Capitolo 3: Fuga da Konoha

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Mi apprestai ad attraversare l'enorme portone di legno, uno dei 3 che consente l'entrata al villaggio, ma alcuni ninja che evidentemente stavano controllando il perimetro mi bloccarono la strada e si prepararono a combattermi mettendo mano alla sacca allacciata a metà della coscia destra e tirandone fuori dei kunai.

«Ferma!» mi urlò uno di loro, commettendo un grosso errore.
«Ma...ma t-t-tu s-sei...» balbettò infatti l'attimo dopo.

Il mio sguardo truce li paralizzò, così che io potei riprendere tranquillamente a camminare. Al mio passaggio si spostarono, lasciandomi via libera, continuando però con quel briciolo di coraggio rimastogli a puntare i kunai contro di me.
Io proseguii a testa alta, indifferente alla loro presenza, e nonostante sapessero che sarebbe stato rischioso farmi uscire dal villaggio decisero bene di non rischiare la vita nel tentativo vano di fermarmi. Così restarono immobili, guardandomi allontanarmi passo dopo passo verso la tanto attesa libertà.

Iniziai a seguire il sentiero che mi si parava davanti, ma dopo svariati minuti preferii addentrarmi nel bosco che circondava tutta la zona per confondermi e far perdere le mie tracce, saltando di ramo in ramo sempre più velocemente, godendomi ogni momento, senza nessuna meta, ad accompagnarmi solo l'appagante sensazione di libertà che aveva invaso il mio cuore, anche se la gente dubitava ne avessi uno, ma in fondo ero umana e come loro provavo emozioni, solo che il più delle volte erano a loro sfavore, perché al momento non mi importava dove sarei andata: volevo godermi il viaggio ed esserne felice, senza pensare che prima o poi sarebbe finito.

Passai di ramo in ramo, arrivando sempre più lontano, senza mai fermarmi, andando avanti per ore.
Dopo circa 3 ore la stanchezza iniziò a farsi sentire; decisi quindi di immettermi in un sentiero qualsiasi che si trovava lì vicino, nemmeno sapevo dove portava, e tornai a camminare, cercando di far rallentare il battito del mio cuore e rallentando il respiro.

Continuai a camminare per circa mezz'ora, finché ad un certo punto sentii il rumore di un ramo spezzarsi. Mi fermai e scrutai guardinga la boscaglia che mi circondava, senza però vedere nessuno nonostante fossi certa di essere seguita.

Sentii il suono di un kunai che fendeva l'aria proprio dietro di me e velocemente lo schivai spostandomi a destra, mantenendo però salda la posizione dei miei piedi.
In un attimo mi ritrovai circondata da una trentina circa di ninja, tutti con una maschera sul volto: la squadra Anbu mi aveva finalmente raggiunta.

«Sei troppo pericolosa per essere lasciata fuori da una cella! Ti riporteremo al villaggio, poi Danzo si occuperà di te!» disse come per avvertirmi, ma io non avevo paura, non ne avevo mai avuta. Loro non erano al mio livello; erano loro a dover avere paura



Pov's Zetsu

«Sembra che la nostra informazione sia arrivata alle orecchie dell'Hokage. Ora cosa facciamo?» chiese lo Zetsu bianco alla sua metà.

«Aspettiamo che lasci il villaggio e continuiamo a tenerla d'occhio. Sono certo che tra non molto assisteremo a un bello spettacolo!» rispose lo Zetsu nero, prima con serietà e poi con un che di inquietante nella voce.

«Pensi che ucciderà qualcuno?» domandò curioso lo Zetsu bianco.

«Oh, ne sono più che certo. Eccola! Guarda come stanno tremando quei ninja! Ahahahaha!» rise di gusto la creatura.

«Nota come li guarda. Fa quasi paura anche a me.»

«Non perdiamo altro tempo e seguiamola.» ordinò infine la metà nera.

Alcune ore dopo...

«Sono ore che va avanti, ma non si stanca mai?» domandò Zetsu bianco alla metà nera.

Naruto Shippuden: LA STORIA DI AKATSUKI NO  KEIKODove le storie prendono vita. Scoprilo ora