Candore

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Il pomeriggio seguente la tempesta finì e tutto sembrò stranamente silenzioso. Ron era felice e sulla sua faccia lentigginosa ricomparve un sorriso rilassato.

"Stasera finalmente potrò dormire tranquillo".

"Non sei preoccupato per il compito di Trasfigurazone?" Gli domandò Harry, mentre si dirigevano tutti insieme nel salone per fare cena. Con loro c'era anche Hermione, che li ascoltava sorridendo piacevolmente divertita.

Ron cambiò espressione, ricordandosi il compito: "Oh, è domani?"
"Non dirmi che non hai ancora studiato, Ron", lo rimproverò la ragazzina.

"Ho studiato, ho cominciato, sono a buon punto.... Hermione, non è che mi fai vedere i tuoi appunti stasera?"

Hermione sbuffò roteando gli occhi. Si mise le mani ai fianchi e disse: "Come al solito sei distratto e ti metti nei guai e poi ti aggrappi a me per salvarti. Devi essere più responsabile nello studio, Ronald Waesley".

"Dai, Hermione, sii buona. Non l'ho fatto apposta. Ho solo bisogno di approfondire un po'".

"Stasera in Sala Comune potremmo studiare tutti assieme. Penso che anche Neville si voglia aggiungere", disse Harry, cercando di riappacificare i due amici.

Hermione volle stare ancora un poco sulle sue, ma alla fine acconsentì: "Va bene, allora dopo cena cominciamo subito".

Si misero a tavola e mangiarono il pollo, le patate, delle verdure, una zuppa e tante altre cose molto buone. Hermione chiacchierò tutto il tempo con Ginny e altre ragazze, mentre i maschi fecero cagnara tra loro.  

Quando la ragazzina decise di tornare in camera per lavarsi i denti e cambiarsi d'abito, incrociò il suo malefico nemico biondo davanti allo scalone dell'ingresso. Stava parlando con Tiger e Goyle, i quali stavano finendo di mangiare dei dolcetti. 

"Eccola qui, miss mutandine bianche come la neve".

Hermione si pietrificò e lo uccise con lo sguardo.

"Domani hai il compito di Trasfigurazione, vero?"

"Sì, domani", rispose lei, "Voi Serpi l'avete fatto oggi, se non sbaglio".

"Infatti. Vuoi sapere le risposte?"

"Certo che no, io non ne ho bisogno".

"Vedremo. Ricordati la nostra sfida. Chi dei due prenderà il voto migliore, deciderà cosa far fare all'altro".

"Sei davvero così sicuro di vincere su di me, Malfoy?"

"E tu sei davvero così sicura di essere così intelligente da battermi in tutto, Sanguemarcio?"

Hermione si sentì toccata nel profondo, ma non diede spazio alle lacrime. Alzò la testa, quasi fosse più alta di cinque o sei centimetri, lo guardò nei suoi occhi azzurri e limpidi e gli rispose: "Ti pentirai di tutte queste battute. Appena sarà evidente che ho preso più di te, avrai la punizione più dura che ti sia mai capitata in tutta la vita".

Malfoy si mise a ridere e così i suoi amici, non credendo a una parola di quella minaccia. 

Arrabbiata più che mai, Hermione si trasformò in un'aguzzina verso i suoi amici, spremendo dai loro cervelli ogni goccia di intelletto per farli studiare a dovere. Ron era quello più difficile da mettere al lavoro, ma alle due di notte il ripasso era completato e se ne andarono tutti a  letto, barcollando come dei cadaveri redivivi.

Il mattino seguente la McGranitt fece fare alla classe un esame teorico e pratico e i Grifondoro si distinsero a discapito dei Tassorosso. 

Ma con i Serpeverdi?

Con la pergamena su cui era scritto il voto del compito, Hermione uscì nel cortile a metà pomeriggio. I suoi compagni erano a studiare o a  farsi il bagno o a chiacchierare in Sala Comune. In effetti, col freddo che faceva, pochi avevano voglia di uscire. Il sole pallido dell'inverno era già basso sull'orizzonte e il manto di neve e ghiaccio scintillava come polvere di diamanti. La luce magica di quel momento l'avvolse e lei si sorprese a emozionarsi nel vedere tutto quel candore. Era bellissimo. Qualcuno pattinava sul lago ghiacciato, altri passeggiavano, ma in sostanza il luogo era semi deserto.

Malfoy l'aspettava in un punto del parco predefinito dai loro accordi. Era solo e guardava anche lui la bellezza di quell'inverno bianco e perfetto. I suoi occhi erano più trasparenti del solito e il viso era disteso, ammaliato dal candore del panorama.

Si corrucciò quando la vide arrivare e le disse, senza salutarla: "Allora, hai il compito?"

"Certo. E tu?"

Estrassero dalla tasca le pergamene e se le mostrarono a vicenda.

"Accidenti, hai preso la lode!"

"Sì, Malfoy. Tu invece no".

"C'era da aspettarselo, la McGranitt vi tratta come suoi favoriti".

"Sei pronto per la punizione?"

"Pronto", si rassegnò lui. 

Almeno era leale. Forse non si aspettava nulla di chè.

"Preparati alla più disgustosa, vomitevole, spaventosa, ributtante impresa che sarai costretto a  fare", disse lei con enfasi.

Draco fece una smorfia un poco preoccupata: "Cosa hai in mente?"

"Draco Lucius Malfoy, tu per punizione dovrai baciare me, la schifosa Sanguemarcio che tanto odi".



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