sixteen

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Aven e io ci stavamo baciando. Non era un sogno, ero sveglia, lui era vivo, non eravamo ubriachi.
Stavo per staccarmi da lui per urlare di gioia, quando fu lui ad allontanarsi da me e ad alzarsi. Sí, eravamo rimasti per terra tutto quel tempo, e in effetti iniziava ad essere un pochino scomodo.
Si mise le mani nei capelli e si allontanó da me immediatamente.
«Cosa c'è?» chiesi, preoccupata. Non gli era piaciuto?
«Cosa c'è? Mi stai chiedendo cosa c'è?»
Prova dell'udito superata, dieci punti per Aven.
«Sí, Aven, perchè mi hai baciato se non ti piaccio nemmeno?»
«Ah, io ti ho baciato? Sei stata tu ad iniziare»
Risi istericamente. «No, sei stato tu, Aven, lo sai benissimo. Se questo ti fa sentire meno in colpa per aver tradito la tua fidanzatina va bene, diciamo pure che sono stata io a..» ma non riuscii a finire di parlare perchè mi interruppe.
«Oh, ma bene arriva l'esperta dei tradimenti» disse, andando verso la porta.
«Cosa vuoi dire?»
«Lo sai» disse, con la mano praticamente sulla maniglia. Lo tirai per un braccio e lo costrinsi a girarsi verso di me.
«Dimmi perchè continui a dirmi che ho tradito qualcuno!»
«Andiamo, vuoi dirmi che era la tua gemella che è stata prima con Jasper e poi con Maximillien?»
Allentai la presa sul suo braccio e indietreggiai.
«Cosa c'entra Maximillien?»
Mi guardó con uno sguardo che era al tempo stesso freddo e ferito, come se stesse cercando di non far capire che quello che mi stava per dire lo aveva colpito.
«La sera in cui dovevamo uscire a cena» disse, e io iniziai a tremare. Quella sera. La famosa sera.
«Charlotte mi aveva detto che tu avevi dei sentimenti per me anche se io non volevo crederci perchè pensavo che mi odiassi e che stessi con quel Jasper, ma poi decisi di venire a parlarti perchè non riuscivo a dormire. Per venire da te dovevo passare per la camera di Maximillien, e indovina chi vidi tra le sue braccia e con la bocca nella sua? Ti ho visto, Adley, ti ho visto baciare Maximillien»
Io ero sconvolta. Era probabilmente stato lui a fare quel rumore quella sera.
«Cosa? Adley è vero? Hai baciato Maximillien?» urló ferito Jasper sbucando dal nulla.
Proprio quello che mi ci voleva.
«Jasper io non...» cercai di dirgli, ma lui mi guardó disgustato e corse dentro.
Io lo seguii e sentii Aven urlare: «sí, brava, segui il tuo ragazzo, vediamo come glielo spieghi»
«Vaffanculo Aven! Vediamo come spieghi tu alla tua ragazza che mi hai baciato, eh?»
«Mi hai baciato tu!»
Oh certo, ero stata io, ero sempre io, lui non faceva mai nulla povero cucciolo indifeso.
«Sai cosa, Aven? Non avresti mai dovuto baciarmi, mi fai schifo dal profondo. Non ti sopporto, lo vuoi capire? Rovini sempre tutto, hai rovinato tutto! Ora Jasper non mi vorrà piú parlare, ed è tutta colpa tua» urlai piangendo.
«Oh certo Adley, perchè sono io che mi sono travestito da Maximillien e ti ho baciato quella sera, non sei stata tu a tradire il tuo fidanzatino, è colpa mia logicamente!»
«Sí che è colpa tua e lo sai perchè? Vuoi sapere perchè? Perchè quella sera io pensavo che fosse un appuntamento, che tu volessi uscire davvero con me. Dio, quanto sono stupida! Mi hai ferito a tal punto che non appena Maximillien mi ha detto che gli piacevo sono scoppiata a piangere e poi ci siamo baciati. Ero sconvolta. Ed è colpa tua, è sempre colpa tua!»
Detto questo me ne andai cercando disperatamente Jasper. Intorno a me la gente ballava e si divertiva, io invece avevo giá versato piú lacrime di quelle che pensavo di avere.
Uscii dalla sala del ballo e sentii piangere in un bagno, dove trovai Jasper contro il muro.
«Jasper...»
«Vattene! Non ti voglio piú vedere, mi hai tradito. Come hai potuto?» mi chiese, rivolgendomi un'occhiata carica d'odio.
«Io... non lo so, Jasper, ti giuro che non lo so. Ti giuro che non volevo, ti giuro che se potessi tornare indietro cambierei tutto»
«Non me ne faccio nulla dei tuoi giuramenti, sei solo una puttana!»
Questo no, questo non doveva dirmelo.
«Come mi hai chiamata?»
«Puttana, Adley, e non dirmi che non lo sei, per piacere. Non appena hai l'occasione di baciare qualcuno lo fai, senza preoccuparti di nulla»
«E invece no, quella sera ero a pezzi , lo sai. Maximillien mi aveva detto che gli piacevo, che ero fantastica... ho sbagliato, va bene? Ma ci sono stata di merda»
Jasper smise di piangere. Nel suo volto non c'era tristezza, c'erano solo delusione e odio.
«No, la fantastica Adley Hillsy non sbaglia mai, sono sempre gli altri a fare tutto, vero? Sai cosa? Mi fai schifo, davvero tanto. Ora me ne andró e non ti voglio vedere mai piú, hai capito? Mai piú!»
E cosí dicendo mi lasció da sola in bagno a piangere finchè non mi addormentai sperando che tutto quello che era successo fosse solo un bruttissimo incubo.

La mattina dopo peró realizzai che:
-Aven mi aveva davvero baciato (e non che io avevo baciato lui) e continuavo a non capire quali fossero i suoi sentimenti per me. Insomma, non vai a baciare una che proprio ti fa schifo, no?
-Maximillien mi aveva chiesto di sposarlo, ma io non lo amavo e non avevo alcuna intenzione di fare del mio matrimonio un'alleanza politica
-Jasper mi aveva detto che gli facevo schifo e probabilmente non voleva davvero piú parlarmi.
Volevo soltanto chiudermi in quel bagno e non uscire piú, ma sapevo che non era possibile.
Perció iniziai a riflettere su come risolvere tutto quello che mi stava succedendo.
Dovevo innanzitutto trovare Aven e chiedergli cosa significassi per lui e se davvero non gli importassi nemmeno un pochino, dire a Maximillien che ero davvero spiacente, ci avevo riflettuto, e non potevo sposarlo, e infine cercare di fare ad ogni costo pace con Jasper.
Non era cosí difficile, ce la potevo fare.
Mi alzai e uscii dal bagno, diretta verso la stanza di Aven. Bussai piú volte, ma non mi rispose nessuno.
Inizialmente non lo presi come un segno negativo, probabilmente si era alzato presto ed era andato a fare colazione, ma non lo trovai nemmeno nella sala dove facevamo di solito colazione.
Cercai dovunque il suo volto, ma non lo vidi da nessuna parte, il che era strano perchè a tavola c'erano tutti.
Andai perció da Charlotte, nonostante fosse l'ultima cosa che desiderassi fare, e le chiesi: «sai dov'è Aven?»
Lei molló il pancake che stava divorando e mi fissó.
«Avèn è partitó per guerrá, non avere deto?» disse con il suo marcatissimo accento.
Il mondo cessó di esistere per qualche secondo.
Aven era andato in guerra.
Era partito.
Non l'avevo nemmeno salutato.
Non gli avevo nemmeno detto cosa provavo per lui.
Magari non sarebbe piú tornato.
Magari sarebbe morto lí.
E gli avevo urlato addosso che lo odiavo.
Quello sarebbe stato il suo ultimo ricordo di me.

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