Parte quarta.
28 maggio 2014
Villa Bieber.
New Heaven
contea di Pinal
Arizona«Non ho idea di quello che sta succedendo in questa casa Jey, ma non mi piace.»
«Se lo dici tu, sceriffo.»
«Lo dice un tuo amico, il tuo unico amico. Dov'è Daisy?»
«Non ne ho idea.»
«È senza memoria, probabilmente testimone di un omicidio, e tu non ne hai idea?» Chiese alzando di poco il tono della voce.
Justin non voleva far innervosire Hastiin, era così innaturale.
«Sta dormendo. È sana e salva in camera sua.»
«Sono le due del pomeriggio.»
«Ieri sera è uscita.»
«Uscita?»
«Non sono un baby-sitter. E comunque, le ho chiesto dove andasse e non mi ha voluto rispondere.»
Passi decisi interruppero il loro dialogo.
«Buongiorno.» Daisy entrò, stranamente sicura di sé, in cucina.
Indossava un abito troppo corto e stivali da cavallerizza.
«Ciao.» I due la osservarono mentre si dirigeva alla macchina del caffè.
«Posso prenderne un po'?» Chiese a Justin che distolse lo sguardo dal suo corpo.
«Fai come se fossi a casa tua.»
«La simpatia è l'ennesima caratteristica che hai preso da tuo padre.» Nella cucina calò il gelo.
«Fottiti.» Rispose Justin.
«Ci sto seriamente pensando.» Ribatté Daisy.
«Ragazzi, non è il caso.» Hastiin mise fine all'incontro.
Cos'era stata della donna impaurita di qualche ora prima?
Daisy sorseggiò il caffè senza mai abbassare lo sguardo. Lo stava sfidando. «Dove sei stata ieri sera? Dopo che mi hai chiesto della tessera ho provato a chiamarti e sono passato.»
«Ho scoperto cos'è quella card.»
«E sarebbe?» Daisy spostò lo sguardo su Hastiin.
«È un club dove donne ricche si incontrano e chiacchierano di come vestirsi il prossimo inverno.»
«Tutto qui?» Le chiese.
«Tutto. Qui.»
«Allora perché la nascondevi nella biancheria?» Chiese Justin.
«Davvero mi hai fatto una domanda così intelligente?»
«Daisy, per favore.»
«Non. Lo. so. Watson.» Rispose la donna ancora provocandolo.
Hastiin le si avvicinò, interrompendo quello che poteva essere uno spiacevole botta e risposta tra i due.
«In pomeriggio arriveranno i risultati della scientifica e vorrei poterti contattare.»
«Okay sceriffo, non mi muovo da qui.»
*
Nel pomeriggio, Justin ricevette la chiamata di Hastiin. Il suo tono di voce non era buono e parlava sottovoce.
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Charade. ↠ Justin Bieber
FanfictionÈ inquietante svegliarsi dopo quattro giorni di coma e rendersi conto di essere stata catapultata nove anni avanti nel tempo. Questo è ciò che accade a Daisy: nove anni di vita spariti nel nulla, gli amici più cari, i propri amatissimi genitori, la...