«Partiamo alle dieci» disse Aven uscendo dal bagno, in tutto il suo splendore.
Sul serio, era snervante che quel ragazzo ad ogni ora del giorno fosse di una bellezza sconvolgente. Insomma, è anche giusto qualche volta non essere proprio al massimo della meraviglia, soprattutto appena usciti dal bagno. Invece la bellezza di Aven non diminuiva mai, e dico mai.
«Ma le dieci sono tra cinque minuti» dissi fissando l'orologio.
«Esatto, prima partiamo, meglio è. Cosí arriviamo a Freres e non ci vedremo piú tanto»
Mentre lo diceva era talmente serio che non riuscii nemmeno a decifrare la sua espressione, peró non sembrava felicissimo. Strano, pensavo che non avermi intorno lo avrebbe reso di una felicità unica.
«Sí, ecco, ieri sera potrei aver...» dissi tentando di scusarmi. Insomma, era vero che lui era insopportabile e tutto, ma non volevo che ci lasciassimo con tutto questo odio.
«Tranquilla, te lo volevo dire anche io: smettiamola di far finta che vada tutto bene, quando non è cosí. È chiaro che non ci possiamo nemmeno vedere e che addirittura se sono felice e mi diverto io sei triste tu».
Be', ecco, non era esattamente quello che volevo dire io. Io volevo arrivare all'esatto opposto. Potevamo rincominciare e avere un'amicizia vera, duratura, stupenda...
«Come se fino ad adesso avessimo finto che tutto andava a gonfie vele tra di noi! Insomma, tu mi hai tradito e tutto, ma io ho cercato di non pensarci troppo e tu cosa hai fatto? Hai cercato di rimediare? No, mi hai trattato sempre a pesci in faccia. Quindi non venire a dirmi che tu hai provato di tutto per essere una persona migliore, ma che io ho complicato tutto.»
«Ah, quindi tu non ci pensi troppo al fatto che ti ho tradito, vero? Peccato che ogni volta che parliamo viene fuori questa storia!»
Eh no, questo era troppo.
«E cosa vorresti che facessi, scusa? Pensare "hey, che bello io e Aven siamo migliori amici e facciamo viaggi insieme, siamo sempre stati cosí uniti" e cose del genere? Vuoi che mi dimentichi in un batter d'occhio quello che mi hai fatto? Se hai un'idea dimmi come fare, perchè io sinceramente non lo so.»
Aven mi fissó, poi si inizió ad allontanare.
«Io vado adesso, tu vieni quando vuoi. Non ha nemmeno senso andarcene insieme.»
«Sí, certo, vattene pure. Non sai che bello sarà non averti accanto!»
«Immagino, goditi il tuo viaggio»
Eccome se me lo sarei goduta. Mi sarei divertita come una pazza da sola nel bosco con il mio cavallo. Uno spasso proprio.
Non vedevo l'ora.
In senso letterale, perchè mentre cercavo di non guardare Aven andarsene, tentai di vedere l'orologio e di capire quando mi convenisse partire, ma un tizio si era piazzato lí davanti. Grandioso.Non avevo idea che arrivare a Freres fosse cosí difficile. Dopo quei giorni di viaggio pensavo di essere piú o meno arrivata. E invece no.
Ero partita circa un'ora dopo Aven- anche se non appena l'avevo visto andare via con il suo cavallo e spronarlo in modo sexy mi era venuto l'impulso di corrergli dietro e saltare in groppa al suo destriero, avvinghiandomi a lui. Ad Aven, intendo, non al cavallo- e giá sentivo la mancanza di qualcuno che mi guidasse.
Avevo chiesto una guida ad una ragazza, ma lei mi aveva detto che costavano cinque euro e i soldi li aveva tenuti tutti Aven. «Se li tengo io saranno al sicuro», aveva detto mettendoli nella sua valigia. Certo, al sicuro per te.
Quindi avevo dovuto rinunciare alla mappa, ma mi ero fatta spiegare approssimativamente il percorso da un uomo che avevo visto lí.
Il problema è che mi ero persa. E stavo vagando da sola in mezzo al nulla.
«Serve un passaggio?» disse un ragazzo, sbucando da dietro la mia spalla.
«Mhh? Oh! Sí, grazie. Ecco, io stavo andando a Freres, ma non so la strada» spiegai tentando di non sembrare troppo stupida. Un po' stupida lo sembravo peró. Da sola, nel bosco, senza mappa.
«Chi meglio di me puó dirvi dov'è» e detto questo il ragazzo rise.
Ah-ah-ah, davvero spiritoso. Volevo mettermi a ridere anche io e iniziare a conversare amabilmente con quel tipo, ma la verità era che avevo solo voglia di dormire e arrivare a Freres.
«Quindi potreste indicarmi la via?» chiesi speranzosa.
«Ma certo!» esclamó con enfasi tale il ragazzo che per poco non caddi dal cavallo. «Comunque io sono Maximillien Freres, erede del regno, voi siete?»
Oddio! Quello era Maximillien, ovvero il mio futuro sposo. Certo, questa poteva essere una storia da raccontare ai nipotini davanti al fuco, il nostro "come vi siete conosciuti", peró non sarebbe stata la mia storia. E non sarebbero stati i miei nipoti.
Maximillien era carino, ma non bellissimo. Certo, questo non significava nulla, anche perchè era stato davvero gentilissimo con me. E se fosse stato sempre cosí sarebbe stato difficile non apprezzarlo... peró no, mi ero ripromessa di non sposarmi solo per un'alleanza, e cosí avrei fatto.
Aveva un naso un po' storto, i capelli lunghi neri e gli occhi neri. Di certo non era bello come Aven, ma era di sicuro più gentile.
Perchè dovevo sempre pensare a lui?
Mi accorsi forse troppo troppo tardi che lui era ancora in attesa di una mia risposta. Ed io ero rimasta per qualche minuto a fissarlo senza dire nulla. Benissimo, bella prima impressione.
«Sono Adley Hillsy, e stavo...» tentai di dire, ma lui mi interruppe subito.
«Adley Hillsy! Quale onore! Come state? Che piacere avervi, madame». Ecco, lui era un cavaliere, non come... uhm... un non cavaliere.
«Jasper, voglio che da ora in poi tu ti prenda cura di lei; sai che io ho varie altre guardie del corpo. Dovrai sorvegliarla molto bene ed esaudire tutti i suoi desideri, è un'ospite molto speciale. Io ora devo sbrigare una faccenda, tu Jasper va' con lei».
Devo ammettere che per alcuni secondi avevo pensato che stesse parlando al suo amico immaginario. Insomma, pensavo di essere da sola con lui e lui di punto in bianco si mette a parlare con un certo Jasper. Del tutto normale non mi sembrava. Poi peró è sbucato dietro di me un ragazzo di circa diciotto anni, talmente bello da farmi quasi cadere dal cavallo. Di nuovo. Non mi sentivo molto stabile.
Era alto, muscoloso, con due occhi verdissimi e i capelli marroni corti. Sembrava quasi più bello di Aven.
«Ma Sua Altezza non puó andare senza di me e sono certo che la ragazza sia in grado di arrivare al castello» disse, con una voce un po' seccata e antipatica. Buttava male.
«Oh, sciocchezze! Ha molto più bisogno di te lei di me» be'... potevo anche farci un pensierino su questo Jasper a dirla tutta.
«Ma certo, quello che desiderate» disse Jasper, ma sembrava che avesse detto «perchè mi fate questo, vi prego salvatemi» dal suo tono di voce.
«Allora ci vedremo dopo» disse Maximillien sorridendomi.
«Sí, a dopo» risposi ricambiando il sorriso.
«Si muova e mi segua, Hillsy»
Eh no. Mi bastava uno antipatico e scorbutico.
Possibile che tutti quelli belli fossero sempre antipatici?
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The Prince
RomanceAdley Hillsy è stata lasciata in due giorni da due ragazzi. Il che no, non è esattamente una cosa che la rende davvero felice. Tantomeno se uno dei due ragazzi ha finto di amarla solo per rubarle il regno di cui è principessa. E ancora meno se suo p...