Tutti, in sala, si voltarono a guardarmi interrogativi.
-Ragazzi non sono io quella: è identica a me ma io non sono bionda con gli occhi celesti e non mi vesto come una punk uscita fuori di testa, tanto meno vado in giro a uccidere mondani e nascosti...- dissi indicando lo schermo difronte a tutti noi. Guardai Alec che alzò un sopracciglio, a braccia conserte.
-Sappiamo tutti che non sei tu, ma come mai c'è una persona identica a te, che va in giro a commettere omicidi in piena luce del sole, in più con i tuoi stessi poteri se non più forte? Potrebbe essere opera di Christopher?- mi chiese, facendomi venire i brividi.
-Sicuramente è opera sua...- disse sbattendo un pugno sul tavolo Hodge, guardandomi rabbioso.
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-Potrebbe essere un doppelganger...ne ho sentito parlare molto nel mio istituto...- guardai Sebastian incuriosita, così tanto da incitarlo con il capo per saperne di più.
-E' un sosia, ma non mi sembra quello perché ha uno sguardo diverso quando guarda verso la telecamera, come se fosse il tuo alter ego o qualcosa di oscuro- spiegò con sguardo verso il video, Sebastian.
-Ci mancava anche questa: l'armata e ora una pazza come me, che va in giro a uccidere persone. Non penso di poterla battere. Non ho mai affrontato qualcuno con i miei stessi poteri...- dissi guardando verso Hodge, che strinse i pugni rabbioso.
-Inventeremo qualcosa, sta tranquilla- mi disse Sebastian, posando una mano sulla mia spalla, sorridendomi calorosamente.
Senza dire una parola, mi voltai e me ne andai.
-Rafael, ho bisogno del tuo aiuto- dissi teletrasportandomi all'hotel Dumort, vedendo Rafael alzarsi dal divanetto su cui era seduto, con molta eleganza.
-Questo aiuto si chiama Christopher?- disse, con le mani dietro la schiena, accennando appena un sorriso. Ghignai, infastidita.
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-Pensi che tra i nascosti non ci si parli? C'è un'armata pronta contro di te, Eveline. In più c'è qualcuno come te che va in giro ad ammazzare gente. Non posso aiutarti nel rintracciare Christopher, Eve, sarebbe come andare dal diavolo in persona. Ma una cosa posso dirtela: sta molto attenta al tuo sosia...- finì così il suo discorso, intimandomi di uscire da lì con uno sguardo che conoscevo bene.
