13.L'ora é scoccata

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Una coltre densa e nera si levó dall'ombra di Ayara, espandendosi in tutta la stanza finché non ci fu più null'altro da vedere.

L'ultima cosa che Floren Methis vide fu i candidi capelli dell'assassina sollevati dalla nube, gli occhi così azzurri e così scarlatti, quasi a riflettere il sangue di cui avrebbe intriso l'intera stanza.
L'ultima cosa che scorse fu la sua compagna che si chinava a raccogliere uno dei suoi preziosi strumenti, volgendogli uno sguardo di muta spietatezza quanto quello di Ayara.

L'ultima cosa che udì fu il sussurro adirato di Renesme.

"Rimpiangerai di averci fatto usare la nostra benevolenza. Rimpiangerai di aver fatto arrivare Aya al punto di evocare il suo demone."

E poi, ancora più lievemente, ma non meno intensamente:
"Ma ne dovresti anche essere fiero. É l'ultima arma di cui dispone Ayara per sbarazzarsi di quelli come voi."

L'assassino gli puntó contro il chakra.
"E anche quella che funziona sempre."

E poi fu il buio più totale.

Ma Floren lo affrontó, a testa alta e con il sorriso sempre calcato suo volto.
"UCCIDILE ENTRAMBE!!"
Urló a pieni polmoni l'ometto, rivolgendosi al diavolo e,una volta raccattato il bastone, corse verso la porta.
Renesme si buttò sulle figure, ma Ayara la superó.

Riuscì a intravedere lo sforzo sul suo volto.

"Me ne occupo io, tu pensa a lui, É SENZA DIFESE."
Ringhió Ayara.

Restó con lei, ma il suo corpo corse verso Floren, che intanto aveva raggiunto la porta e stava per aprirla.
Prima che potesse fare qualcosa, le si parò davanti sua madre.

"Renesme, cosa stai facendo?"
Chiedeva, con il suo sguardo preoccupato.

Renesme si bloccó.

Una mano gentile la sfioró.

"Perché non vieni con noi?"
Disse una bambina identica a lei, dai capelli rosa come i fiori che crescevano sul campo d'erba tantissimi anni prima, nel bosco dove viveva.
D'un tratto sentì lo scatto di una serratura.

Scattó in avanti e la figura che le stava davanti ritornó alla sua forma originale.
L'altra la ghermí da dietro, ma venne trascinata via.
Con la coda dell'occhio vide l'inferno.

Le figure si stavano sciogliendo una ad una ai piedi di Ayara, che, ad occhi chiusi, sembrava stesse usando ogni fibra del suo corpo per usare ma al tempo stesso trattenere il suo demone.

Non fece in tempo a voltarsi che qualcosa la colpí a un millimetro dall'occhio destro.
Voltandosi, con la vista appannata, riuscì a scorgere la prima figura lanciarglisi contro.
Rapida, sganció tre chakra e, come se Ayara la stesse leggendo nella mente, trascinó nella mischia anche quella.

"Merda."
Sibiló Renesme,
La porta della biblioteca era aperta.

Éntró nella stanza accanto.

Era piena di statue coperte da teli bianchi.
Le finestre erano chiuse, e lui non avrebbe fatto in tempo ad aprirle e fuggire fuori senza essere visto.

Renesme chiuse gli occhi.

Era un lavoro di rapidità, quello.

Non poteva permettersi nessun indugio, nessuna riflessione su quello che stava per fare.

Non sempre era così però.

Il riflesso della vittoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora