twenty-one

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«Sicuro che funzionerá?» chiesi a Jasper quando mi passó il bicchiere con quello che doveva essere un sonnifero potentissimo.
«Certo, il migliore in circolazione» disse facendomi l'occhiolino.
Gli sorrisi grata e lo appoggiai al vassoio con l'altro bicchiere. Quello con il sonnifero era a destra, l'altro a sinistra. Avevo sempre avuto un po' di difficoltá a distinguerle, tanto che ogni volta impiegavo trenta minuti a capire dove fosse una e dove l'altra, ma ce la potevo fare.
«Dammi, te lo porto io fino a che non arriviamo davanti alla sua camera» mi propose incoraggiante Jasper.
Lo abbracciai. «Grazie per avermi aiutato, senza di te non so cosa avrei fatto»
Il suo volto si illuminó. «Non ti preoccupare, siamo amici, è logico che io ti voglia aiutare».
Detto questo ci avviammo per portare a termine la nostra missione. Eravamo due ninja contro le forze oscure del male, due paladini del bene, due salvatori del mondo. Forse avrebbero anche fatto un cartone animato su di noi e sarebbe diventato cosí famoso da fare anche pupazzi e gadgets con le nostre facce. Ci saremmo chiamati "Ninjadley e Ninjasper" e avremmo avuto delle tutine nere carinissime ed elastiche per volare sopra i tetti e per fare varie acrobazie... e no, non importava se io non fossi nemmeno capace di fare una spaccata o una capriola senza spaccarmi il collo, Ninjadley le avrebbe fatte volando. Anche se come ancora mi sfuggiva.
«Sei pronta?» chiese Jasper destandomi dai miei pensieri. Annuii e presi il vassoio, facendomi coraggio. In fondo era un ragazzo come gli altri Maximillien, aveva solo cercato di uccidere Aven, ma tutti potevano avere degli scatti d'ira improvvisi. Sí, come no. Fanculo la mia pietá.
«Maximillien?» domandai bussando.
La porta si aprí e un principe di Freres in vestaglia comparve. Mi metteva paura con quella cosa addosso. Aveva un leone ruggente sul petto e, come potei notare, uno ancora piú grande sulla schiena.
«Ti aspettavo caldamente» disse ammiccando.
Stavo per vomitare. Tra quel leone ruggente e il "caldamente" seguito dall'occhiolino stavo intuendo cosa lui si aspettava da questa serata. E no, decisamente non era quello che mi aspettavo io.
«Sí... ehm... anche io molto... caldamente, sí. Perchè non ci scaldiamo ancora un po' di più con questo ottimo vino?» chiesi incerta indicando il vassoio.
Lui sorrise e disse qualcosa che sembró un "aargh". Ovviamente mi spaventai e rischiai di far volare per terra il bicchiere che avevo afferrato.
«Lo prendo io, dolcezza» e me lo tolse di mano. Meno male che era il suo con il sonnifero e non il mio. Prendilo pure, dolcezza e fai tanti sogni d'oro.
Dopo qualche sorso in cui io fissavo ogni secondo la sua bocca per vedere quanto vino ingurgitasse, cosa che poteva sembrare alquanto maniaca, lui si accasció al suolo privo di sensi.
Grazie Dio, perchè sinceramente avevo molte cose da fare e fissare la bocca di Maxmillien non era esattamente tra queste.
Tirai uno schiaffetto sulla guancia del principe per vedere se fosse davvero privo di sensi, ma forse lo diedi un po' troppo debole perchè non emise nemmeno un suono.
Adley, su, pensa a cosa potrebbe fare questo ragazzo se si svegliasse ora. Colpisci! Stendilo!
Ci riprovai, ma la violenza non era proprio tra le mie doti principali, quindi presi una specie di bastone appuntito, che non volevo nemmeno sapere perchè si trovasse vicino al suo letto, e lo punzecchiai con quello. Perfetto, steso. Non si muoveva.  Ora potevo iniziare la mia perquisizione.
Guardai un po' dovunque, ma ad un primo sguardo non vidi assolutamente nulla. Non mi scoraggiai.
Dovevo trovare una prova, qualunque prova che facesse capire ad Aven che io ero dalla sua parte.
Ad un certo punto aprii un cassetto sicurissima che avrei trovato tutto quello che stavo cercando e anche di piú, invece tutto ció che c'era dentro era la sua biancheria intima. Grandioso.
Qualcuno bussó alla porta.
Ci potevano essere due piccolissimi problemi da risolvere:
1) avrei dovuto spiegare perchè Maxmillien fosse sdraiato per terra privo di sensi e con una vestaglia con un leone ruggente
2) mi avrebbero sorpreso con le mani nel sacco. Letteralmente, perchè avevo appena trovato un sacco di tela dove teneva le sue canottiere.
E non credo che avrebbero creduto alla mia versione "il principe di Freres è un assassino, sto cercando una prova tra le sue mutande per incastrarlo!" per non mandarmi in carcere.
«Chi è?» chiesi tossicchiando e cercando di fare una voce profonda da uomo.
«Sono io Ad! Apri subito» disse la voce di Jasper e io sospirai sollevata.
Corsi ad aprire e lo feci entrare in frettissima, sbattendo subito la porta dietro di lui.
«Non puoi capire cosa ho trovato. Stavo camminando nel parco e ho visto questo» disse affannato porgendomi un pugnale con un leone ruggente inciso sopra. «Era nascosto benissimo, ma con la luna ho visto una cosa scintillare e ho cercato di prenderlo. Ho controllato e le impronte corrispondono a quelle di Maximillien. Ci sono ancora delle tracce di sangue, se riusciamo a dimostrare che è quello di Aven siamo a posto!»
