<Yoshi>> dico freddamente.

<<Tutto bene?>>

<<Si, più o meno>> mi limito a rispondere.

<<Hai rischiato di perdere il  controllo?>> domanda dopo un attimo di esitazione.

<<Si>> rispondo secca.

Yoshi si avvicina e si siede al mio fianco, porgendoli un violino.

<<Perché lo hai portato?>> chiedo perplessa.

<<Avevo intuito la situazione e ho pensato che avresti voluto svuotate la mente da troppi pensieri suonando un po'>>

Resto in silenzio, prendendo lo strumento dalle sue mani.
Mi alzo in piedi, posizionando lo strumento sulla spalla sinistra, impugnando invece con la destra l'archetto.

Chiudo gli occhi, lasciando che la musica mi travolga, dimenticando tutte le brutte cose.
Questa musica non ha nome; da sempre mi risuona nella mente e tutte le volte che sono turbata prendo a suonarla o a canticchiarla. Ricordo che a Naruto piaceva molto, e a forza di sentirla l'ha imparata a memoria.

Man mano che suono la tensione che prima mi pervadeva si affievolisce, lasciando spazio ad un senso di pace.

Finisco di suonare e torno a sedermi, a guardare la luna.

<<Va meglio adesso?>>

<<Decisamente meglio, grazie infinite Yoshi>> lo ringrazio e sorrido. Come può una semplice melodia farmi sentire così bene, così in pace col mondo e... con me stessa?

<<Non serve che mi ringrazi>>

Rimaniamo in silenzio ad ascoltare i suoni provenienti dal bosco dormiente, quando una brutta sensazione mi rende nuovamente tesa. Con uno scatto mi metto in piedi, e Yoshi mi imita all'istante.

<<Cosa c'è?>> domanda preoccupato, corrugando la fronte e guardandomi confuso.

<<Guai in arrivo>> commento seria, osservando con attenzione il lago difronte a me.

Note autrice

So che è un po' corto il capitolo, ma era molto lungo e l'ho dovuto dividere in più parti.
Spero di pubblicare al più presto le altre parti, ma per il l'omento vi lascio in suspance😁

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🌟🦋vostra Fra🦋🌟

Naruto Shippuden: LA STORIA DI AKATSUKI NO  KEIKODove le storie prendono vita. Scoprilo ora