«Andrá tutto bene se sarai te stessa» mi disse Jasper, mentre ero nel pieno di una crisi.
Se essere me stessa voleva dire essere letteralmente me stessa- ovvero goffa, stupida, imbranata, piena di difetti e per niente sexy- allora avrei avuto bisogno di fortuna. Tanta fortuna. Moltissima.
Il punto era che Aven non mi piaceva. O almeno, non pensavo che mi piacesse. Non così tanto. Stava filando tutto liscio, me lo stavo dimenticando.
E invece no. Perchè questo coglione aveva deciso di invitarmi a cena, io e lui, solo io e lui, a cena, fuori, noi due e basta. E allora il mio piccolo cuoricino aveva iniziato a gonfiarsi tantissimo di amore per lui e non facevo altro che pensarci.
E va bene che mi aveva tradito e tutto, ma ero prontissima a dargli una seconda possibilità. In fondo magari mi amava alla follia e non lo sapeva nemmeno lui prima, ma ora che l'aveva scoperto voleva rimediare a tutti i costi.
«Sí, certo. Jasper se mi metto ad essere me stessa faró saltare in aria il posto in cui mi porterá. Già mi vedo le notizie di domani: "principessa manda in rovina un ristorante celeberrimo di Freres, le sue parole sono: «volevo solo un piatto di pasta, non immaginavo che avrei fatto volare per terra il cameriere e tutti i tavoli»"»
«Certo, da un piatto di pasta rovini un ristorante. Ah, questa gioventú! Vorrei avere la tua fantasia, sul serio. Comunque davvero, stai tranquilla che sei davvero sexy, rischi di farmi diventare etero gioia. Esci subito, vattene che non so come reagire».
Jasper si mise una mano davanti agli occhi e mi spinse affettuosamente verso la porta.
«Ahia! E poi magari sono sexy solo per i gay. Cosa che potrebbe farmi chiedere: e se fossi un uomo anche io sotto sotto?»
Jasper mi fissó per qualche secondo, poi disse: «ti prego esci da questa stanza e vai dal tuo eroe che ti sta aspettando da dieci minuti probabilmente»
E cosí uscii dalla stanza precipitandomi nella sala dove ci eravamo dati appuntamento. Non appena lo vidi stava parlando con Charlotte, in modo abbastanza intimo, ridendo e scherzando. Dico io, era proprio necessario stare cosí vicini? Qualche metro di distanza no eh? Non che fossi gelosa, semplicemente non capivo il motivo di tanta vicinanza.
«Adley, eccoti!» disse degnandomi della sua attenzione. Charlotte sembró molto infastidita dalla mia presenza e mi scrutó da capo a piedi.
Sinceramente mi sentivo molto in imbarazzo osservata da tutti e due. Avevo un vestito nero un po' scollato e mi ero truccata piú del solito.
«Ehm... già, andiamo?»
«Andarrre, dove?» chiese la principessa.
«Oh, nulla volevo solo portarla a cena, come amici»
«Amisci?» disse perplessa con la sua meravigliosa pronuncia.
«Certo! Tra me e lei non c'è assolutamente nulla, siamo soltanto amici. Dai Charlotte, non puoi pensare davvero che...»
Non lo lasciai finire la frase. «Non puó pensare davvero che cosa, Aven? Che io e te potremmo essere una coppia? Che tu potresti essere interessato a me?»
Lui spostó il suo sguardo su di me, guardandomi per qualche secondo negli occhi, che iniziavano a percepire quel lieve velo di lacrime che presto immaginavo si sarebbe trasformato in un oceano: «Non volevo dire quello, ma»
«Ma lo volevi dire comunque. Sai cosa, portaci pure la tua fidanzatina a questa cena, mi è passata la fame.»
Charlotte intanto guardava me e lui spostando lo sguardo come se stesse assistendo ad una partita di tennis.
«Portasci me, sisi!» aggiunse brillantemente.
Aven per fortuna la ignoró. «Non dire cosí, voglio che siamo amici»
«Ma non capisci che io non voglio essere tua amica?» urlai.
«Pensavo che lo volessi anche tu... mi avevi detto che volevi provarci anche tu»
«E invece no! Invece non voglio essere tua amica, Aven. Perchè io e te non possiamo essere amici, mi dispiace»
«Ma perchè no? Ti sto chiedendo di darmi un'altra possibilitá. So che ho fottuto tutto, ma ti prego fidati di me»
Come se fosse solo quello, avrei voluto dirgli.
«Non posso uscire a cena con te illudendomi che tu... che tu e io... e poi invece scoprire che per te non è nulla, che io non sono nulla...» farugliai ormai in preda ad un'esplosione di lacrime.
«Adley, cosa stai dicendo?»
«Nulla, tanto non capiresti. Mi dispiace, Aven, ma non posso sapere che quando tornerai dalla cena come amico con me ti scoperai questa ragazza»
Aven mi guardó sorpreso. «Non te ne avrei parlato infatti, e poi tu hai Jasper, per cui direi che entrambi avremmo dormito con qualcuno. E non vedo comunque il problema di avere qualcuno, non siamo mica fidanzati»
«Non tirare fuori Jasper adesso, è completamente diverso!»
«Oh, davvero? È diverso? Non l'hai aspettato con una camicia che ti copriva giusto le tue parti intime quando sono venuto a chiederti di uscire con me?»
Oddio, davvero pensava che io e Jasper fossimo quel tipo di amici?
«Me ne vado adesso, capisco benissimo quando non si puó parlare con persone intelligenti. Mi dispiace davvero essermi illusa di nuovo, tra me e te non puó davvero esserci niente, almeno ora lo so per certo» e me ne andai lasciandoli lí. Lui non mi chiamó. Non mi corse dietro. Non mi cercó.
Io mi appoggiai alla porta e respirai affannosamente.
«Le piasci» disse Charlotte.
«Ma va, mi odia, non hai visto? Non vuole nemmeno essere mia amica.»
Lei rise. «Ovio, vuole esere tua amante, ti ama, Aven, non te ne sei davero acorto?»
A quel punto me ne andai correndo e, non appena trovai la mia stanza mi gettai sul letto e piansi.
Jasper nel mentre stava leggendo una rivista di moda ed era impegnatissimo a scoprire che tipo di borsa fosse, quando mi vide entrare distrutta.
Molló la rivista immediatamente e mi abbracció, chiedendomi cosa fosse successo e in che modo preferissi che uccidesse Aven.
«Sono solo una stupida, Jas. A lui non interesso, voleva solo essere mio amico probabilmente perchè si sentiva un pochino in colpa per tutto quello che mi aveva fatto. Tutto qui, fine. Un atto di caritá. Non gli piaccio! Gli faccio schifo! E quella stronza di Charlotte gli ha detto che mi piace!»
Jasper mi fece poggiare la testa sulle sue ginocchia e inizió ad accarezzarmi i capelli.
«Stai tranquilla, Adley, tranquilla. Questo pezzo di merda non ti merita, non starci male. Domani ne parleremo bene, ora sei distrutta. Riposa un po'.»
E si mise a dormire accanto a me, cingendomi con un braccio.
Restammo cosí per quelle che mi sembrarono due ore, poi mi alzai per andare a bere un bicchiere d'acqua, ma aprii per sbaglio una camera e trovai dentro Maximillien, che era sveglio e stava scrivendo qualcosa su quello che sembrava un diario.
«Hey, Adley»
«Scusatemi tantissimo, stavo cercando la cucina, ma non mi so ambientare e...»
Lui mi bloccó: «sembra destino, ma stavo pensando proprio a te, Adley. Ultimamente non faccio altro che pensare a te. Sei una ragazza meravigliosa, sei sempre nella mia testa.»
Io scoppiai a piangere. Non so nemmeno perchè. Forse perchè erano le parole che avrei voluto sentire dalla bocca di Aven.
Maximillien mi venne vicino e mi disse: «tranquilla, scusami, non dovevo...»
«Non è colpa tua, anzi grazie mille» dissi tra un singhiozzo e l'altro. «È che... nulla»
«C'è un altro?» chiese, preccupato. Io annuii.
«E ti ha fatto soffrire?»
Io annuii di nuovo.
«Nessuno dovrebbe farti soffrire» mi disse venendomi pericolosamente vicino. Poi mi bació.
La sua bocca si poggió sulla mia.
La mia sulla sua.
Sentii un rumore in sottofondo, ma non mi mossi. Sembrava cosí giusto essere tra le sue braccia e sulla sua bocca.
Anche se a me non piaceva lui.
Anche se lui piaceva a Jasper.
Anche se io forse non gli piacevo nemmeno.
Ma in quel preciso istante sembrava la cosa più giusta da fare.
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The Prince
RomanceAdley Hillsy è stata lasciata in due giorni da due ragazzi. Il che no, non è esattamente una cosa che la rende davvero felice. Tantomeno se uno dei due ragazzi ha finto di amarla solo per rubarle il regno di cui è principessa. E ancora meno se suo p...