eight

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Il viaggio dal bosco a Freres duró circa dieci minuti.
Se pensavo che Aven fosse il compagno di viaggio peggiore del mondo, mi stavo davvero ricredendo. Jasper era odioso, quasi piú di Aven. Quasi.
Gli avevo chiesto, discretamente, aspettando con pazienza il momento giusto: «quanto manca?", pensando di ricevere una risposta quantomeno educata, e cosa mi aveva risposto? Che, dal momento che il castello non compariva in lontananza non eravamo arrivati. Grazie, davvero illuminante. Senza di te non so avrei fatto, Jasper.
Ma il bello è che non si era fermato qui, mi aveva detto che se avesse potuto mi avrebbe lasciato nel bosco. Voglio dire! Non mi conosceva nemmeno, sapeva solo il mio nome!
Se avesse conosciuto Aven sarebbero diventati migliori amici e avrebbero fondato il "odio-Adley-con-tutte-le-mie-forze" club, per poi scambiarsi aneddoti su come farmi soffrire
di piú. Giá me li vedevo.
Alla fine arrivammo, dopo ben dieci minuti, e non appena intravidi il castello rimasi incantata. Certo, anche io abitavo in un castello, ma questo era davvero stupendo.
Era enorme, bianco, con i tetti azzurri e un enorme cancello dorato all'ingresso che faceva intravedere un giardino fiorito.
«Ora siamo arrivati, felice?» chiese Jasper.
«Moltissimo, almeno non dovró più vedere te» dissi indignata.
«Oh no, invece, vi sbagliate di grosso. Mi vedrete eccome» disse saltando giú da cavallo e facendomi prendere un colpo.
Certo che era proprio carino. Vederlo non sarebbe stato un problema. Il problema era sentirlo.
«Io non faccio da guida turistica» mi disse prima di andarsene.
Come se io avessi bisogno di lui! Certo, magari sapere dove fossero le stalle per mettere il cavallo, dove fosse l'entrata non sarebbe stato malissimo, ma ce la potevo fare.

Non ce l'avevo fatta. O almeno, non da sola.
Avevo incontrato un ometto basso, ma che sembrava davvero tenero- cosa che poi si riveló vera- che mi aiutó in tutto quello di cui avevo bisogno. Mi fece anche vedere la mia camera.
Era davvero stupenda, tutta rosata e con un letto a baldacchino enorme al centro. Avevo addirittura un bagno privato dentro con vasca idromassaggio e una stanzetta riservata al mio guardaroba.
«La cena sarà alle 20, ma sospetto che Sua Altezza il re Maximillien vi voglia vedere prima per stare un po' con lui e conoscervi meglio»
Giá, e mi sarebbe piaciuto davvero molto stare con lui, sempre che non ci fosse stato un certo individuo. Anzi, ora si erano moltiplicati.
«George» lo chiamai prima che se ne andasse.
«Sí, Miss Adley?»
«Com'è Jasper? Voglio dire, è sempre cosí antipatico?»
Lui si rabbuió per un secondo, poi disse: «no, non è sempre antipatico. E mi dispiace che voi lo abbiate conosciuto in questo modo. È una delle persone piú dolci che io conosca, ci deve essere di sicuro un motivo per cui è stato cosí con voi. Gli parleró».
Oh no, mi avrebbe odiato ancora di piú.
«No, no non si preoccupi George. Volevo solo sapere, tutto qui. Grazie mille per l'aiuto».
Lui si inchinó, mi sorrise ed uscí.
Jasper era dolcissimo? Ah. Evidentemente io avevo una specie di calamita che attirava l'odio delle persone, come altro potevo spiegare Aven e Jasper?
Decisi di ignorare entrambi e di farmi un bagno caldo. Era da un po' che non facevo un bagno come si doveva e dopo cosí tanti giorni nel bosco era cosí bello essere finalmente in un castello.
Non appena uscii, circa mezz'ora dopo, mi preparai con cura. Ci misi dieci minuti a truccarmi e poi misi uno dei vestiti piú carini che avevo, preso apposta per l'occasione.
«Miss Adley?» chiese la voce di George.
«Sí?» chiesi, allacciandomi il vestito.
Ero pronta. Qualunque cosa dovessi fare, ero pronta.
«Sua Altezza gradirebbe vederla nei Giardini Imperiali per una passeggiatina» mi disse.
«Oh, certo. Eccomi» e uscii dalla porta.
George mi condusse ai "Giardini Imperiali», che erano una delle cose piú belle che io avessi mai visto. C'era una fontana al centro e di fianco una statua enorme di Maximillien; tutto intorno invece ero circondata da fiori di ogni genere.
«Mi vergogno un po', sinceramente» disse una voce, sbucando da dietro le mie spalle. Maximiliien doveva smetterla di comparire cosí.
«Temo di non capire» dissi, ed era la veritá. Di cosa doveva vergognarsi? Aveva un castello semplicemente meraviglioso, non aveva assolutamente nulla di cui non andare orgogliso.
«Per la statua» e la indicó. Oh. In effetti era abbastanza imponente e non rispecchiava la realtá, insomma, Maximillien era carino, ma nella statua era rappresentato un ragazzo bellissimo.
«Non sapete come vi capisco, una volta mi hanno fatto stare in posa per ore per farmi un dipinto sopra un cammello e mio padre era talmente entusiasta che voleva metterlo nella sala principale del castello. Non avete idea di come mi sia sentita in imbarazzo: non rispecchiva per niente ció che ero», e soprattutto mi faceva venire in mente il momento poco carino nel quale ero volata giù dal cammello e mi ero fatta malissimo, circa verso metà del tempo che mi avevano tenuto lí. E sí, il pittore aveva rappresentato anche la ferita che mi ero fatta.
Maximillien mi sorrise.
«Non avete idea del sollievo che mi date dicendo queste parole, mi fate sentire meno solo».
Che carino, se avessi potuto l'avrei abbracciato.
Ma non lo feci.
«Parlatemi un po' di voi» mi disse dopo qualche secondo.
Be', dunque cosa c'era da dire su di me?
«Sono la principessa di Hillsy...» stavo iniziando a dire, ma lui mi interruppe subito.
«No, non mi interessa sapere come siete per tutti, io voglio sapere come siete per voi stessa. Cosa vi piace, cosa vorreste fare se non foste la principessa e quali sono i vostri difetti. Sapete, mi piacciono le persone che sanno vedere i propri difetti».
Oh. Be', allora aveva trovato la ragazza giusta.
«Se devo essere onesta non ho mai pensato a cosa avrei potuto fare se non fossi stata Adley Hillsy. Insomma mi piacerebbe moltissimo dipingere o fare delle statue, oppure disegnare abiti, ma probabilmente sarei terribile in ogni cosa. Uno dei miei più grandi difetti è la goffaggine: sono terribile in quasi ogni sport e anche in qualsiasi lavoro manuale. Cado di continuo e faccio figure penose, ma di positivo c'è che almeno me lo so riconoscere. Un altro mio difetto è che parlo tanto, se ne ho l'occasione. A volte non mi riesco a fermare, ed è davvero difficile che io lasci stare la persona con cui sto parlando se non ho finito il discorso. A volte mi fido troppo delle persone e molto spesso mi deludono» la mia mente andó subito a collegare le mie parole con la faccia di
Aven, e mi rabbuiai subito.
«Tutto bene?» chiese Maximillien, accorgendosene.
«Sí, non è nulla»
«Posso dirvi una cosa? So che vi conosco da pochissimo tempo, ma mi sembrate una ragazza davvero simpatica e piena di qualitá. E poi, adoro quando le persone mi parlano tanto e non si limitano a dire cose banali come "che caldo che fa, non trovate?", e penso che la goffaggine non sia un problema. Anche io sono una persona molto goffa. Per quanto riguarda la fiducia invece non so cosa dirvi, posso solo chiedervi di fidarmi di me perchè sto cercando qualcuno come voi da molto, moltissimo tempo e mi sembrate una persona cosí onesta e genuina che mi sembra difficile che qualcuno voglia farvi soffrire. Se volete possiamo iniziare a frequentarci come amici, cosí per conoscerci meglio. A me farebbe molto piacere.»
Non sapevo cosa dire. Pensavo che Maximillien fosse un principe montato e vanitoso, invece era gentilissimo e sembrava davvero interessato a me come persona, non a me come la principessa Adley.
«Certo che mi farebbe piacere, anzi non vedo l'ora di sentire dei racconti sulle vostre avventure da persona goffa!»
E cosí parlammo per circa un'ora, circondati da un giardino semplicemente meraviglioso. Fino a quando non arrivò Jasper e interruppe tutto.

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