Capitolo 6 | Vanessa

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Sto iniziando a preoccuparmi.

Ovvero, Giacomo sta iniziando a preoccuparmi. Non ha uno dei suoi atteggiamenti migliori in questo istante. Forse non è neanche uno dei suoi istanti migliori.

Il mio amico, ha le braccia stese lungo il corpo e tiene i pugni molto stretti. Stringe i denti e ho paura che da un momento all'altro, possa piangere. 

Mi spaventa senz'altro.

 Da quel poco che conosco sembra un ragazzo veramente dolce e sensibile, che non merita di soffrire.

Lui e questa ragazza si conoscono sicuramente, e questo si può intuire dallo sguardo spaventato della ragazza e dallo sguardo infuriato di Giacomo.

''G-giacomo, che s-sta succedendo?''-balbetto cercando di avvicinarmi a lui. Ho paura di quello che possa fare se provo ad avvicinarmi ancora di più a lui.

Mi guarda negli occhi con uno sguardo così lucido e serio, tanto da preoccuparmi.

''L-la v-vedi questa ragazza?''-mi domanda insicuro, indicando con un dito tremolante la ragazza, la quale ha appena iniziato a piangere.

''L-lei è Tania, la fedele Tania. Non è così? La fedele fidanzatina, quella che non mi tradirà mai. Queste sono tutte parole tue.''-borbotta avvicinandosi a me.

''Io la potrei vedere in un altro modo Giacomo...''-singhiozza la ragazza alle mie spalle.

Mi sento in trappola. È come se due perfetti sconosciuti, mi avessero rinchiusa in un labirinto e io, intenta a scappare.

''Come cazzo pensi di averla vinta, ora?''-urla Giacomo con le lacrime agli occhi.

''Anche tu sei uscito con una ragazza, che non sono io.''-dice la ragazza fulminandomi.

''Per favore, non mettere in mezzo Vanessa. Io e lei non stavamo facendo ciò che stavate facendo voi due, prima che io vi cogliessi col sacco in mano!''-sbraita alzando le braccia.

''Non c'entra niente..''-borbotta la ragazza fulminandomi per la seconda volta.

''Non iniziare con le tue stronzate per favore! Devi solo sparire dalla mia vista.''- sbotta Giacomo.

''Sai che c'è? Io ti amavo veramente, ma a quanto pare non eri quello giusto per me. Magari lei sarà quella che aspettavi da tempo.''-conclude sbraitando la ragazza, raccogliendo tutte le sue cose e trascinando il ragazzo con se.

Il ragazzo sbatte i piedi per terra senza dire niente, come se non fosse successo nulla. Sarebbe stato bello far finta di niente, ma è stato impossibile ignorare la situazione che pian piano si stava evolvendo.

Giacomo la amava veramente e sono le sue lacrime a testimoniarlo. Il mio amico ha le pupille sfuocate per le troppe lacrime e a questa scena non riesco a rimanere impassibile 

''Le sue parole non contano niente. Eri semplicemente troppo per lei, forse troppo unico. Voleva un ragazzo imperfetto, come tutti, e non un ragazzo perfetto come te. Sappi solo che, se la stai già odiando per lo schifo che ha fatto, mi aggrego anche io e la odiamo insieme. Sei un ragazzo meraviglioso, non devi piangere.''-dico avvicinandomi a lui, insieme al rumore della ghiaia sotto i miei piedi.

Appena mi trovo a pochi centimetri da lui, poso le mani dietro al suo collo e lui, capendo il gesto, si abbassa abbracciandomi.

''Grazie, sei una bellissima persona. Se Tania fosse stata come te, ora non sarei qui a piangere per lei.''-sussurra staccandosi dall'abbraccio e finalmente lo vedo sorridere.

''Dovrei avere dei fazzoletti nella borsa, aspetta...''-borbotto iniziando a muovere agitatamente le mani all'interno della borsa, per cercare un misero fazzoletto per il mio amico.

Questa borsa sembra avere uno spazio infinito.

''Tranquilla, non servono.''-dice tirando su con il naso e asciugandosi gli occhi, con i polsi.

''Un vero uomo, direi.''-gli strappo un sorriso.

''E meraviglioso aggiungerei.''-dice tornando a sorridere.

''Prima dobbiamo trovare l'anima gemella anche per te.''-ridacchia tirandomi una leggera gomitata.

''Non hai mai provato invidia per Asia?''-mi chiede con aria seria; smettendo di ridere.

''No, perché dovrei? Per lei provo tutt'altro che invidia.''-penso ad alta voce fissando il cielo limpido.

''Tra sorelle esiste sempre un filo d'invidia per l'altra. Magari tra voi non è così.''-appunta, grattandosi il mento.

''Non sei nemmeno gelosa del fatto che lei abbia delle amiche?''-domanda.

''La seconda opzione è più realistica. Te l'ho detto, è il mio carattere che non me lo permette.''-sussurro fissando il marciapiede sul quale sto camminando.

''Secondo me, sei solo timida. Non è di certo colpa tua, ma la timidezza non è una malattia perenne. Devi solo fidarti di più di stessa e delle persone che ti circondano. Non so, avrai pur qualche ragazza con cui ti trovi bene, no?''-continua lui, fissandomi negli occhi, ma io continuo a fissare il marciapiede.

''Sì, durante l'anno stavo iniziando a legare con due ragazze: Sofia e Lidia.''-sorrido come un ebete.

''Allora, avvicinati di più a loro. Confidati, condividi le tue idee, le tue passioni e uscite tutte insieme qualche volta. Secondo me nascerà una bella amicizia tra voi tre.''-mi fa l'occhiolino, appoggiando un braccio dietro al mio collo.

''Grazie per il consiglio. Non ti prometto che andrà tutto per il verso giusto, ma ci proverò.''-gli sorrido abbracciandolo.

Estraggo il telefono dalla tasca degli shorts, appena lo sento vibrare. È un messaggio da parte di mia sorella.
























































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