«Adley carissima» mi disse Aven quando finalmente riuscí a staccarsi da Charlotte.
«Hai già conosciuto la mia compagna, Charlotte Freres?» quando disse compagna un po' della mia saliva mi andó di traverso e fui costretta a tossicchiare.
«Uhm... certo, ieri, ero con Jasper e...»
«Certo» mi interruppe lui con un sorriso che mi sembrava un po' forzato «che stupido, ora mi ricordo. Dimmi una cosa, questo Kasper da dove spunta fuori?»
«Jasper» lo corressi «ed è sempre stato qui, non spunta fuori da nessuna parte. È semplicemente stato molto carino con me e trovo che sia una cosa bella avere un amico in un palazzo straniero.» Okay, avevo un pochino esagerato dicendo che era stato molto carino e tutto, ma non potendo dire il vero motivo per cui ci eravamo avvicinati, fu l'unica soluzione che trovai.
Lui mi guardó per qualche secondo, poi disse: «amico? Sicura che sia lo stesso per lui?»
A questo punto penso che gli avrei riso in faccia e gli avrei detto "ma certo Avvy, guarda che è gay al cento per cento, di sicuro non abbiamo quel tipo di rapporto" e magari avrei anche aggiunto un "ma poi a te cosa dovrebbe importare, scusa?", quando arrivó Jasper, che non so dove fosse andato, e io tirai un sospiro di sollievo.
«Per chi non è lo stesso?» chiese lui.
«Nulla, stavamo dicendo di come siamo diventati amici» risposi, sorridendogli e cercando di dirgli telepaticamente di attenersi al mio piano. Non dovevo essere peró molto convincente, perchè lui fece totalmente di testa sua.
«Intimi amici» disse, poi mi lanció un sorriso talmente sexy e ammiccante che per un attimo mi chiesi se lui fosse davvero gay e non ci stesse provando con me.
Io avvampai e lo presi per una manica. «Torniamo subito» dissi ad Aven e alla sua compagna, che ci guardavano malissimo. Soprattutto Aven.
«Ma cosa ti salta in mente?» chiesi, ancora rossa in viso. Ero probabilmente molto simile ad un pomodoro o ad un peperone. Grandioso.
«Quanta poca fiducia hai in me, mi sento offeso» rispose. «Fidati di me, dai, il mio piano non fallirá. Aven sta già iniziando ad ingelosirsi, altrimenti non ti avrebbe fatto tutte quelle domande su di me».
Non ero per niente d'accordo con quello che mi stava dicendo, ma lui mi disse: «ora fai quello che ti dico. Metti una mano sulla mia spalla in modo sensuale e fai finta di ridere, poi lascia fare a me e guarda di nascosto Aven. Se ti stará fissando con uno sguardo strano, allora il nostro piano sta funzionando».
Feci come disse lui, ovvero gli appoggiai una mano sulla spalla, ma molto goffamente, decisamente non in modo sexy e provocante, poi tentai di buttare la testa indietro e scoppiare a ridere, ma mi feci un male incredibile al collo, per cui dovetti far finta di sprizzare di gioia mentre in realtà volevo piangere. Jasper in tutto ció era più impacciato di me, per cui decidemmo di abbracciarci più o meno nello stesso istante, senza dirci nulla. Telepatia.
Nonostante il brutto inizio, il nostro abbraccio fece sí che Aven non sprizzasse di gioia da tutti i pori.
Anche se non penso che fosse perchè desiderava ardentemente essere lui tra le mie braccia. No, doveva essere sicuramente un'altra motivazione, solo che non sapevo quale.Ero sdraiata sul letto, verso sera e sentii bussare alla porta. Chiesi chi fosse e mi rispose la voce di Aven.
Scattai in piedi, presi al volo una vestaglia- avevo addosso soltanto una camicia di pizzo leggerissima e molto corta- mi sistemai un po' i capelli, che avevano deciso di volare sparati verso l'alto tutti spettinati, e aprii la porta.
Aven indugió per qualche secondo con lo sguardo sulle mie gambe nude e sul pizzo della camicia- ovviamente la vestaglia che avevo preso non era una di quelle morbide e pelose rosa che avevo nel mio castello, ma era un modello trasparente corto che completava il look "sono qui bel maschione vieni a prendermi" della camicia. Grandioso.
«Sí?» gli chiesi, un po' imbarazzata.
«Oh, giá» disse, distogliendo lo sguardo. «Volevo chiederti se fosse possibile che io e te andassimo a mangiare da qualche parte, sai come fanno gli amici. Magari domani sera?»
Il mio cuore alla sua proposta era partito a mille e continuava a fare "tum tum tum", il mio colorito del viso doveva essere diventato violaceo e le mie gambe nude stavano per cedere e farmi cadere.
In tutto ció il mio cervello stava cercando di respingere le parole "come fanno gli amici" e di concentrarsi sulla cena intima a lume di candela che sarebbe finita con un meraviglioso bacio...
«Adley?»
Tornai sul pianeta Terra e gli sorrisi.
«Certo che mi andrebbe, moltissimo. Come amici, ovvio, perchè noi siamo amici, molto amici, quasi migliori amici. No, be' non cosí tanto. Ma amici, come quelli che si scambiano informazioni e si vedono di tanto in tanto. No, cosí sembra che tu sia mia nonna. Cosa che non sei. Mia nonna, intendo. Chiaramente non sei mia nonna, voglio dire non hai i suoi capelli color panna sparati in aria e le sue rughe sul viso...»
Stavo per elencare tutti i motivi per cui Aven non era mia nonna, quando lui mi interruppe.
«Quindi domani sera alle otto va bene?»
Di' di sí. Semplicemente di sí. Non fare altre figure di merda, Adley. Va tutto bene.
«Certamente sí, alle otto, perfetto. Paghi tu?»
Dio mio! Ma perchè? Pronto? Cervello ci sei? Cosa me ne dovrebbe fregare di chi paga!
Lui apparve un po' sorpreso, poi disse: «hmm, sí, certo»
Stava per andarsene, quando gli dissi: «comunque non assomigli a mia nonna anche per altre cose».
Ma non potevo stare zitta? Potevo tranquillamente ringraziare, dire a domani, che era stato davvero gentile... perchè diamine dovevo sempre tirare in mezzo mia nonna?
Lui sorrise e poi disse: «lo spero»
Sorrisi anche io, e mi sa che saremmo rimasti a sorriderci per l'eternitá- o almeno io l'avrei fatto, lui forse si sarebbe stufato dopo un po'- se non fosse arrivato Jasper proprio in quell'attimo a rovinare tutto.
«Addy, è cosí che aspetti il tuo amichetto preferito? Con altri amichetti?» mi chiese con quel dannato sorrisino provocante.
«Oh» disse Aven, guardando prima lui, poi me- soffermandosi sempre sulla mia tenuta non molto coprente-, poi disse, rabbuiandosi: «tranquillo, con questo amichetto non ha fatto nulla»
Jasper fece finta di tirare un sospiro di sollievo, poi venne verso di me e mi si mise di fianco.
«Bene, se ti vuoi unire a noi...» disse Jasper e io arrossi tantissimo. Sembrava davvero che gli stesse proponendo di fare una cosa a tre.
Aven ci guardó malissimo, poi se ne andó.
Chiusi la porta e per poco non uccisi Jasper.
«Cosa ti salta in mente?» gli urlai.
Lui rideva. «Tranquilla, tesoro, il piano sta andando alla perfezione. Si sta ingelosendo davvero il ragazzo. È carino quando è geloso... se non fosse tuo te lo ruberei. Ora, gioia, dobbiamo pensare a come fare in modo che Maxi diventi gay».
Mi sconvolgeva il cambiamento che aveva avuto nei miei confronti, lo apprezzavo sicuramente di piú cosí.
«Sí, certo, geloso di me. Bene dai, concentriamoci su te e Maxi» e parlammo per circa un'ora dei nostri piani per farli stare insieme.
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The Prince
RomanceAdley Hillsy è stata lasciata in due giorni da due ragazzi. Il che no, non è esattamente una cosa che la rende davvero felice. Tantomeno se uno dei due ragazzi ha finto di amarla solo per rubarle il regno di cui è principessa. E ancora meno se suo p...