Nostalgia

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Le Case come cose nostalgiche...

Corvonero
La maglietta scolorita che è stata lavata troppe volte.
C'è ancora del colore alle estremità e presenta dei buchi sulle maniche.
Ti rattristisce pensare che un tempo fosse stata tinta da una bella tonalità accesa, ma che ora sia grigia, grigia come i sassolini che, da piccolo/a, ti divertivi a lanciare nel lago.
Tra le tue dita, la stoffa è morbida, il che ti fa sorridere perché, a differenza di quanto temevi, i tanti lavaggi non hanno danneggiato il tessuto.
Ricordi che quella maglietta era sempre stata troppo grande per te. Ricordi quante volte l'hai indossata lo stesso, sfoggiando fieramente il design della stoffa, che ti sembrava il più bello che avessi mai visto.
Ora, invece, è un po' corta per te. Te ne accorgi quando, sollevando le braccia, ti lascia scoperti i fianchi. Ma sai che non la cestinerai mai.
Perché, ovunque tu vada, quella maglietta ti farà sempre sentire a casa.

Tassorosso
La cartellina contenente tutti i disegni che facevi da bambino/a.
Alcuni dei fogli presentano pieghe agli angoli, altri sono arricciati a causa dell'uso degli acquarelli.
Scorgi immediatamente spesse linee a matita, di un penetrante rosa e un vivido verde, che tentano con difficoltà di imitare le figure di persone o animali.
Altri fogli ancora, ovviamente risalenti ad anni dopo, hanno delle parole, e ti sorprendi nel constatare che non conosci te stesso/a del passato tanto bene quanto invece credevi, dal momento che non riesci a decifrare la scrittura.
Un po' dei disegni presenta la data e il luogo, scritti da qualche parente per te.
Ricordi il senso di orgoglio che provavi quando terminavi queste piccole opere, la tua insistenza nell'appenderle al muro.
Come per la maggior parte dell'arte, ora non riesci a capire che significato avesse per te allora, ma non puoi fare a meno di sorridere quando scorgi il tuo nome agli angoli del foglio.
Una cosa, perlomeno, resterà sempre la stessa.

Grifondoro
Quella canzone che sei in grado di identificare in pochi secondi, appena parte.
La voce del cantante, così familiare per te; il suono degli strumenti in sottofondo, che riesci a distinguere gli uni dagli altri; le note che canticchiavi senza rendertene conto.
Quando la riascolti, una memoria, quasi prepotentemente, si fa largo nella tua mente.
Ricordi che ascoltavi quella canzone con una persona a te cara, ma non in quel momento non sai chi, perché, quando: sai solo che è speciale per una ragione.
Provi un senso di soffocamento a livello del petto nel renderti conto che non ricordi con esattezza tutte le parole, il che dimostra quanto tempo sia passato da quando l'hai ascolta l'ultima volta.
Ed, a un certo punto, ecco che la ricordi: è quella canzone.
E così i tuoi occhi si riempiono di lacrime, anche se non è una melodia triste, e la ascolti chiudendo gli occhi, dimenticando il resto.

Serpeverde
Le fotografie della tua infanzia.
Alcune, presentano impronte digitali agli angoli.
Altre, raffigurano immagini mosse, scattate quando ti muovevi troppo in fretta e la macchina non riusciva a catturarti.
Ci sono delle foto spontanee di te, in cui tieni i capelli in quella maniera libera dei bambini e che non sei sicuro/a d'essere coraggioso/a abbastanza da esibire ora.
In alcuni di questi scatti, ti mancano i denti davanti, e indossi quel giacchino che tanto amavi.
Non era del tuo colore preferito, ma ci eri affezionato/a perché ti aveva accompagnato nella tua prima avventura.
Ripensi a come era indossarla, alla sensazione delle tasche piene di caramelle contro i fianchi.
Pensandoci, ora non sai cosa sia successo a quella giacca, non ricordi perché, un giorno, avessi smesso di usarla.
Tutto quello che sai è che esisterà per sempre nella tua memoria e in quelle foto sbiadite.











































Fatto il misfatto

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