02.Ayara

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Probabilmente se Ayara fosse cresciuta in una famiglia benestante di Dartha sarebbe stata una Suddita, o al massimo una Rivoluzionaria, dato che questi ultimi non ricorrevano mai all'assassinio e alle vie di illegalità che, sebbene il regime stesso fosse un concentrato di illegalità pura (ma che agli occhi degli altri era solo semplice normalità) venivano severamente punite, ed era più un partito contrastante al regime che veniva considerato innocuo, che una fazione di ribelli sanguinari come gli assassini.

Ma Ayara non era cresciuta in una famiglia tradizionale, anzi, non era cresciuta nemmeno in una famiglia. Non aveva nemmeno avuto il tempo di vedere invecchiare visibilmente i genitori, ne di scambiarsi gli abiti e i trucchi con la sorella.
Avrebbe potuto avere una vita tranquilla e agiata come tutti gli altri.

Eppure a 12 anni Ayara non faceva altro che mordere e graffiare nei bassifondi di Dartha per un pezzo di pane o fissare insistentemente (e inutilmente) per avere qualche moneta e in alternativa a imparare ad allungare le mani silenziosamente per farle passare nelle tasche piene dei passanti.
Quella gente la guardava disgustata dal suo sguardo fisso,senza vedere la sua disperazione ma solo vedendoci un rifiuto, così come comandava di guardare la misera gente in strada il Regime, trattandosi spesso di esiliati o di elfi e streghe.

Da lí cominciarono a chiamare lei e gli altri bambini della strada "mostriciattoli", li per lí come un commento, poi come un offesa per allontanarli e ogni volta, a sentire quel nomignolo, Ayara rabbrividiva e rivedeva i suoi fantasmi.
Alla fine peró c'era sempre qualcuno che la notava . "É quella che insiste più di tutti, poi, con quello sguardo. Inquietante. Dovrebbero cacciarli da qui i rifiuti cosí, non hanno nessuna utilità."

Non avrebbe mai pensato che in seguito la gente l'avrebbe sempre chiamata "Mostro" guardandola salvare qualcuno, pur uccidendone un altro.
Aveva sempre pensato di meritarsi un soprannome del genere proprio perché non era riuscita a salvare nessuno, ma alla fin fine lo accettó in ogni caso.

Ayara aveva imparato a sue spese a odiare Dartha, il regime e tutto il paese, anche il mondo se solo l'avesse visto con i suoi occhi per giudicare di suo, ma da quel che dicevano non era meglio del continente.
Il disprezzo di Aya non era quello della vendetta; era più cocente per indirizzarsi verso l'indifferenza.
Ma allora perché era un assassina? Gli assassini lavoravano per odio, per vendetta, ma mai per indifferenza. C'era chi, come in ogni lavoro, lo faceva per soldi, ma anche questo non era indifferenza. Ad Aya non importavano nemmeno i soldi.

Aya aveva cominciato e continuato solo per quel gruppo di persone che in tanti disprezzavano, ma che in realtà era stato l'unico a raccoglierla dal marciapiede e a darle non solo un pezzo di pane, ma anche un po' del calore che aveva dimenticato.

Erano stati loro, quelli che uccidevano, quei barbari sanguinolenti, proprio loro a fare la cosa più umana che nessun'altro era riuscito a fare: sorriderle.
Ricordava quel giorno come fosse stato quello prima.

•••
una ragazza più o meno della sua età cammina in un gruppo. Difficile non notarla. Ha lunghe orecchie appuntite e una cascata di capelli del colore delle foglie d'autunno, rosse, quasi rosate. Ride. Scherza. Strattona l'amica. Poi nota Ayara. Si avvicina all'uomo ombroso davanti al gruppo. Si fermano tutti.
La ragazza si avvicina ad Aya.
Soldi?

Le sorride.
"Ciao. Mi chiamo Renesme. Te?"
Sorride ancora di più.

E tende la mano verso quella di Aya.
•••

A loro doveva tutto, ma non poteva dire la veritá: faticava anche ad ammetterlo a se stessa.
Perché se da una parte voleva lasciare Mordath al suo destino senza alzare un dito per quel pezzo di terra che l'aveva detestata e rovinata, c'era anche qualcos'altro.

Voleva che tutti, tutte le persone che avevano ascoltato il regime e che l'avevano disprezzata insensatamente la guardassero come Renesme aveva guardato lei.
Voleva che la guardassero con ammirazione.
Con fiducia.

Voleva che Dartha intera le sorridesse.

.•*Angolo Autrice.•*
!!!!
Ciaooo
credo che il sogno di Ayara sia un po' forzato.
quando qualcuno ti insulta per tanto tempo, da lui vorresti dei complimenti, oppure lo ignori e basta, dipende dalla persona, ma il personaggio che voglio descrivere é uno stereotipo che non ha ricevuto abbastanza amore e quindi ne vuole anche troppo, spero si sia capito.
E poi ci tenevo a precisare che la gente non insultava Ayara per il suo aspetto, quello forse in minima parte, voglio far capire che in questo mondo si è più critici per il comportamento che si ha che per l'aspetto, cosa che secondo me avrebbe più senso in questo di mondo.

Bye bye

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