Sixteenth chapter

943 74 51
                                    

24 maggio 2005
casa Kerberg
New Heaven
Contea Di Pinal
Arizona

Daisy si girò e si rigirò per la milionesima volta. Se continuava a non dormire l'avrebbero scambiata per uno zombie e Silk se ne sarebbe accorta. Sbuffò al pensiero che avrebbe dovuto sopportarla per un altro pomeriggio.

«Daisy?» Una voce la canzonò da infondo al corridoio. La ragazza sorrise.

«Che vuoi?»

«Il rumore si sente fino a qui. Ti sei rigirata tre volte in meno di un minuto.»

«Se ti infastidisce il mio modo di prendere sonno puoi sempre andartene.» Daisy si morse la lingua e incrociò le dita. L'ultima cosa che voleva era che Justin se ne andasse.

Subito dopo sentì passi che si avvicinavano alla sua stanza. Justin entrò, era a petto nudo e indossava un paio di boxer aderenti bianchi.

«Non hai problemi ad andare in giro in mutande?»

«No.» Si avvicinò al letto e salì posizionandosi accanto alla ragazza. Allungò la mano sul comodino e prese il telecomando. «Se non devo dormire a causa tua, tanto vale vedere se fanno qualcosa di interessante.» Accese la televisione sulla nbs e cominciò a fare zapping fermandosi su Fox.

«Sono le tre del mattino, speravi di trovare qualcosa di interessante?»

«Un horror o un porno.»

«Justin!»

«Meglio un horror, così avrai paura e mi stringerai.»

«Non ho paura dei film horror.»

«Allora cercherò un porno.»

«Justin!» Daisy sperò di sembrare scandalizzata, ma scoppiò a ridere.

«Non ti sta mai bene niente. Te l'ho già detto che se continui così, non avrai mai un ragazzo?»

«Sì me lo hai già detto.» Fermò il dito su vecchie repliche di E.R.

«Quindi?»

«Quindi cosa?» Daisy sentì Justin voltarsi sul fianco. Lei era supina e se solo si fosse voltata verso di lui sarebbero stati pericolosamente vicini.

«Cosa devo fare per farmi stringere?» Rispose lui a bassa voce. Daisy prese coraggio, pregò che il suo cuore restasse al posto giusto, e si voltò su un fianco. Lui era davvero molto vicino, la stava fissando e non sorrideva più.

«Non devi fare niente.» Justin avvicinò le labbra alle sue e Daisy chiuse gli occhi. Sentì il calore del suo respiro e la punta del naso che si accarezzava sul suo.

Un leggero tocco le sfiorò le labbra; erano altre labbra. Quelle del ragazzo che aveva sostituito il suo migliore amico.

O che si era alleato? In quel momento non lo ricordava più.

Una mano si posò sul suo fianco spingendola ancora più vicina, le labbra di Justin imitarono quella mano.

Daisy era già stata baciata altre volte, per lo più a feste dove il ragazzo in questione aveva bevuto troppo, o era stato spinto a farlo da uno di quegli stupidi giochi con protagonista una bottiglia. Se avesse dovuto definire quelle esperienze, avrebbe usato l'aggettivo patetico.

Niente di, lontanamente, paragonabile a quella scossa che partiva dal cento del suo petto e scendeva fino a fermarsi una quarantina di centimetri più in basso.

Non aveva alcuna voglia di smettere e nessuna paura di sapere come tutto si sarebbe evoluto. Justin la stava baciando, stringendola a sé, e Daisy si sentiva preziosa e protetta.

Charade. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora