La lezione di pozioni

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Draco passò diversi giorni a u lamentarsi per il graffio che Fierobecco gli aveva fatto. Naturalmente raccontava la storia ingigantendola parecchio e tutti parevano credergli. Come era irritante. Harry, Ron e Hermione erano nauseati da tutta quella storia e cercavano il meno possibile di incrociare il serpeverde, per evitare di venire coinvolti nel suo discorso.
Tutte queste precauzioni vennero vanificate durante la lezione di pozioni. Il professore Piton, visto il suo pupillo con il braccio destro fasciato e appeso al collo, decise di dargli un valido aiutante.
"Signorina Granger, viste le sue ottime qualità nell'eseguire questa disciplina, sono sicuro che non avrà problemi ad affiancare il signor Malfoy, oggi".
Hermione spalancò gli occhi, un poco sconvolta. Guardò Harry, seduto al suo fianco, il quale rivolse un'occhiata a Ron, con i capelli ritti in testa dalla sorpresa.
"Ma signore, di sicuro Malfoy ha altri compagni a cui affiancarsi..."
"Penso che la persona più adatta sia lei, potreste imparare a vicenda molte cose. Lui a concentrarsi meglio quando esegue una ricette e lei, signorina, a tenere la bocca chiusa e non parlare quando non è interpellata".
Hermione assunse un'espressione irritata, ma non ebbe il coraggio di ribattere. Si alzò in piedi per avvicinarsi a un calderone e tutti gli altri studenti la imitarono.
Draco la guardò con maligna soddisfazione, mentre lei sospirò e rivolse gli occhi altrove. Lui aprì il libro alla pagina indicata dal professor Piton e lei si mise a tagliare le radici indicate dalla ricetta.
"Che gran giorno, questo", disse lui.
"A cosa ti riferisci?"
"Ho molte volte immaginato di avere una schiavetta mezzosangue a cui farle fare le cose al posto mio. Di certo avere TE qui a realizzare il mio desiderio, mi glorifica mille volte il momento".
Hermione tagliò in maniera più decisa le radici, spinta da un moto di rabbia per le parole appena ricevute.
"Lo sto facendo solo perché costretta dal professore", sibilò.
"Ammettilo, feccia che non sei altro, sei molto contenta di servire uno come me".
Hermione alzò il braccio puntando il coltello verso di lui, "Attento Malfoy, o te ne pentirai amaramente".
Naturalmente non avrebbe mai usato quell'arma per ferire chicchessia, ma Draco si spaventò e, con voce stridula, cominciò a chiamare il professore. Hermione posò subito il coltello, mentre Piton avanzava verso loro due.
"È pericolosa, mi minaccia con il coltello. La punisca subito".
La ragazza rimase impassibile e puntò gli occhi in quelli di Piton. "Non sono disposta a ricevere insulti e mortificazioni da nessuno, io e Malfoy non siamo compatibili".
"È il minimo di quello che ti meriti", intervenne Draco.
"Silenzio, silenzio. Vedetela di smetterla voi due", intervenne Piton con la sua solita flemma lugubre, "Siccome non riuscite ad andare daccordo, sono costretto a togliere dieci punti a entrambe le casate e oggi pomeriggio vi voglio qui da me, in punizione".
Tutta l'aula fece un verso di scontento e disapprovazione, ma ormai il professore aveva dato le sue direttive e non si poteva più sottrarsi ai suoi ordini.

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