Second chapter

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12 Aprile 2005
Casa Kerberg
New Heaven
Contea di Pinal
Arizona

«Daisy, è pronta la cena!» Maya Carter chiamò, dalla cucina, sua figlia.

Mentre apparecchiava in maniera spartana la tavola, parlava al telefono con Miguel Herrera, capo-fattore della tenuta SunnyBieber.

Daisy, sentita la voce della madre, sbuffò, chiuse la boccetta dello smalto nero che stava mettendo alle unghie dei piedi, e scese pigramente in cucina.

«Quante volte ti devo dire di non camminare scalza? La cena è pronta, vai a lavarti le mani.» La ragazza sbuffò, per la seconda volta in pochi minuti, e si guardò attorno.

La loro villetta era l'esempio più innegabile del caos organizzato. Maya era disordinata, suo marito Samuel, sempre in viaggio, lo era più di lei e la loro unica figlia aveva preso il peggio di quel comune difetto.

La cucina sembrava un'improvvisata sala d'attesa di un aeroporto: fascette del check-in strappate, riviste in almeno tre lingue, e dépliant che occupavano il bancone.

Il corridoio e la sala sembravano, poi, stand di qualche fiera dell'agricoltura: prodotti d'agraria o di botanica, manuali sulle coltivazioni, schede tecniche di macchine agricole e Daisy giurò di averci persino visto un calendario Inca sulle coltivazioni della quinoa.

I Kerberg, nonostante il disordine, vivevano perfettamente sincronizzati nel loro ambiente.

«Papà non torna a cena?»

«Aspetta...» Maya si rivolse alla figlia. «Miguel, dammi un quarto d'ora e arrivo alla tenuta.» La donna riattaccò il telefono. «Tuo padre ha una teleconferenza. Mangerà dopo.» Rispose riempiendo il piatto con la cena. Daisy osservò il suo contenuto scetticamente.

«Davvero vuoi che mangi quella roba?» Anche la madre guardò il piatto.

Maya sapeva di non essere, nemmeno lontanamente, una cuoca provetta. Il massimo dell'arte culinaria, per lei, consisteva nel mettere le lasagne surgelate nel microonde.

«Okay. Punto per te.» E tirò fuori dalla sua tasca un biglietto da venti. «Fatti portare una pizza.» Daisy camminò verso il telefono.

«Silk dormirà qui stanotte. I suoi sono a una fiera nell'Iowa.»

«Che novità!» Commentò, col sorriso, sua madre.

Una seconda caratteristica di quella villetta, oltre il disordine, era la porta sempre aperta; tutti erano i benvenuti e Silk, amica di Daisy, trascorreva più tempo tra quelle mura che in qualsiasi altro posto. «Verrà anche Has? È un po' che non lo vedo.»

«Hastiin è un ragazzo e adesso ha una ragazza. Passa tutto il tempo a sbaciucchiarla.»

«Oh Daisy come sei bacchettona.» La madre si avvicinò e le diede un sonoro bacio sulla guancia. «Non vedo l'ora che arrivi il giorno in cui anche tu t'innamorerai.»

«Ciao mamma. Ci vediamo dopo.» La ragazza troncò sul nascere le speranze romantiche della madre.

«Di' a tuo padre di non aspettarmi sveglia. Silk a che ora arriva?»

«Tra qualche minuto sarà, sicuramente, qui.»

*

In attesa della pizza, Daisy tornò al piano superiore e si buttò sotto la doccia.

Dopo cinque minuti, tornò in cucina e trovò Silk, seduta, a leggere la guida programmi tv.

«Fai come se fossi a casa tua.» Commentò la presenza dell'amica aprendo il frigo e versando in un grande bicchiere limonata fresca.

Charade. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora