Twenty-third chapter

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Parte terza.

27 maggio 2014
Club The Nest.
Phoenix
contea di Maricopa
Arizona

La testa di Daisy era leggera.

Dopo il vino, e un paio di cosmopolitan, si sentiva euforica e rilassata.

L'abito e i tacchi avevano, assieme all'alcool, reso la sua andatura particolarmente ancheggiante, mentre, con Jodie, si diresse nella quarta sala.

«Questo club dovevano chiamarlo Matriosca.» Commentò mentre attraversavano un lungo corridoio.

«Matriosca? Beh, potresti proporlo. Credo che potrebbero prenderlo in considerazione.» Daisy ridacchiò.

Arrivate davanti a una porta, Jodie aprì e si trovarono in una stanza.

«Dove mi hai portato?» Davanti a loro c'era una grande vetrata. Sembrava un enorme acquario.

«Accomodiamoci.» Jodie si sedette su una poltrona. Daisy la imitò, sedendosi sulla poltrona accanto alla sua.

«Che cos'è?» Daisy le indicò il vetro davanti a loro.

«Tra qualche minuto vedrai.»

In quel momento entrarono altre due donne, una con un caschetto biondissimo, sulla cinquantina, l'altra più giovane e dai capelli rossi.

Si avvicinarono.

«Buonasera signore.» Disse la rossa sorridendo.

«Ciao Sara, ciao Greta.» Rispose Jodie.

Le due donne non erano dei volti nuovi per Daisy e sorrise loro, per mascherare l'amnesia come meglio poteva.

«Daisy...» La bionda le prese la mano e Daisy si alzò. La donna la strinse a sé con fare materno e le ricordò il primo incontro con Jodie. «A causa delle regole del club, non sono venuta a trovarti, ma sappi che ti ho pensato tanto. Quello che è successo a tuo marito è terribile.»

«È vero. Eravamo preoccupate.» Aggiunse la rossa. «Per fortuna Jodie ci ha assicurato che ti stavi riprendendo.» Anche lei l'abbracciò e le baciò una guancia.

Quella manifestazione d'affetto, le sembrò pura e le donne sincere.

«Grazie.»

«Anche io ho perso mio marito. Ricominciare anestetizza, in parte, il dolore.» Disse la bionda.

Le luci si abbassarono e si alzarono, ripetutamente, per almeno quattro volte, finché la stanza non rimase in penombra.

Senza dire nulla, le due donne occuparono le poltrone accanto e un cameriere entrò, posando, su un tavolo accanto a Jodie, un secchiello con dello champagne. Riempì dei calici e ne porse uno a ogni signora.

«Grazie ragazze.» Disse Jodie alle due.

«Alla signora Bieber.» Sussurrarono una dopo l'altra. La luce, all'interno dell'acquario si alzò, svelando un'altra stanza.

C'era un grande letto, circondato da tende nere, un divanetto e dei pouf rossi. A terra, un enorme tappeto chiaro.

Un uomo entrò nella stanza davanti a loro. Indossava una vestaglia nera di seta.

«Stasera c'è Micky.» Commentò la rossa.

L'uomo si avvicinò al vetro e, senza preamboli, si spogliò della veste da camera.

Era nudo ed eccitato.

«Non ci può vedere ma, sa che ci siamo noi qui dietro.» Le sussurrò all'orecchio Jodie.

Charade. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora