fifteen

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«Ripetiamo: cosa devi fare?» chiese Jasper, spaparanzato sul mio letto.
«Andare da Maximillien e passare tutta la serata con lui, impedendogli di stare con altre ragazze, ho capito». Nel frattempo ero combattuta dentro di me: non sapevo se dovessi dirgli qualcosa su quello che era successo tra di noi o se dovessi rimanere in silenzio fingendo che andasse tutto bene.
Inoltre la notizia di Aven fidanzato mi aveva letteralmente buttato a terra e l'ultima cosa che volevo fare era vederlo felice e innamorato al ballo.
«Brava la mia bambina» disse sorridendomi.
Decisi che quello era il momento giusto.
«Jasper... c'è una cosa che devo dirti» trattenni il respiro per qualche secondo, poi chiusi gli occhi. Ero pronta a dirgli la verità, a dirgli che avevo baciato il ragazzo di cui era innamorato da anni, che avevo tradito la sua fiducia e che ero un'amica di merda, ma lui mi interruppe.
«Quanta serietà!» e scoppió a ridere, poi disse: «qualunque cosa sia, dimmela dopo la pausa pipí, ti prego. Non è nulla di grave, vero?»
Non sospettava assolutamente nulla, cosa che mi fece stare ancora peggio. Come potevo passare la serata con Maximillien e fingere che andava tutto bene?
«Fai pure la pausa pipí, volevo solo dirti che dovresti cambiare cravatta, quella ti sta male» dissi. Gliel'avrei detto il giorno dopo, davanti ad una bella tazza di tè e dei biscotti buonissimi. Magari anche qualche cioccolatino. E pancakes. E una torta. Insomma, domani a colazione.
Lui rise, poi disse: «per un attimo mi ero preoccupato, sei un'attrice davvero brava»
Già. Ero un'attrice davvero brava.

