Hermione si sentiva molto nervosa e malediva Draco Malfoy con tutta la sua anima. Il vento gelido continuava a soffiare e far tremare i vetri, la neve cadeva copiosa e il ghiaccio avvolgeva ogni cosa. Sarebbe morta nello stare un'ora ferma nel cortile.
Come aveva fatto Malfoy a batterla nel compito?
Mai più, non doveva farsi superare mai più.
Ma in che modo sarebbe sopravvissuta nel cortile? Di certo Malfoy non l'avrebbe lasciata sventolare la bacchetta.
Prese tutti libri che aveva in camera sua e si mise a sfogliarli in cerca di una soluzione. Studiò per ore finché non capì come fare. Ormai erano le 19:30 e la cena era pronta. Alla ragazzina bastò prendere la sua giratempo e tornare indietro di un'ora e mezza.
All'ingresso del castello, Malfoy aspettava. Parlava con i suoi galoppini e sorrideva con la sua solita smorfia maligna da signorino ricco e menefreghista. Hermione si domandò come sarebbe stato senza la sua arroganza.
"Sei pronta, Granger?"
"Prontissima", disse lei risoluta.
Aprì il portone e uscì nel cortile. Senza mantello, senza maglione, solo con la sciarpa al collo. Lei non si scompose affatto, anche se il vento le faceva volare la gonna e i capelli e il gelo le intaccava i vestiti. Si volse verso la finestra e con indignazione si accorse che Malfoy e i suoi amici le stavano guardando le mutande. Scandalizzata, decise di sedersi su un muretto e aspettare un'ora intera. Nel frattempo elaborò molti piani di vendetta. Finito il tempo, rientrò, completamente ricoperta di neve.
"Sei molto resistente, non è che hai barato usando qualche magia?"
"No, Malfoy, sono una persona che si attiene alle regole, io. Però sappi che da adesso in poi non ti darò tregua e ti batterò nei voti così tante volte che ti passerà la voglia di tormentarmi per sempre".
Draco la sbeffeggiò, non credendola così capace.
"Come vuoi, Granger, ma resterei sempre e comunque una sanguemarcio".
I suoi amici ridacchiarono e andarono con il compagno a mangiare. Hermione li uccise con lo sguardo, ma non disse nulla. Andò in camera sua a rassettarsi e cambiarsi abito. Sulla sua scrivania, i resti di una tisana. Lei la guardò e si sentì davvero compiaciuta.
"Mi è stata molto utile questa erba, devo ricordarmi di farne scorta".
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Dramione: chi odia, ama!
Fanfic"Comunque anche adesso sto mangiando una cioccorana per colpa tua. Ma non perché mi hai fatto arrabbiare", concluse lei, facendogli un sorriso fintamente dolce. Il ragazzo divenne rosso in faccia.