17 Maggio 2005
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New Heaven
contea di Pinal
ArizonaDaisy sedeva sulla poltrona di velluto.
Le voci squillanti di Tessa e Silk uscivano dai camerini ma, per quello che la riguardava, erano solo voci senza parole.
Una farfalla, una singola quanto agitata farfalla, sbatteva le ali nel suo stomaco e sembrava aver scatenato un uragano nella sua testa.
«Allora?» La voce acida di Silk incollò le ali della farfalla, che cadde stecchita al suolo.
«Bello. Mi piace.» Daisy guardò l'amica e il suo abito color oltremare.
Anche Tessa uscì dal camerino, indossava un abito giallo, troppo giallo.
«Grazie, lo so. Ma non era quella la domanda che ti ho fatto.» Nessuna delle due sorrideva.
«Okay.» Rispose lentamente. «Qual era la domanda?»
«Silk non è felice che ci sia io al tuo posto.» Rispose Tessa, Silk la guardò. «Non ti preoccupare ti capisco e non mi offendo.» Si sorrisero.
«Silk...»
«Ascolta Daisy. ho capito che per te è una stupida festa, ma è la nostra stupida festa. Che ti importa se non hai un ragazzo o se non vuoi accettare l'invito di Henry, scegli anche tu un abito da favola e unisciti a noi.»
«Ne abbiamo parlato fino alla nausea.» Daisy si alzò a andò davanti all'amica. «Non mi importa e non lo dico tanto per dire. Non passerò la serata chiusa in camera a piangere mentre voi andate. Credimi, e poi vi raggiungerò al dopo festa a casa di Has...»
«Non sarà la stessa cosa.»
«Sì che lo sarà.» Prese le mani dell'amica nel tentativo più estremo di convincerla. «E poi ci ubriacheremo così tanto che non ricorderai che io non c'ero.»
«Ci manca solo che qualcuno perda la memoria.»
*
Daisy riaccompagnò le ragazze e tornò a casa.
Parcheggiata l'auto, notò ancora il pick-up di sua madre. Erano giorni che non andava al lavoro.
Aveva giustificato quella cosa con il fatto di avere delle ferie arretrate, ma Daisy sapeva che il momento successivo alla semina era vitale per l'intera economia della contea e il fatto che lei non fosse alla tenuta a controllare, non le sembrava possibile.
Daisy scese dall'auto ed entrò in casa. C'era uno strano silenzio e la scala, per raggiungere il piano superiore, era buia. In genere l'ingresso era illuminato dalla luce che arrivava dalla stanza dei suoi genitori, davanti al ballatoio, e questo stava a significare che la porta era chiusa.
Strano.
Con passo silenzioso cominciò a salire fino a trovarsi davanti alla stanza dei suoi.
«Da quando va avanti questa storia?» Era la voce di suo padre. Secca e professionale, forse era al telefono.
«Non lo so.» No, non era al telefono. La voce che rispose era di sua madre.
«Cazzo Maya. Perché non me ne hai parlato? Sono tuo marito ci diciamo sempre tutto.»
«Samuel, io non sapevo...»
«Come dirmelo? Ci vuole una scusa migliore di questa non credi? Me lo merito.»
«Non sapevo come avresti reagito. Non voglio che tu metta in discussione il nostro matrimonio.»
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Charade. ↠ Justin Bieber
FanficÈ inquietante svegliarsi dopo quattro giorni di coma e rendersi conto di essere stata catapultata nove anni avanti nel tempo. Questo è ciò che accade a Daisy: nove anni di vita spariti nel nulla, gli amici più cari, i propri amatissimi genitori, la...