16 giugno 2014
villa Bieber
New Heaven
contea di Pinal
ArizonaTessa entrò nella stanza di Daisy.
Justin era seduto sul suo letto e l'amica si sedette accanto a lui.
«La cerimonia inizia tra dieci minuti.» Disse dolcemente e gli mise una mano sulla spalla.
«Dammi ancora qualche minuto okay?»
«Ti ho dato tre giorni Jey. Siamo preoccupati per te.» Justin non ebbe il coraggio di guardarla.
Si sentiva stanco.
«Non passerà velocemente, spero sempre che sia un incubo e che da un momento all'altro possa svegliarmi.»
«Non pensare a lei. Se lo fai...»
«Come posso non farlo? L'ho odiata così tanto e l'ultima volte che ci siamo parlati le ho dette cose orribili.»
«Nessuno immaginava quello che c'era dietro. Ci ha allontanati tutti.»
«Perché secondo te si è uccisa?» Justin chiese.
«Credo che quello che ha subìto accanto a tuo padre le avesse lasciato un segno troppo profondo.»
«Avrebbe potuto aspettare che leggessi la sua lettera, che avessimo davanti a noi la verità.»
«E poi saresti stato felice e innamorato con lei?»
«Sarebbe stato diverso.»
«Certo, ma non sarebbe stato facile. I rimpianti vi avrebbero perseguitato.» Non era come gli dicevano Tessa e Hastiin. Justin si rifiutava, ancora, di credere che fosse così ovvio. Daisy era una combattente. «Adesso è ora che tu esca da questa casa.»
«Non so se riesco a venire.»
«Lo devi fare per lei e poi c'è una persona che ti aspetta giù di sotto.»
«Chi?»
«Vedrai.» Tessa si alzò. «Ti aspetto giù.»
Justin restò per qualche altro minuto sul letto e si decise a uscire.
Attraversò il corridoio con passo incerto e arrivato alla scalinata vide una donna ferma che gli dava le spalle. Scese le scale e al rumore dei passi, lei si voltò.
«Ciao Justin Bieber.» Justin si avvicinò e i due si abbracciarono.
«È bello rivederti Silk. Come stai?»
«Bene. Anche se avrei preferito incontrarci in un'altra circostanza.»
«Lo so è così per tutti, almeno credo.»
«Credici.» Le rispose lei con sicurezza.
«Posso offrirti un caffè?»
«Volentieri. Ho viaggiato tutta la notte.» I due si diressero in cucina e Justin riempì due tazze. «In una reggia del genere non c'è una sguattera?» Justin sorrise.
«C'era ma è stata mandata via a calci nel culo.»
«Bene, tanto i sindacati in Arizona non contano un granché.» I due risero sommessamente.
«Come te la passi?»
«Devo essere sincera?» Justin annuì. «Mi ero quasi abituata ad essere incazzata. Ma adesso mi sento leggermente in colpa. Mio padre non si è più ripreso, più di metà di questa città non si riprenderà, ma almeno sappiamo su quale tomba ballare.»
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Charade. ↠ Justin Bieber
FanfictionÈ inquietante svegliarsi dopo quattro giorni di coma e rendersi conto di essere stata catapultata nove anni avanti nel tempo. Questo è ciò che accade a Daisy: nove anni di vita spariti nel nulla, gli amici più cari, i propri amatissimi genitori, la...