eighteen

1.4K 97 13
                                    

Ora, so che tecnicamente intrufolarsi nella camera di un principe in fin di vita che ha espressamente detto di non volerti vedere non è una delle cose di cui andare piú fieri, ma io dovevo assolutamente vedere Aven.
Avevo aspettato che tutti andassero a letto e poi mi ero avvicinata in modo molto scaltro e con passo felpato alla sua camera. Be', o almeno ci avevo provato.
Certo, il vaso che era volato per terra facendo un rumore assurdo non aveva aiutato. E nemmeno l'armatura contro la quale ero andata a sbattere.
Peró tutto sommato me l'ero cavata piuttosto bene, almeno nessuno era arrivato a portarmi via.
Quando entrai nella stanza rimasi delusa: nessuna traccia di Aven. Non che mi aspettassi davvero di trovarlo lí, ma un briciolo di speranza ce l'avevo.
Stavo per andarmene sconsolata quando sentii dei passi avvicinarsi.
A questo punto avevo due opzioni:
-fare la persona matura, uscire e affrontare chiunque fosse arrivato, dal momento che ero una ragazza ormai quasi adulta e potevo affrontare una conversazione con chiunque, spiegando perchè mi trovassi alle due di notte nella camera di un ragazzo che era stato ferito
-nascondermi nell'armadio cercando di non emettere nemmeno un suono e aspettare che la persona se ne andasse al piú presto
Ovviamente scelsi la seconda.
«Ritira tutti gli effetti personali» disse una voce che mi sembrava di conoscere. Guardai dal buco della serratura dell'armadio, ma era troppo buio.
«Certamente, Vostra Altezza.»
Ah ah! Era Maximillien, ma cosa ci faceva in piena notte nella camera di Aven?
«E sorveglia anche questa di stanza, nel caso in cui qualcuno si avvicini». Qualcuno chi? Stava forse pensando a me?
«Come desiderate. Posso chiedervi chi dobbiamo tenere lontano dal principe di Medley?»
Ci fu una pausa di silenzio. Dai Maxi, avanti, dillo!
«Cercate di tenere lontana soprattutto la principessa Adley, non deve assolutamente sapere dove si trova il principe, siamo intesi?»
«Ogni vostro desiderio è un ordine»
Detto questo Maximillien se ne andó e sentii l'altro prendere tutto ció che trovava.
Maxmillien non voleva che vedessi Aven fino a questo punto? Non voleva nemmeno dirmi dove fosse, la domanda era: perchè? Era ovvio che non gliene fregava nulla di vedermi triste vedendo le sue condizioni, non era questo che lo turbava. Ma allora cos'era? Possibile che il principe di Freres nascondesse un segreto? Cosa stava architettando?
Ma soprattutto, come diamine sarei uscita da lì senza essere vista, se quel tizio si fosse messo a frugare anche nell'armadio? Fortunatamente quest'ultima domanda trovó in fretta una risposta: il tipo se ne andó un attimo, probabilmente per portare gli effetti personali di Aven da qualche parte, e io ne approfittai per uscire e tornare in camera mia.
Una volta arrivata lí mi chiusi a chiave e provai a dormire, ma ovviamente non ce la feci. Avevo bisogno di sfogarmi, di parlare con qualcuno, di capire qualcosa. Potevo contare solo su una persona, incavolata nera con me, certo, ma era la mia ultima speranza.

«Sí?» disse la voce di Jasper da dietro la porta.
Feci un respiro profondo ed entrai.
Lui era a letto, con la luce accesa e una rivista in mano. Probabilmente non riusciva a prendere sonno.
«Ma guarda chi si vede, la traditrice» disse, fulminandomi con lo sguardo.
«Jasper, ti prego...»
«No, Adley, ti prego un cazzo. Esci».
Okay, non era stato esattamente il momento strappalacrime che mi ero immaginata, dove lui correva da me e mi abbracciava dicendomi quanto gli fossi mancata e io gli dicevo che lui mi era mancato anche di piú e passavamo la serata a farci le unghie e raccontarci segreti, ma potevo ritentare.
«È estate, ho dieci anni» iniziai a dire. Jasper mi fissó con uno sguardo interrogativo e allo stesso tempo scocciato. «Ma cosa...?» chiese.
«Lasciami parlare, poi giuro che me ne andró, se vorrai.»
Lui non disse nulla, cosa che presi positivamente.
«Dicevo, ho dieci anni ed è la prima volta che trovo un'amica, Sofia, una vera amica con cui posso giocare e con cui posso sentirmi me stessa. Non l'avevo mai provato prima, avevo solo avuto persone anziane intorno a me, che di sicuro non desideravano giocare a Barbie con me. Sofia è simpatica, ci divertiamo insieme e ormai sappiamo tutto l'una dell'altra- per quante cose si possano sapere a dieci anni. Un giorno peró Sofia rompe la mia bambola preferita e mi dice che l'ha trovata cosí. Io so che non è vero, perchè non avrei mai permesso a nessuno di lasciare rotta la mia bambola. Litighiamo e lei se ne va, non torna piú.
Non ho mai più avuto un'amica. Mai. Non ho mai trovato una persona con cui mi sia trovata bene come con lei. Tranne che con te, Jasper. Tu sei la mia Sofia, e ti giuro che farei qualunque cosa per poter tornare ad essere tua amica. Non puoi capire quanto io abbia sofferto per quello che ho fatto, davvero, ma devi capire che è stato solo un bacio, solo uno, davvero, e lui non mi piace per niente. Dico sul serio, per niente proprio. Ti prego perdonami»
Lui tacque per quello che mi parve un anno, poi scoppió a ridere.
Non sapevo come prendere questa cosa, dal momento che non mi sembrava di aver detto nulla di divertente.
«Io sono la tua Sofia?» chiese, ridendo.
Ah, ops, forse quello potevo evitarlo.
«Sí, be' ecco...»
«Senti, ho riflettuto molto in questi giorni a quello che è successo e ho realizzato una cosa: Maximillien non è gay. Per quanto io abbia cercato di incolpare te per tutto, non è soltanto colpa tua. Era logico che non si sarebbe mai innamorato di me, sono stato uno stupido a pensare che sarebbe potuto accadere sul serio»
Rimasi in silenzio aspettando che lui dicesse altro, ma rimase in silenzio anche lui, il che fu abbastanza imbarazzante.
«Quindi...» dissi «mi perdoni?»
Lui sospiró. «Be', ci soffro comunque e da te non me lo sarei aspettato, peró... sí, ti perdono, Adley».
Io urlai di gioia, letteralmente, e corsi verso il suo letto abbracciandolo. Jasper, non il letto.
«Grazie, grazie, grazie, grazie Sofia»
Lui sghignazzó. «Non iniziare a chiamarmi Sofia»
«Va bene, Sofi»
«Nemmeno Sofi!»
«Ma Sofi era carino!»
Lui mi tiró una gomitata sul braccio. «Mi chiamo Jasper, nel caso in cui non te lo ricordassi»
«Carino, ma ti dona di più Sofi»
«Allora, come va la tua vita?» chiese, e mi tornó in mente tutto: Aven ricoverato, il fatto che non volesse vedermi, Maximillien e il suo strano comportamento. Raccontai tutto a Sof... Jasper, e lui non disse nulla per qualche secondo.
«Allora?» lo incitai.
«Maximillien ti ha proibito di vedere Aven?»
«No... cioè non proprio proibito. Non mi ha detto dove si trova e non vuole che lo veda, quindi... oddio, mi ha proibito di vederlo!»
Jasper si alzó dal letto.
«Dove vai?» gli chiesi.
«A scoprire dove si trova il tuo uomo».
Per poco non lo abbracciavo di nuovo.
«Jasper, grazie mille, ma a quest'ora penso che non ci sia nessuno sveglio. Domani mattina escogitiamo un piano e cerchiamo di capirci qualcosa, d'accordo?»
Lui annuí e si buttó sul letto, di fianco a me.
Restammo lí per qualche minuto, poi lui disse: «spegni la luce, resta qui a dormire».
Feci come mi aveva detto e lo abbracciai.
«Mi sei mancata, Adley»
«Anche tu, Sofi, tanto».
Lui sbuffó. «Che non diventi un'abitudine».
«Cosa? Chiamarti Sofi o baciare i tuoi uomini per poi dormire con te?»
Lui sorrise. «Entrambe»

The PrinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora