Pezzo di merda.
Che pezzo di merda!
Come poteva pensare che stessi tramando di ucciderlo, quando non riuscivo nemmeno ad ammazzare una zanzara?
Come poteva pensarlo se sapeva che mi piaceva da tantissimo tempo?
In quel momento l'avrei davvero voluto ferire, peró. Insomma, come poteva credere a Maxmillien e non a me? A me! E va bene che tra noi non era sempre esattamente stata una meravigliosa storia d'amore melensa e straordinaria, ma andiamo!
"Calma, Adley, calma" mi ripetei nella mia mente.
Aven mi aveva detto delle cose che non riuscivo a dimenticarmi, oltre a quelle dove mi accusava di star programmando la sua morte, ovvio.
Mi aveva detto, piú o meno, cosí: "mi sono accorto di amarti da morire e volevo scusarmi con te per come mi ero comportato in modo cosí vile e spregevole, spiegarti che l'avevo fatto solamente perchè ti amavo troppo senza ancora saperlo e magari sí, inizialmente avevo accettato di farlo per far piacere a mio padre, ma poi quando ti ho conosciuto meglio ho scoperto la meravigliosa ragazza che sei...". Sí, be', ecco avrebbe voluto dire tutte queste cose, ma era logico che non poteva date le circostanze. Insomma, non vai a dire cose cosí ad una che pensi ti voglia uccidere.
Ora dovevo trovare un modo per riuscire a salvare Aven senza far sapere a Maximillien che avevo scoperto tutto, dovevo mettere in pratica il piano "Facciamo-finta-che-io-non-sappia-che-tu-tieni-imprigionato-e-ferito-il-ragazzo-che-mi-piace-e-mettiamoci-insieme", in modo da poter fargli credere di avermi dalla sua parte, quando invece ero dall'altra. Dovevo ferirlo, ma in modo strategico; dovevo avere la sua completa fiducia e poi pugnalarlo come lui aveva pugnalato Aven. Be', no, non cosí. Va bene tutto, ma dal momento che avevo difficoltà anche a schiacciare i moscerini che si posavano sul tavolo quando mangiavamo all'aperto, dubitavo che pugnalarlo in senso letterale fosse il migliore dei piani. No, dovevo farlo soffrire psicologicamente e poi imprigionarlo.
Lui aveva cercato di uccidere Aven? Bene, non se la sarebbe cavata tanto facilmente!
Lui aveva portato Aven contro di me? Grandioso, avrebbe avuto quello che si meritava!
Lui aveva... stavo per elencare tutte le cose che aveva fatto- e sarei potuta andare avanti ore, magari mettendoci una base sotto e iniziando a cantare componendo una meravigliosa canzone- quando qualcuno bussó alla mia porta.
«Sí?» chiesi, cercando di calmarmi.
«Sono Maximillen, posso?» domandó.
Oddio, Maxmillien! Poteva? Poteva cosa? Far finta che non fosse successo nulla e finire di ammazzare Aven? Uccidere anche me?
«Ehm... ecco... io non... doccia... capelli... insomma...» dissi parole a caso sperando di farlo andare via. Il mio piano geniale "vendichiamoci di Max" non iniziava alla grande. Primo perchè stavo tremando come una foglia, mentre nella mia mente dovevo essere una ragazza sexy e sicura di sè, capace di maneggiare spade e fucili per lasciare dietro di sè stragi di uomini... sí, be' non decidevo io cosa pensare; secondo perchè era tutto molto bello nella mia testa, ma non sapevo come praticamente mi sarei liberata e l'avrei fatta pagare a Maximillien.
«Non posso entrare?»
Entrare? Perchè voleva entrare? Certo che non poteva entrare! Non poteva prendermi come una che faceva entrare gli assassini in camera sua nel
mezzo della notte!
«Uhm... sí... no...» dissi, ma talmente sottovoce che a momenti non mi sarei sentita nemmeno io.
«Come hai detto?»
Come vuoi che abbia detto? "Certo vieni qui e strangolami amore mio, ti aspettavo ardentemente"? Oppure "fammi vedere come mi spezzi il collo, sei tanto sexy mentre mi uccidi"? Andiamo!
Magari aveva scoperto che ero andata da Aven e voleva ammazzarmi per fare in modo che nessuno scoprisse che aveva provato a farlo fuori.
«Adley, ci sei?»
Dio, ma se ne voleva andare?
«Sí, ma mi sto cambiando, aspetta un attimo!»
Lui bofonchió qualcosa e io cercai di prendere tutte le cose che potevano trasformarsi in armi per metterle vicine a me, non si sapeva mai.
«Ecco, entra pure!» urlai, cercando di essere radiosa e piena di gioia di vederlo.
«Iniziavo a pensare ci fosse un altro in questa stanza» disse ridendo e guardandosi intorno sospettoso.
Perché? Volevi fare fuori anche lui?
«Non potrei mai pensare ad un altro oltre te» dissi con una voce mielosa. Non potevo davvero ad un altro come lui, come migliore falso, assassino e bugiardo.
Maxmillien mi sorrise in modo che doveva essere provocante e mi venne pericolosamente vicino.
«Baciami» mi ordinó.
Ah! Baciarlo? Per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva. L'avevo già baciato una volta ed era stato piú che sufficiente.
Tentai di farmi venire in mente delle scuse geniali, ma trovai solo: una malattia che mi faceva morire se baciavo il principe di Freres- secondo la quale quindi dovevo essere un cadavere-, un mal di testa terribile che si trasmetteva a tutte le persone che si avvicinavano a me e per finire il fatto di aver scoperto di essere stata punta da un alieno allergico ai baci umani, motivo per il quale non potevo baciare nessuno, altrimenti mi sarei disintegrata.
Dal momento che nessuna idea mi sembrava brillante, decisi di non dire nulla.
«Allora?» Maximillien iniziava a scaldarsi.
«Sí, no, vedi... ho scoperto che mi serve un po' di tempo per pensare a te» e a come distruggerti, stronzo, «per tutta la questione del matrimonio, sai» che piuttosto che sposarti mi sparerei «e sono molto confusa» su quale sia l'arma che hai usato per colpire Aven... ci saranno ancora state le sue impronte? Ovvio che no, doveva aver pensato a tutto. «Quindi ti chiedo di non mettermi fretta» perchè altrimenti tiro fuori le forbici rosa dalla forma arrotondata e un disegno di un cane con gli occhi a cuore e te le punto contro!
«Hai perfettamente ragione, perdonami, non volevo metterti fretta, davvero. Devi sapere che mi piaci davvero moltissimo e che non faccio altro che pensare a te, Adley. Ho bisogno di te, qui, al mio fianco. Ho bisogno che tu sia la mia regina» e mentre diceva queste cose nel suo sguardo c'era una sorta di supplica.
Certo, povero cucciolo, aveva bisogno di me, mi amava tantissimo e bla bla bla... non mi importava.
Si era messo contro Aven? Si era messo contro di me.
«Aspettami stasera in camera tua, allora, ti diró che cosa avró deciso di fare». In realtà sapevo benissimo cosa avevo intenzione di fare: andare da lui, portandogli un bicchiere di acqua con del sonnifero, farlo addormentare, cercare ovunque nella sua stanza una prova del suo piano malefico e mostrarla ad Aven per fargli capire che io ero dalla sua parte. Ad Aven e al resto del mondo, per far capire che Maximillien era un pazzo criminale e che andava fermato, ovvio.
Certo, era un piano un po' troppo semplice e fiabesco, ma ero abbastanza disperata.
«Perfetto, allora ci vediamo stasera» mi salutó sorridendomi in modo che pensava sexy, ma che era davvero inquietante.
«Non vedo l'ora» replicai.
Oh sí, non vedevo davvero l'ora di farlo fuori.
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The Prince
RomanceAdley Hillsy è stata lasciata in due giorni da due ragazzi. Il che no, non è esattamente una cosa che la rende davvero felice. Tantomeno se uno dei due ragazzi ha finto di amarla solo per rubarle il regno di cui è principessa. E ancora meno se suo p...