Buio.
Fu la prima cosa che vidi non appena aprii gli occhi; era buio, e mi sentivo arrabbiata.
Mi sentivo una furia, una tempesta indomabile stava divampando dentro di me, un irresistibile desiderio di distruzione e morte.
La testa pulsava, il dolore mi pervadeva; il corpo sembrava non rispondere ai miei comandi.
Pensieri confusi mi affollavano la mente, assieme ai ricordi di quello che era successo poche ore prima, o forse giorni o addirittura settimane. Addormentarsi senza rendersene conto per poi svegliarsi e avere la sensazione di aver chiuso gli occhi solo per pochi secondi; ecco qual è la sensazione che si prova mentre si è in coma. È come se il tempo si fermasse, per ripartire l'attimo dopo.
Pian piano la confusione che mi aleggiava in testa si affievolì, i pensieri si fecero chiari come il sole; forse, è meglio dire bui come l'oscurità.
Perché in me non c'era altro, io ero l'oscurità. La mia anima era nera, come il mio sguardo, vuoto e carico di odio allo stesso tempo.E con la rabbia, il chakra oscuro fremeva, scorreva senza sosta, incontrollato, lasciando intorno a me il preludio della devastazione più totale; come quel giorno.
Ripresa la sensibilità del mio corpo analizzai l'ambiente circostante; ero in camera mia e affianco a me vi erano diversi macchinari; alcuni tubi erano collegati alle mie braccia e li staccai con un colpo secco.
Dalla ferita al braccio provocata dalla mia scarsa gentilezza nel rimuovere i tubi, zampillò un po' di sangue, ma la ferita si rimarginò subito.
Presa dall'osservare il braccio tornare come nuovo non mi accorsi che il chakra stava ancora divampando da ogni parte del mio corpo, e i tubi, che avevo ancora in mano, divennero un pugno di polvere sparso sul pavimento.
Vedere l'effetto che io avevo su ogni cosa, animata e inanimata che fosse, mi eccitava ogni volta, soprattutto quando, come in quel momento, ero vittima delle emozioni negative che davano vita al chakra oscuro, lo stesso che mi scorreva in corpo e che avrebbe dovuto uccidermi, ancora tempo addietro.
Un ghigno compiaciuto si formò sul mio viso; non seppi resistere all' impulso di distruggere ancora qualcosa. Toccai la lampada sul comodino vicino al letto, e anche questa divenne cenere. Una risata divertita, quasi isterica, uscì dalle mie labbra.
Poi toccò alla sedia, seguita a ruota dalla scrivania; quando stavo per fare la stessa cosa all'armadio, un briciolo di coscienza si risvegliò in me, e mi resi conto di quanto sciocca e irresponsabile fossi stata dando vita ai miei desideri più oscuri e pericolosi.Dovevo controllarmi, l'istinto non poteva averla vinta così facilmente, non dopo tutto quello che avevo fatto per tornare ad essere il più normale possibile. Dopo tutta la fatica fatta, i pomeriggi persi a meditare e a concentrarmi, a sopprimere quei pensieri così sbagliati, non potevo permettermi di mollare e lasciarmi andare adesso, non quando avevo trovato un modo per liberarmi del chakra oscuro.
"Calma e concentrazione. Fai pensieri di pace...... Pace interiore... pace interiore" meditai avendo profondi respiri, volti a rilassarmi. Sapevo però che avrei passato alcuni giorni in quello stato, continuamente attirata da pensieri maligni, ma almeno potevo cercare di trattenermi, e sarebbe stato più facile evitando il contatto con altre persone.
«Ohi, come ti senti?» disse Kurama apparendo vicino a me.
«Vogliosa di uccidere.» risposi impassibile.
«Non è una novità. Ora che si fa?»
«Niente. Aspettiamo, è l'unica cosa che possiamo fare. In questo momento potrei uccidere anche Naruto o Yoshi e non me ne importerebbe niente.»
Mi misi seduta al centro della stanza a gambe incrociate, pronta per iniziare una lunga seduta di meditazione.
«Mmh. E con quei ninja invece?»
«Non lo so. Credo che per prendere questa decisione avrò bisogno di incontrarli di nuovo, tutto insieme e a viso scoperto. Solo allora forse sarò in grado di decidere, entrando in contatto col loro mondo.»
«Va be. Chiamami se hai bisogno.» disse un attimo prima di scomparire in una nuvola di fumo.
Passai ore a meditare, ferma in quella posizione, senza subire i morsi della fame o la stanchezza addosso.
Ero più che certa che quei ninja si sarebbero presto ripresentati, e il momento era prossimo a venire.
Continuai a meditare, a placare i miei istinti distruttivi per tre giorni, senza mai fermarmi. Adesso l'aura di chakra oscuro che mi avvolgeva non c'era più, era di nuovo sotto controllo, così come le mie emozioni e i miei istinti. Un simile livello di concentrazione non è da tutti, ma io non sono una persona qualunque.
Un timido bussare alla porta mi riscosse dai miei pensieri, ora più calmi e docili, e la figura di Yoshi entrò nella stanza, assieme ad un vassoio contenere cibo e acqua.
«Disturbo?» domandò prudente, chiedendosi se fosse stato il caso di interrompermi durante la meditazione.
«Affatto.» risposi concisa, e lui pian piano si rilassò.
Scandagliò la stanza col suo sguardo indagatorio, notando immediatamente le vittime della mia crisi. Sospirò, ben cosciente che avrebbe dovuto aspettarselo ma che, al di là delle sue aspettative, non tutto era stato incenerito.
Appoggiò il vassoio sulla scrivania, sopravvissuta alla mia furia, e si avvicinò a me, che nel frattempo ero rimasta ferma nella mia posizione.«Loro cosa sanno?» domandai con una punta di irritazione nella voce.
«Gli ho spiegato del veleno, e delle sue conseguenze. Stanno ancora aspettandoti, appena fuori dal villaggio.»
«Allora falli venire qui. Abbiamo molto di cui discutere.» ordinai con voce ferma, al che Yoshi uscì dalla stanza, precipitandosi alle porte del piccolo villaggio.
Lui sapeva bene che quando mi arrabbiavo, non era un bene stare nel mio raggio d'azione, soprattutto se ero stressata e oltremodo incazzata. Danzo mi faceva veramente infuriare, e adesso al mio problema principale se ne aggiungevano altri: quella viscida serpe che faceva una bella accoppiata con Danzo e quei tre ninja. Avrei proprio voluto sapere cos'era quella fissa di avermi nel mirino. Era piuttosto fastidioso sapere che qualcuno ti dava la caccia, ancora di più se sapevi quanto insopportabili fossero. Una cosa snervante.
Mangiai velocemente il pranzo e bevvi avidamente, svuotando l'intera bottiglia che Yoshi mi aveva portata.
Indossai una maglia blu notte e dei pantaloni leggeri lunghi fino a metà coscia, mettendo per finire dei sandali alti fin sotto il ginocchio.Mi avviai verso il mio ufficio, avvolta da un'aria di calma apparente, quando invece ero come una bomba innescata, in attesa di esplodere.
Questa volta, niente finta brava ragazza della porta accanto; avrebbero visto la vera me.
Avrebbero visto una delle mie tante facce, forse una delle più vere.Niente sorrisi e smancerie questa volta.
E niente maschere.Se cercavano problemi, ne avevano appena trovati.
«Tsukiko! Sono qui, che faccio?»
esclamò Yoshi entrando col fiato ne nel mio ufficio.«Falli entrare»
Era ora della verità.
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Scusate il ritardo!So che è praticamente un mese che non aggiorno, ma dovevo finire i compiti e poi è iniziata la scuola....😅
Ok, solite cose.... o solite scuse.... però è così!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto (anche se non è molto lungo)
Commentate e stellinate (sempre se volete)🖊🌟
🤗 e grazie a tutti quelli/e che hanno votato la storia! 😘
🌟🦋vostra Fra🦋🌟
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Naruto Shippuden: LA STORIA DI AKATSUKI NO KEIKO
Fanfiction[IN REVISIONE] Tsukiko è una bambina che possiede un chakra particolare, molto potente, e questo a Konoha, villaggio dove è stata portata quando era piccola, le persone lo sanno e la temono. Ma non è sola: anche il suo amico Naruto vive il suo stess...