Stavo per piangere. Sul serio. Jasper era la cosa migliore che mi fosse capitata in quel momento.
Lo abbracciai di slancio e gli riempii le guance di baci, poi afferrai il pugnale e corsi verso la stanza di Aven. Finalmente avrebbe capito che io non c'entravo nulla. Gli stavo consegnando l'arma che avrebbe dovuto ucciderlo, piú di cosí cosa voleva che facessi?
Ovviamente poi sarei andata a denunciare tutto e avrei spedito Maxmillien in prigione. Dio, quanto ero felice! Non mi importava nemmeno che la gente mi vedesse correre nel pieno della notte con un pugnale in mano insanguinato e un sorriso a trentadue denti. Anche se in effetti potevo apparire un pochino una serial killer.
Arrivai davanti alla stanza e tirai fuori in fretta e furia la chiave che mi aveva dato Jasper.
Dentro era tutto buio.
«Chi è? Ho un'arma e non ho paura ad usarla» disse la voce calda di Aven. Dio, quanto era bella la sua voce!
«Sono io» ammisi chiudendo la porta.
Lui accese una luce e io vidi che teneva in mano un libro di fiabe.
«Quella era la tua arma?» chiesi ridacchiando guardando un maialino abbracciare un orso in copertina.
Lui mi fissó e poi guardó quello che avevo in mano. Il suo volto divenne bianco. «E quella deduco sia la tua» disse indicando il mio braccio.
Oddio, il pugnale! Forse avrei dovuto progettare meglio la mia entrata perchè, in effetti, aprire la porta con la chiave e presentarmi con un pugnale in mano sghignazzando nel bel mezzo della notte, non era esattamente rassicurante.
«No! No, questa era la arma di Maximillien, quella che ha usato per pugnalarti. Jasper l'ha trovata e me l'ha portata subito. Non puoi capire che carino che è stato, mi ha anche aiutato a mettere un sonnifero nel vino di Maximillien cosí che potessi trovare una prova e convincerti che io non avevo mai avuto intenzione di ferirti».
Lui stette in silenzio per qualche secondo.
«Mi fa piacere che il tuo ragazzo sia stato tanto carino, ma io non ti credo comunque, mi spiace».
Che cosa? Che cosa? Dopo tutto quello che avevo fatto, questo era il suo ringraziamento?
«Punto primo, Jasper non è il mio ragazzo! È gay porca miseria, lo vuoi capire? Non stiamo insieme, non lo siamo mai stati!»
Non riuscii a dire il punto due perchè Aven mi fissó in modo talmente sconvolto da impedirmi di proseguire.
«Gay... è gay? Ma perchè non me l'hai mai detto? Non hai mai smentito quando ti dicevo che stavate insieme»
«E certo, perchè lui mi aveva pregato di non dirlo a nessuno. È stato difficilissimo per lui ammetterlo anche solo a se stesso, ti sembra che me ne sarei andata in giro a sbandierare che era gay?»
Silenzio.
«E Maximillien?» domandó, anche se sembrava decisamente meno ostile di prima.
«Maximillien è il ragazzo che ha provato ad ucciderti. E Aven, credimi, a volte proprio non ti sopporto, ma non potrei mai stare dalla parte di uno che ti prova a ferire perchè... » mi piaci e sono cotta di te «mio padre ci ha mandato insieme e voglio tornare insieme a te a casa».
Lui sorrise, ma in un modo che non sapevo decifrare.
«Come vorrei crederti»
Come? Di nuovo? Ma cosa diamine dovevo fare per fargli capire che io non c'entravo nulla?
«E allora credimi! Ti ho portato il pugnale con cui Maximillien ti ha colpito. Anzi tienilo tu, prendi» dissi porgendoglielo «consegnalo pure alla polizia, fai quello che vuoi. Io sono dalla tua parte».
La mia testa intanto iniziava a girare in modo strano e sentivo di star per perdere i sensi. Cosa mi stava succedendo? Cercai di appoggiarmi al letto e di riprendermi.
«Adley, questo non è il pugnale con cui mi hai colpito. Non l'ho mai visto prima. Mi ha aggredito con una spada con inciso un serpente»
Tra il giramente di testa e questa notizia stavo davvero per svenire.
«Ma non è possibile... Jasper mi ha detto... ah» dissi, accasciandomi di fianco a lui.
«Addy!» esclamó spaventato. Era la prima volta che mi chiamava cosí. In modo non ironico, in realtà.
«Ma se non è il tuo sangue e non è il pugnale di Maxim...» dissi bisbigliando e socchiudendo gli occhi. Stavo davvero male.
«... allora di chi è?» chiese completando la frase.
Annuii, prima di sentire un colpo alla porta.
Gli occhi mi si chiusero e stavo per addormentarmi, ma Aven mi spinse con il braccio non incatenato per terra, cosa che mi sveglió e mi procuró non poco dolore, e mi ordinó di andare sotto al letto.
Chiunque fosse entrato in quel momento non doveva sapere che mi trovavo lí.
L'ultima cosa che vidi prima di svenire fu una vestaglia con un leone ruggente.

Alloraa, get ready for a plot twist nel prossimo capitolo :). Sto per finire di scrivere The Prince, ma non so se ci sará un seguito o altro (anche perchè sarebbe il terzo lol) e nulla, spero che vi stia piacendo

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