Choco-love

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Hermione si sentiva strana dopo aver baciato Draco nello sgabuzzino. Ogni volta che lo incontrava per i corridoi non riusciva a guardarlo in faccia e quindi fingeva di aprire un libro o un quaderno e leggere; in classe, inoltre, provava sempre a sedersi il più lontano possibile da lui, per non sentirsi in imbarazzo sotto il suo sguardo.

Draco da parte sua sembrava ignorarla completamente. Lui riusciva benissimo a fingere che non fosse mai accaduto niente tra loro.

Quando la ragazza andava in bagno e si lavava la faccia, le venivano in mente le carezze e i baci ricevuti; quando andava a dormire, le pareva ancora che una mano le toccasse il sedere con tenerezza. Erano tutte sensazioni che non riusciva a scrollarsi di dosso.

Gli unici momenti in cui davvero non riusciva a pensarci, erano quando stava con Harry e Ron. Una mattina Harry era davvero giù di morale e non esitò a raccontare ai suoi amici cosa era successo: "Stanotte ho guardato sulla Mappa del Malandrino chi si aggirava nel castello e, non ci crederete, ma c'era Peter Minus che transitava per i corridoi".

"Peter Minus? Ma Harry, lui è morto anni fa", commentò Hermione.

"Lo so, per questo sono uscito dalla sala comune e sono andato a vedere, ma non ho trovato niente. Inoltre il professor Piton mi ha sorpreso e voleva sequestrarmi la mappa. Per fortuna che è arrivato anche il professor Lupin, che mi ha salvato. Tuttavia la mappa ce l'ha lui, adesso. Ha detto che se finisse nelle mani di Sirius Black, per me sarebbe la fine".

"Miseriaccia Harry, adesso siamo senza quella mappa", si dispiacque Ron.

"Non fa niente, ormai so i passaggi segreti del castello a memoria", fece spallucce il Sopravvissuto.

Hermione si sentì sollevata: se Harry avesse guardato la mappa del Malandrino quando lei era nascosta insieme a Draco a baciarsi, il suo terribile segreto sarebbe stato subito di dominio pubblico.

La ragazza si sentì un po' più tranquilla nel constatare che nessuno, ma proprio nessuno, aveva saputo nulla di lei e Draco e le giornate passavano con regolarità. Nel frattempo la neve si scioglieva e poco alla volta il paesaggio rimaneva spoglio.

Un giorno, a lezione di Divinazione, Hermione provò a farsi ben volere dalla professoressa. Quest'ultima blaterava sul fatto di aprire la mente e cose del genere, poi si avvicinò al tavolo a cui Ron sonnecchiava e Harry era in stato catatonico.

"Cosa c'è qui?"

"Oh, le dispiace se ci provo io? Il Gramo... può darsi", disse la ragazza.

La professoressa la guardò con commiserazione e le parlò con franchezza: "Mia cara, dal primo momento che hai messo piede in questa classe, ho avvertito che tu non possedevi lo spirito adeguato alla nobile Arte della Divinazione. No, vedi? Ecco!" Le prese la mano sinistra e le guardò il palmo, "Eh, magari sei giovane, ma il cuore che ti batte dentro è raggrinzito come quello di una zitella. La tua anima è arida, come le pagine di quei libri a cui sei disperatamente devota".

Hermione si offese a morte, si alzò di scatto e buttò giù dal tavolo la sfera di cristallo. Se ne andò senza aggiungere una parola, disposta a non mettere mai più piede in quel posto. Quella professoressa era solo una ciarlata e anche una grande villana e maleducata.

Se ne andò in sala studio, sbatté il libri sul tavolo e si sedette. Era così furiosa che avrebbe mandato a quel paese qualsiasi persona le si sarebbe avvicinata in quel momento. Disgraziatamente, mezz'ora dopo arrivarono Draco e i suoi amichetti. Hermione si mise una mano sulla fronte e fece finta di non averli visti, mettendosi a scrivere sulla pergamena con più vigore. 

"Dove sono Weasleyuccio e San Potter? Strano che non siano qui a copiare dai tuoi compiti", disse il biondino, con una insolenza insopportabile.

Tiger e Goyle ridacchiarono.

"Fatti gli affari tuoi, Malfoy", ringhiò la ragazza.

"Oh, vedo che siamo più acidi del solito", continuò lui.

"Sì, acida come una zitella", rise Tiger.

"Acida come un limone acerbo", infierì Goyle.

Hermione strinse i pugni e i denti, uccidendoli con lo sguardo.

"Andiamo, non vale la pena perdere tempo con una come lei", disse alla fine Draco, "Ci vediamo, sanguemarcio... il meno possibile. Ah, visto che siamo in tema, tieni. Magari ti farà diventare un po' meno acida, anche se penso che sia un caso impossibile ormai".

Le posò sul tavolo una cioccorana incartata e se ne andò via, con le mani nelle tasche e gli amici che ridevano con lui.

Hermione fece per prendere la cioccorana e scaraventarla via, il più lontano possibile, quando si accorse di un particolare dettaglio. Aprì la confezione, acchiappò la rana che altrimenti sarebbe saltata via e poi le guardò il dorso: una scritta recitava "I MISS YOU".



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