2°Capitolo

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"Ti avevo fatto solo una domanda, cara signorina simpatica"
"Non mi rompere, ok? Già e tanto se sono venuta a scuola"
"Io romperti? Ma se tu stai rompendo a me"
"Seh seh" dico sbuffando.
D'un tratto la prof si avvicina a me e a Jason.
"Avevo detto silenzio"
"E io avevo detto di ficcarsi quei cazzo di registri in bocca, e di andarsene con quel culo da ochetta che sculetta. Poi, è tutto rifatto"
"Andate fuori!" urla contro me e Jason.
"Prof, ma io non avevo detto nulla" risponde Jason.
"Vai lo stesso fuori"
Sbuffa e dopo andiamo fuori.
"Felice?"
La sua espressione diventa molto arrabbiata.
"Si, sono molto felice"
"Ma che troia che sei"
"E tu che deficente e rimbambito che sei"
"Vedi che per questo rimbambito, le ragazze gli vanno tutte dietro" dice con aria di sfida.
"Ma chi vorrebbe un rompicoglioni come te?"
"La mia ragazza"
"Ah, hai pure la ragazza"
"Si, e si dà il caso che ci amiamo"
"Mi dispiace tantissimo per la tua, cosiddetta fidanzata"
"E a me dispiace per i tuoi genitori"
A ciò che mi ha detto, il mio volto si intristisce e diventa un mix di tristezza e rabbia.
"Non ti azzardare a nominare i miei genitori, capito?" urlo.
"Perché"
"Perché si"
"Fanculo"
"Quel 'fanculo' ficcatelo in culo"
Zittisce.
Al quanto, pare ho vinto io.
Lui si siede dalla parte sinistra della porta della classe.
Io invece, dalla parte destra, affinché siamo separati.
"Hai un bel carattere" e mi guarda.
"Non c'è bisogno che mi dici nulla"
"Sei una tipa tosta"
"E quindi?"
"Niente"
"Non vedo l'ora che suoni la campanella per tornare a casa, così non dovrò vedere quella tua faccia di culo"
"Stai attenta"
"A non pestarti? Mi dispiace, sei già troppo basso. Non arriveresti mai hai miei livelli"
"Per prima cosa, sei tu quella bassa qui. Per seconda cosa, per fortuna che non sono ai tuoi livelli"
"Ahahahah, divertente" dico in una fintissima risata. [...]
È finalmente suonata la campanella.
Io e quel coglione, siamo dovuti stare tutte le 5 ore, fuori classe, e giuro che è insopportabile.
Entro in classe, prendo lo zaino, e subito dopo, esco fuori scuola.
Improvvisamente sento qualcuno gridare il mio nome.
Mi giro e vedo la ragazza che stavo accanto a me, in classe.
Si avvicina.
"Sei nuova da queste parti, giusto?"
"Si"
"Ti piace Seattle?"
"Era meglio Boca Raton"
"È la tua città natale?"
"Si"
"Per quanto ne so, è una bella città"
"Infatti"
Senza accorgercene, iniziamo a camminare.
"Da quanto tempo sei qui?"
"3 mesi"
"Ah, e come mai ti sei trasferita?"
"Perché mia sorella, Jennifer, avendo 23 anni, ha deciso di comprarsi qui una casa, e sono voluta andare con lei"
"E tua madre?"
"Lavora ha Boca Raton"
"E tuo padre?"
Zittisco.
"Oh scusami. Non volevo" dice avendo  già intuito tutto.
"Non ti preoccupare"
"Dove abiti?"
"A pochi passi da dove siamo ora"
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"Siamo arrivate" le dico.
"Ok, bhé mi piacerebbe sentirti, e magari diventare amiche... Che ne dici?"
"Si, certo"
Le do un bacio sulla guancia, e dopo entro in casa.
"Aspetta... Comunque io sono Meghan"
Le sorrido, e dopo, entro in casa.

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