Capitolo 18 | Vanessa

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Oggi é già il terzo giorno della nostra fantastica vacanza.
Ieri siamo state in giro per i negozi e abbiamo noleggiato delle bici.
Sono le sette di mattina, ed é venuta a svegliarmi mia madre.
Oggi sarà una giornata molto lunga e produttiva, da quello che mi hanno detto.

 Non so bene come esprimermi. Questa zia, pur conoscendola da poco, la sento tanto vicino a me. A me sembra di conoscerla dalla nascita, quando in realtà la conosco da solo tre giorni. Mi sono già affezionata a lei e mentre mia mamma la considera come una sorella, io la considero come una seconda madre. Stranamente mi fido ciecamente di lei. Dico stranamente perchè io sono sempre stata una persona chiusa e solitaria. Ci voleva tanto tempo per ricevere la mia fiducia. Ho imparato col passare degli anni che più sarai veloce a fidarti di una persona, più quella persona ti pugnalerà alle spalle. Non avrei mai pensato di essere così filosofica, ma una cosa è certa: non voglio che esca dalla mia vita e dalla mia famiglia. Voglio che questo rapporto vada avanti per tanto, perchè io la voglio nella mia famiglia.

"Gli occhiali, un'altra volta."-dice Asia mettendosi una mano sulla fronte.

Dopo aver aspettato Asia con i suoi occhiali, ci dirigiamo verso le scale e andiamo a prendere la macchina di zia Silvia. 

Mia zia come macchina, ha una vecchia panda blu elettrico. Da fuori non mi piace, ma dentro è carina. La parte interna è curata di più rispetto alla parte esterna della macchina. Dentro è molto pulita mentre fuori forse un po' meno.

Il tragitto da casa alla stazione non dura nemmeno così tanto.

In questo momento siamo in treno per andare a Napoli. E' pieno, immagino che tante persone stiano raggiungendo il proprio posto di lavoro e questo si può vedere dall'abbigliamento della maggior parte delle persone.

Davanti a me c'è un padre con una bambina piccola. Avrà circa cinque anni, ha i capelli a caschetto, proprio come me quando ero piccola. Peccato che non avevo un padre come lei, o almeno non mi trattava bene come la tratta quel signore.

A quel pensiero, mi scende una lacrima che percorre tutta la mia guancia e si ferma sul mento. Impossibile non pensare a quanto lui mi manca, nonostante tutto. A lui non manco, questo lo so. Da quando se ne è andato, non ho mai più visto i suoi genitori. Non ho i nonni, neanche zii che si interessino a me. Ma penso di averne trovata una e mi giro verso di lei, che in questo momento sta guardando fuori dal finestrino. E' come se la conoscessi da tanto tempo, ma so che la conosco dall'altro ieri. In quel momento, quel padre e quella bambina scendono dal treno e vedo la bambina correre tra le braccia della mamma e mi giro verso la donna che mi ha cresciuto come si deve. Forse anche meglio del dovuto.

''Dobbiamo scendere giovani turiste! Siamo arrivate.''-gioisce mia zia.

Anche l'altro ieri sono stata qui, e solo ora mi rendo conto di quanto sia grande questa stazione.

''Wooh e questa sarebbe Piazza Plebiscito?''-esclamo euforica, tirando fuori il telefono dalla borsa.

''In persona.''-ride mia zia.

''Sembra più piccola vista dalla televisione.''-appunta Asia.

''Beh, è sempre così. Anche il duomo di Milano, dalla televisione sembra piccolo. Ma in realtà è immenso.''-dico.

''Entriamo.''-ci tira a braccetto mia zia.

All'interno è ancora più immensa da come sembra da fuori. Ci sono dei grandi pilastri bianchi, messi a formare un cerchio. Affianco ad alcuni di essi, ci sono delle statue in marmo. Come una solita chiesa, ci sono delle panche e agli estremi ci sono dei cordoni rossi. In fondo alla sala, c'è una statua abbastanza grande. Mi piace l'effetto che ha da dentro la cupola. Ovvero delle piccole piramidi al contrario scavate sulla cupola.

''Falle bene, che poi devi metterle nel diario.''-mi punzecchia mia sorella vedendomi fare delle foto alle pareti.

''-mi punzecchia mia sorella vedendomi fare delle foto alle pareti

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SAN GREGORIO ARMENO

 Le vie sono lunghe e strette, forse sarebbero più larghe se non fosse per le troppe bancarelle che la caratterizzano. Infatti dobbiamo fermarci ogni tre secondi per guardarle. C'è una grande folla, ma si riesce comunque a camminare regolarmente.  I palazzi che fanno da pareti a questa via, sono un po' rovinati. 

''Volete prendere qualcosa per i vostri amici ragazze?''-ci domanda mia mamma.

''Si, per Mattia. Penso che gli prenderò una calamita.''-esclama mia sorella.



''Quella dovrebbe essere la guida.''-indico un anziano signore con un cartello in mano.

''Sicuramente, ora chiediamo per sicurezza.''-si assicura mia mamma.

''Scusi, raduno per Napoli Sotteranea?''-domanda mia madre allo sconosciuto.

''Si, tra 5 minuti partiamo.''-sorride il signore.

''Ad esempio lo sapevate che il teatro San Carlo, è stato costruito prima della scala di Milano?''-racconta l'anziano signore. Negli ultimi dieci minuti ci ha fatto ridere tantissimo e ci ha raccontato tante cose interessanti.

''Eccoci arrivati.''-annuncia il signore al gruppo, entrando in una stanza. In gruppo siamo circa in quindici. Sopra l'entrata c'è incisa una scritta in nero ''NAPOLI SOTTERANEA''.

Le pareti sono bianche ma per la maggior parte dello spazio, è coperto da quadri e posters.

Non è molto grande, ma nemmeno molto piccola. In fondo, c'è un corridoio che porta giù e prima del corridoio c'è una porta, dalla quale intravedo due teste.

Sono due ragazzi, entrambi molto alti. Uno ha i capelli lunghi castani e gli occhi azzurri. L'altro ragazzo affianco invece, ha i capelli neri e ricci. Più che capelli, direi un cespuglio di capelli! Ha gli occhi scuri, nei quali riesco solo a perdermi. Guarda caso, indossa una maglietta bianca che mette in mostra i suoi addominali abbastanza sviluppati. Non smetto di fissarlo da quando sono entrata. Non gli ho dato tanti piccoli sguardi ma un solo e lungo sguardo.

Ho notato solo ora che questo ragazzo ha in mano una grande torcia nera e gialla.

All'improvviso vedo che i ragazzi si spostano verso il corridoio e l'anziano viene verso di noi.

''Ora saranno loro a farvi da guida. Uno di loro è mio nipote: il figlio di mia figlia. Buona visita.''-annuncia il signore e se ne va.

Bene, quale dei due ragazzi è suo nipote? Da un lato sono triste che se ne sia andato, perchè era molto simpatico e non me lo sarei aspettato. Ma d'altro canto sono felice, perchè potrei conoscere più a fondo quel ragazzo misterioso che fino ad ora non mi ha degnata di uno sguardo.

Dopo aver preso i biglietti, i due ragazzi guidano il gruppo e nel percorso incontriamo una lunga scala con un sacco di scalini. Cento? Duecento? Non lo so, la scala è fatta a chiocciola, infatti mentre scendo riesco a vedere le teste delle due nuove guide. Sono curiosa di quello che accadrà. Sono curiosa di questo posto. Sono curiosa di lui.

Ero venuta qui dentro perchè volevo vedere il posto, non lui. L'incontro, inizialmente,  è stato inaspettato ma allo stesso tempo voglio capire più a fondo chi sia questo ragazzo.






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