Ventiquattro ore dopo, Yoongi riaccese il cellulare.
Non aveva ricevuto alcun messaggio da Jimin.
Jungkook a pranzo andò a sedersi al suo tavolo per chiedergli come stesse andando con Jimin. Gli faceva piacere che qualcuno si preoccupasse per loro. Yoongi, che non aveva voglia di parlare, gli fece leggere i messaggi, fregandosene perfino del fatto che Jungkook potesse trovarlo esilarante per il modo in cui implorava Jimin.
"Sei davvero carino." disse invece Jungkook sorridendogli. "Si vede che ci tieni. Comunque, davvero, Jimin non è arrabbiato con te. Ha solo paura di quello che gli sta succedendo."
Yoongi annuì.
"Lo abbiamo sempre immaginato che fosse gay, e ora ne abbiamo la conferma." fece Jungkook con un sorrisino. "Facciamolo, questo appuntamento a quattro."
Yoongi alzò lo sguardo su Jungkook, sorpreso. "Sul serio?"
Jungkook sorrise. "Certo! Ci sarà da divertirsi. Oh, non vedo l'ora."
"Ma lui non accetterà mai di venire."
"Questo se sa che ci sei tu. E che c'è un Luna Park."
Yoongi sorrise. "Geniale."
"Gli dirò di fare una passeggiata al parco solo noi due. Io invece lo porterò al Luna Park, dove ci aspetterete tu e Taehyung. Se la passeggiata la facessi con Taehyung, lui probabilmente si sentirebbe il terzo incomodo e non verrebbe. Che ne pensi?"
"Penso che tu sia un genio."
"Taehyung sarà sicuramente d'accordo."
"A proposito" fece Yoongi. "Ma state insieme, quindi?"
Jungkook arrossì. "Non lo so. Non è ufficiale la cosa, ecco."
Yoongi annuì. Sospirò. "Avevo pensato che, se non avesse risposto e non fosse venuto a scuola, sarei andato direttamente a casa sua questo pomeriggio. Non mi piace il fatto che si assenti per colpa mia."
"Mi sembra una buona idea. Jimin tende a scappare dalle difficoltà. Non immaginerebbe che questa volta sarà la difficoltà ad andare da lui." disse Jungkook. "Ma l'appuntamento a quattro si fa anche se riuscite a chiarire. Perché le idee di Jimin non saranno mai abbastanza chiare."
"Sono d'accordo."
"Ti do il mio numero di telefono, così ci organizziamo per il Luna Park dopo che sarai andato da Jimin."
Yoongi annuì. "Mi sento un agente segreto. È fighissimo."
Jungkook rise. "Ci divertiremo."
"Non ne dubito."
Nel pomeriggio, Yoongi uscì di casa per andare a trovare Jimin. Era raro che uscisse a quell'ora, era molto insolito, quindi la madre cominciò a fargli qualche domanda al riguardo.
"Ti sei fatto degli amici?" chiese la donna senza staccare gli occhi dallo schermo della tv del salotto.
"No." rispose Yoongi cercando le chiavi.
"Il ragazzo?" chiese allora la madre con un tono di voce che aveva un che di dispregiativo. Yoongi sapeva che, il giorno in cui le avesse presentato il suo ragazzo - semmai avesse voluto farlo - lei avrebbe solo fatto finta che le piacesse. Non le sarebbe mai andato giù il fatto che la persona di cui si sarebbe innamorato sarebbe stata del suo stesso sesso, ma non gli importava. La vita era sua, e solo sua.
"No."
"Come mai esci così spesso ultimamente?"
"Non fingere che ti importi." borbottò Yoongi lanciandogli uno sguardo infastidito. Preferiva che la gente fosse sincera e che gli parlasse perché gli importava davvero di lui, non solo per dare aria alla bocca.
STAI LEGGENDO
I Am Another Yourself || YoonMin
Fiksi PenggemarIn una piccola scuola superiore di Daegu, Min Yoongi è un ragazzo timido e introverso che si limita a guardare la vita scorrergli davanti da lontano, come se lui non facesse parte di essa. Osserva gli altri come se vivesse attraverso loro. Non ha am...