«Adley!» esclamó Maximillien non appena mi vide entrare nella sala da ballo.
Non aveva letteralmente gli occhi per nessun'altra se non me. E ce n'erano di ragazze carine, eccome se ce n'erano.
Avevo indossato un vestito rosso strettissimo con cui pensavo di morire soffocata ad ogni passo, per cui pensare a tutti i balli che avevo promesso che avrei fatto con lui mi faceva venire voglia di spogliarmi. Ma non lo feci. Grazie a Dio.
«Maximillien» dissi, inchinandomi.
«Mi concedete l'onore?» chiese, porgendomi la mano. Io annuii e poi guardai Jasper, che mi sorrideva entusiasta. Pensava che io non fossi una minaccia al suo amore e non poteva sbagliarsi di piú.
«Siete meravigliosa stasera» mi sussurró all'orecchio il principe di Freres.
Io avvampai e diventai tutt'uno con il mio vestito.
«Oh... grazie». Geniale, davvero geniale. Dovevo proprio dire "grazie", non potevo trovare qualcosa di un pochino meno banale e stupido? Eh no, non potevo ovviamente.
«Penso di starmi seriamente innamorandomi di voi, Adley Hillsy. Potreste mai prendere in considerazione l'idea di sposarmi?» e mentre lo disse sentii quel briciolo di fiato che mi rimaneva andare via e salutarmi.
«Sposarvi?»
Ci fermammo un secondo.
«Maximillien c'è qualcosa che devo dirvi: io non vi amo, mi dispiace davvero, ma non posso.»
Il suo volto era ferito e per un secondo lo vidi anche arrabbiato, poi peró tornó calmo.
«Non vi chiedo di darmi subito una risposta, pensateci su un po', d'accordo? Mi piacete davvero tanto e la nostra unione sarebbe perfetta».
La nostra unione?
«Scusate, ma non ho alcuna intenzione di sposarmi per un'alleanza.»
Lui sorrise. «Certo che no, ma speravo che anche a voi facesse piacere stare con me»
Sí, certo, ma non se piaceva ad un mio amico e non se io ero innamorata di un altro.
Altro che- tra l'altro- non avevo nemmeno ancora visto. Mi misi a cercarlo per la sala.
«State cercando il mio rivale? È per caso il nuovo fidanzato di Charlotte?»
Ah. Ecco svelato il mistero.
«No! No... io non... no, non è lui»
«Come volete, ma io so capire molto bene le donne e vi prometto che vi faró dimenticare di quel ragazzo. Ora vado a salutare un mio vecchio amico, voi andate pure al buffet» e detto questo mi lasció da sola in mezzo alla sala. Grazie Maxi. Davvero.
Andai verso il buffet, che avevo adocchiato fin dall'inizio della serata, e mi avventai su alcune focaccine che sembravano davvero buonissime.
«Adley Hillsy senza un ragazzo per qualche secondo, come è possibile?» disse una voce alle mie spalle. Mi girai e vidi Aven in tutto il suo splendore.
Non sto scherzando, era davvero meraviglioso.
La focaccina che stavo mangiando mi cadde di bocca e voló per terra. Possibile che facessi sempre figure di merda? Sempre.
«Aven Medley, quale piacere. La tua ragazza dov'é? Avrei tanta voglia di conoscerla» dissi, sorridendo.
«Oh, la conosci giá»
«Lo so» mi sfuggí.
Charlotte spuntó alle sue spalle e gli mise un braccio intorno al collo, poi una mano sul volto e avvicinó le sue labbra a quelle di Aven.
Iniziarono a baciarsi in modo tale che le focaccine che avevo mangiato minacciavano di uscire e di andare a finire sulle loro meravigliose teste.
«Trovatevi una stanza» dissi.
Me ne andai prima di fare qualcosa di insensato, anche se vederli insieme mi aveva fatto malissimo.
Mi piaceva Aven, lo sapevo, ma quella sera avevo davvero avuto la conferma.
Volevo stare con lui? Assolutamente sí.
Lui voleva stare con me? Assolutamente no.
«Adley, tutto bene?» mi chiese Jasper sedendosi su un divanetto vicino al mio.
«A parte il fatto che il ragazzo che mi piace sta mangiando con la stessa intensità con cui io ho divorato le focaccine la bocca di una ragazza, tutto benissimo, tu?»
«A parte il fatto che il ragazzo che mi piace sta ballando con cento ragazze diverse e non mi degna nemmeno di uno sguardo, tutto benissimo»
A questo punto ci guardammo e scoppiammo a ridere. Eravamo proprio sfigati.
Quando partí una canzone che mi piaceva tantissimo afferrai il braccio di Jasper e lo trascinai a ballare con me.
Ballammo per circa venti minuti e stavo letteralmente per morire- ricordiamoci del vestito che minacciava di uccidermi ad ogni movimento incauto- fino a quando Aven chiese se poteva ballare con me.
Avrei voluto dirgli di tornarsene dalla sua Charlotte e continuare a slinguazzare, ma la musica era troppo alta.
«...Urine?» sentii ad un certo punto dalla sua voce, dopo che stavamo ballando da un minuto.
«Cosa?»
«Possiamo uscire?» mi urló nell'orecchio, accennando alla porta che conduceva al giardino.
Io annuii, anche se non sapevo minimamente cosa avesse intenzione di fare.
Non appena fummo fuori lo guardai negli occhi, nei suoi occhi cosí belli e profondi, e lui guardó nei miei. Era il momento perfetto. Poi ovviamente inciampai in un ramoscello e volai per terra, trascinandolo con me.
Finimmo esattamente naso contro naso e tutti e due pensammo benissimo di fare solo una cosa: baciarci.
Dovevamo smetterla di baciarci ai balli per terra. Non che non ne fossi felice, per l'amor del cielo, ero la ragazza piú felice della Terra.
Ci baciammo per quelli che mi parvero secoli- secoli davvero, ma davvero belli- e pensavo che il Paradiso doveva essere piú o meno cosí.

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