Brighton Wheel

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Con qualche colpo di bacchetta, i due ragazzi si ripulirono la pelle e i capelli, poi si infilarono i vestiti e andarono verso la strada. Attraversarono la barriera che separava il mondo magico da quello babbano e si mescolarono alla folla.

Hermione lasciava che i capelli ricci e castani ondeggiassero nel venticello marino e nel frattempo pensava. Draco le camminava accanto ma evitava ogni possibile contatto fisico. Voleva dirle qualcosa di riservato, di importante. Cosa mai poteva essere? Se era disposto a farsi un giro tra le strade babbane pur di mantenere la riservatezza, significava che temeva di venire spiato.

Raggiunsero la Brighton Wheel, Hermione acquistò i biglietti con i soldi babbani e poi salirono entrambi nella loro cabina.
Ondeggiarono e Draco si spaventò un poco, non sapendo cosa aspettarsi.

"Tranquillo, è normale. Adesso si stabilizza".

"Queste stupide cose babbane non mi piacciono affatto." Sì lamentò lui.

"Aspetta che parta, poi sono sicura che ti piacerà. Inoltre saremo completamente da soli, come volevi tu".

Draco tacque, non del tutto certo che gli sarebbe piaciuto andare su quella giostra, ma poco dopo la ruota partì e la loro cabina salì verso l'alto lentamente, poi con dolcezza scese giù, per poi salire di nuovo.

"Allora, ti piace?"

"Sì, non è male. La pensavo peggio." Ammise lui, guardano il panorama. Il mare azzurro scintillava sotto al sole e si vedevano le varie barche e battelli che transitavano sulle acque. Dalla parte opposta della cabina, si potevano ammirare le case della città viste dall'alto.

"Certo, volare sulla scopa ti dà più libertà di veduta", disse il ragazzino.

"Ma i babbani non sanno volare sulla scopa".

"Lo so. Luridi babbani".

Questa volta fu Hermione a tacere, visto che i suoi genitori erano babbani. Scosse la testa e con freddezza annunciò: "Hai tre minuti e mezzo per dirmi ciò che volevi dirmi".

Draco strinse le labbra, evidentemente a disagio, quindi tornò a guardare fuori e solo dopo un attimo si decise a parlare: "Come ben tu saprai, la mia famiglia è la più ricca e importante di tutte. Da secoli e secoli cerchiamo di preservare il sangue puro nel mondo magico, ma purtroppo alcuni maghi sono così stolti da andarsi a sposare con dei babbani. Non lo concepisco..."

Hermione inspirò a fondo, cercando di non arrabbiarsi e strozzarlo con le sue stesse mani. Lui stava di nuovo cominciando con il discorso della superiorità dei Sanguepuro, offendendola per via delle sue origini, nonostante abbia voluto baciarla diverse volte e l'avesse pure invitata a passare quella giornata al mare insieme. Aspettò di vedere come il ragazzino avrebbe proseguito il suo monologo.

"Non lo concepisco affatto, eppure sono qui con te, perché non riesco a toglierti dalla mia testa e ho sempre voglia di baciarti. Questo è terribile, quasi un incubo. Da una parte mi fai schifo perché sei una Sanguemarcio, dall'altra ti trovo la ragazza più carina delle scuola e litigare con te mi migliora la giornata."

La Grifondoro alzò entrambe le sopracciglia con grandissimo stupore. Draco Malfoy la trovava la ragazza più carina della scuola?! Ma quando mai si sarebbe sognata una dichiarazione del genere. Le aveva anche detto che gli faceva schifo per colpa dei suoi natali babbani, però poi le aveva  rivelato che era la ragazza più bella di tutte. Era la prima volta che una persona si rivolgeva a lei considerandola come una ragazza. 

Se il Serpeverde l'avesse guardata in faccia, si sarebbe accorto del suo cambiamento di espressione, da truce a meravigliato e  paonazzo, invece continuò il suo monologo, osservando il panorama che andava su e giù, man mano che la ruota girava.

"Mio padre proverebbe davvero troppa vergogna per me se sapesse che mi piaci proprio tu e per questo lo terrò segreto, fino alla morte. Nessuno deve saperlo, proprio nessuno, però...  voglio passare più tempo con te, esattamente come stiamo facendo oggi."

"E che cosa proponi?"

"Non lo so, non ho ancora preso una decisione definitiva. A scuola potrò parlare con te solo litigando; se mai faremo qualche compito di gruppo, dovrò trattarti come se tu fossi un cane pidocchioso. Sarò costretto a farlo o tutti quanti sospetteranno qualcosa."

Hermione sospirò, per nulla contenta della situazione, ma poi qualche idea brillante affiorò alla sua mente: "Intanto, se dovrai insultarmi, io non mi risparmierò a risponderti e poi, sai, gli sgabuzzini di Gazza sono molti. Potremmo comunicare segretamente per darci degli appuntamenti. Sempre se sei d'accordo. In alternativa, potremmo dimenticarci di tutta questa storia."

"No! Mai. In quale modo vuoi comunicare segretamente?"

La ragazzina si sorprese da sola a essere compiaciuta del fatto che lui non volesse finire la loro breve storia, nonostante gli ostacoli che la scuola e la famiglia gli mettevano davanti.

"C'è un incantesimo che, se fatto su due oggetti uguali, permette di mandare messaggi in qualunque momento, a qualunque distanza."

"Interessante. Come si fa?"

Hermione si mise a spiegare a Draco il procedimento. Nel frattempo la ruota si fermò e i due scesero, tornando a camminare per strada.

Quando quella sera il ragazzino rincasò, si sentiva sollevato e felice. Da anni non provava quella sensazione. Aveva mangiato, nuotato, passeggiato e chiacchierato con la sua strega preferita e, per di più, teneva in tasca un sassolino raccolto sulla spiaggia e successivamente incantato.

"Buona notte Draco."

"Sogni d'oro Hermione."




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