Chapter 12

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"Devi dirmi qualcosa?" Chiede accigliata, la osservo sedersi nella panchina bianca affianco alla porta.
Appoggio le mani ai fianchi e aspetto una risposta da parte sua.
"Mi hai chiamata tu. Tu dovresti dirmi qualcosa" Dico con tono sufficiente e già leggermente infastidita dal tolo di voce.

"È evidente." Dice mentre guarda a terra dopo un lungo silenzio accompagnato da dei calmi sospiri.
Sospira e io cerco di capire cosa intende.
"Evidente cosa, Sasha?" Mi siedo di fianco a lei con la speranza che mi risponda.

"Cosa c'è tra voi due? Lo ha notato tutto il gruppo, non nasconderti dietro la tua corazza.
Sei volevi far in modo che nessuno se ne rendesse conto, sei sulla buona strada per non farti credere." Sorride e si alza, mi sorpassa ma si ferma sulla soglia della porta.
"I tuoi occhi parlano da soli." Dice, mi volto lentamente.
"Sasha, smettila. Tra di noi non c'è nulla"
"Quindi ieri sera alla festa eravate da soli per parlare di sicuro della scuola." Trattengo un sorriso e guardo a terra.
Sinceramente non abbiamo parlato di noi o cosa sta succedendo e credo che mai accadrà.

Sospira e aspetta una mia risposta.
"Nash ha detto che eravate molto vicini, sta attenta. Non sono venuta per farti gli auguri per la tua nuova relazione o qualsiasi cosa sia, ma per avvisarti che Stefan ne ha passate molte e lo hanno reso altamente-" La blocco.
Non voglio sapere come lo hanno reso per colpa di suo padre, so già cosa gli è successo e anche cosa gli è accaduto, se devo davvero conoscerlo lo farò io senza aver bisogno delle loro parole.
"Lo conoscerò io."
"Non hai bisogno di preavvisi?"
"Nessuno ne ha bisogno, siete voi che crediate ce ne sia bisogno." Sospiro nervosa.

"Non farti colpire." Sussurra.
"Mi farò colpire proprio come è successo a lui."
"Okay. Non piangere poi." Dice entrando ormai stanca.

Se dovrò davvero attraversare una relazione con lui, voglio che io lo veda per come si è presentato a me e non per come la gente lo descrive.
Le descrizione possono essere modificare da chiunque e dettate da gente che non sa nemmeno chi essere. Parlano delle vite altrui senza preoccuparsi della propria.

Entro dentro e la domanda di Aaron mi viene subito alle orecchie.
"No Aaron, vado a casa." Dico e afferro il mio cappotto nell'appendi abiti.
"Ti accompagno, allora." Anche lui afferra la sua e mi trascina fuori fino la sua macchina.

"Non mi hai-"
"Enn resta con noi, proprio come farai tu." Risponde prontamente.
Sbuffo e appoggia la testa sul finestrino perfettamente lucido e oscurato della macchina.

Ho già capito dove tutti vogliono arrivare, pretendono di sapere a tutti i costi cosa c'è tra noi due.
"Aaron con vuoi detto?" Vado dritta al punto.
"Lo stesso che vuole detto Sasha."

"Cazzo, perchè siete così in fissa? Non c'è nulla! Cosa vuoi detto? Che a stento lui si ricorda di me?" Lui sta zitto zitto senza proferire parola.
"Credi che a me piaccia sapere che è il ragazzo adatto per farsi spezzare il cuore?
So cosa è e anche come è, lo avevo già capito dall'apparenza e fidati il suo aspetto dice molto su di lui." Provo a calmarmi con lunghi sospiri.

"Prova e fa quello che vuoi, Kayla. Non ti stiamo dicendo di non stare con lui, ma ti stiamo risparmiando solo cose che erano già prevedibili."
"Se è così prevedibile perchè mi state avvisando?"
"Ripetere più volte non fa male a nessuno, Kayla."
"Ma certo, cazzo." Dico con una finale risata amara.

Apre bocca per parlare per l'ennessima volta ma lo fermo."Non dire altre parole, se non vuoi che ti cacci via dalla tua stessa macchina a calci nel culo."
Lui trattiene un sorriso e accosta la macchina.
"E portami di nuovo in quell'ammasso di ferri, che voglio fare casino. Un casino che non si è mai visto." Fa retromarcia e torna nel capannone.

"Compriamo qualcosa da mangiare per stasera?" Domanda dopo qualche secondo di silenzio, sussurro un si appena udibile e lui accosta scendendo per andare verso il supermercato.

Lo aspetto in auto mentre i mille dubbi mi assalgono il cervello.

Poco tempo dopo
***

"Ne parlerai con lui?" Mi domanda appena scende dall'auto.
"Che cosa? No! Perchè dovrei?" Dico di rimando, afferro i dolci comprati da Aaron poco prima.

Schiude labbra e mi fissa.
"Perché magari le cose potrebbero andara diversamente." Sbuffo infastidita e tremendamente irritata.

Non capisco perché io debba parlarne con lui, non andrei da nessuna parte, so per certo che lui veda la mia presenza solo come una semplice ragazza da rispettare.

Riconosco il motivo di questo suo modo di pensare, sono piombata nella sua gang come un fungo e adesso sto cercando di prendere un mano la situazione.

Entro dentro e tutti mi guardano confusi.
"Cosa volete, vado via?" Domando e tutti continuano ancora a fissarmi.
"Avevi detto che non-" Blocco Mary.
"Sta zitta se vuoi vedere..." Fermo la frase e guardo l'ora "Se vuoi ancora vedere le 9:44." Poso i dolci sul tavolo e vengono subito sostituiti da altro cibo.

Mi siedo sul divano a sfogliare la home di Instagram mentre sento ancora degli occhi fissi su di me. Stefan.
Lo guardo senza far trasparire il mio imbarazzo, sembra come se mi leggesse nel pensiero.

È da ore che i ragazzi mi parlano di lui e in risposta lui mi fissa, come se non avesse mai visto una ragazza in vita sua.
Gli lancio la prima cosa che mi passa per la mano.

"Smettila di fissarmi!" Metto il broncio e gli unici a notare quest'inutile episodio sono soltanto Aaron e Nash, anche se ques'ultimi sembra non sospettare nulla.
Lui scuote la testa e mangia la mela che tiene in mano. Okay.

Mi sdraio sul divano e gli do le spalle.
"Kayla così ti guarderà il culo." Mi fa notare Nash.
"Che guardi pure ciò che non potrà mai avere." Rispondo con nonchalance fingendo di essere interessata a ciò che guardo sul telefono.
"La sicurezza è ciò che ci fotte tutti, lo sai questo?" La sua voce suona ai miei timpani come musica classica di vecchia epoca.

Sento i suoi piedi scendere dallo sgabello e buttare qualcosa dentro il sacco dell'immondizia.
I suoi passi si fanno sempre più vicini fin quando sento il cuscino -lanciato da me- arrivarmi addosso.

"Stronzo" Mormoro mentre cerco di allontanare dalla mia faccia il cuscini nero.
"Non ho mai negato di esserlo."
Cazzo, devo imparare a stare zitta ogni tanto.


Powerful [COMPLETA] ||Stephen James.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora