1. Dare

9.2K 461 681
                                    

Yoongi non sapeva dire se la sua vita gli piacesse o no. Non succedeva mai nulla di particolare, era sempre solo e tranquillo. Questo però gli andava bene: non gli dava fastidio essere così fuori dal mondo. A volte guardava quei gruppi di amici e si chiedeva cosa si provasse a stare in compagnia, di cosa parlassero, quanto si conoscessero, e gli veniva una stretta allo stomaco che non sapeva spiegare. Forse si trattava di paura, paura che potesse pentirsi di non aver passato quelli che tutti consideravano gli anni più belli con qualcuno di speciale. Poi però si ricordava che avere qualcuno a cui tenere significava anche soffrire, e lui aveva già sofferto abbastanza.

Era seduto su un muretto, il suo solito posto, e ascoltava musica dagli auricolari. Era il suo modo di estraniarsi dal mondo. Guardava la vita degli altri come un film muto accompagnato da colonne sonore scelte da lui, prese dalla sua playlist, così che le loro risate non potessero urtarlo e le loro parole non potessero ferirlo. Aveva la costante paura che quando la gente rideva fosse per lui. Forse non sapevano neanche che esistesse, ma si sentiva così e lo odiava. Gli sarebbe piaciuto essere sicuro di sé stesso davanti agli altri come lo era nella sua stanza quando rappava le canzoni che scriveva. Non sapeva come riuscirci però, non sapeva come cambiare. Aveva bisogno di una spinta, ma forse non era il momento. Gli andava bene così, per ora.

Alzò lo sguardo e lo vide.

Vide il ragazzo che lo tormentava dal primo giorno in cui aveva messo piede in quella scuola. Non perché gli facesse del male, no, non lo conosceva nemmeno, solo che turbava i suoi pensieri in una maniera eccessiva. Non sapeva mai se ammirarlo per la sicurezza e la fiducia in sé stesso o odiarlo per lo stesso motivo, perché erano entrambe cose che Yoongi non aveva.

Park Jimin aveva tante cose che Yoongi, a parere suo, non aveva: popolarità, bellezza, simpatia, stile, capacità di socializzare. Era la classica persona che aveva sempre un sorriso per tutti, sempre circondata da ragazze e amici. Chiunque fosse accanto a lui veniva quasi oscurato. Riusciva ad attirare tutti gli sguardi su di sé, brillava come una stella in mezzo a spenti meteoriti. Tutti cadevano ai suoi piedi. Era quasi impossibile resistergli. Aveva un viso dolce, un sorriso tenero e i modi di fare gentili. A scuola non era conosciuto come un ragazzo cattivo che trattava tutti come se fossero inferiori e che andava con tutte le ragazze che cascavano ai suoi piedi. Quello sì, dalle voci di corridoio Yoongi aveva intuito che era andato con tante ragazze, ma nessuno glielo rimproverava perché si comportava bene con tutti - e questo a Yoongi non piaceva. Il fatto che fosse gentile e adorabile non gli dava il permesso di farsi tutte le ragazze che voleva. A un certo punto però, pensava Yoongi, è anche colpa delle ragazze: sono loro che gli permettono di farsi usare. Lo conoscono, sanno chedietro la sua gentilezza c'è un secondo fine, ma si fanno trascinare lo stesso. Ma forse era proprio questo che faceva cadere tutti ai suoi piedi: il fatto che dietro quella maschera di gentilezza ci fosse la persona più selvaggia che potessero conoscere. Oltre a questo, nascondeva qualcos'altro, Yoongi non poteva fare a meno di pensarlo. Non poteva esistere una persona così brillante, che riusciva a farsi perdonare perfino l'approfittarsi delle ragazze. Chiunque aveva la propria Luna nuova, la faccia che non mostrava mai.

Yoongi promise a sé stesso che non sarebbe mai caduto ai suoi piedi. Non si sarebbe mai lasciato catturare da Park Jimin e i suoi infiniti pregi. E poi, chi poteva sapere se quei pregi non fossero finzione? Nessuno conosceva davvero quel ragazzo. Yoongi avrebbe voluto farlo, ma aveva paura di finire come tutti gli altri nonostante la promessa che si era fatto. Chissà quanti altri come lui volevano tirar fuori il vero Park Jimin per poi perdere di vista il loro obiettivo e ritrovarsi in una stanza al buio a piangere per aver lasciato che li illudesse.

Ma come avrebbe potuto scoprirlo? Yoongi era un ragazzo. A Jimin non piacevano i ragazzi. Forse quello che cercava in realtà era un amico. Ma ne aveva già. O forse non aveva bisogno di nessuno, e se si fosse avvicinato a lui avrebbe solo fatto una brutta figura e sarebbe diventato lo zimbello di tutti. Meglio non rischiare. Se era destino, si sarebbe sicuramente creata una situazione favorevole al loro incontro. Avrebbe aspettato con pazienza e senza lamentarsi. Nel frattempo, continuava a vivere la sua solita e tranquilla vita rifugiato in sé stesso.

I Am Another Yourself || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora