capitolo 16

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Piego la testa verso destra  ammirando l'alba, i colori del sole che sta sorvendo sono qualcosa di  sconvolgente che non avevo mai visto prima.

Quando avevo deciso di  passare la notte nel retro di questo pick-up non avevo pensato che  effettivamente la luce ci avrebbe svegliati molto presto. Ma a dirla  tutta non so dire se dormirei in qualsiasi caso.

Ieri sera Justin ha preso il mio cellulare e ha risposto alla chiamata  di mia madre, non ha detto una parola e ha riattaccato, poi ha aperto la  chat dei messaggi e le ha scritto che mi avrebbe vista presto. Io in  cuor mio spero ancora di no.

Questa notte ho sentito Justin muoversi nel sonno, un incubo  probabilmente, ma ho finto - volutamente - di non accorgermene.

E' stato  lui ieri sera a pregarmi di farlo, avrebbe odiato vedermi sveglia per  colpa sua.

Adesso ho la schiena intorpidita e le gambe che mi fanno male visto che  le ho tenute piegate per tutta la notte. Justin si muove al mio fianco  un'altra volta e adesso si sposta la coperta di dosso.

"Sei sveglia?" domanda in un sussurro posandomi una mano sul fianco.

Annuisco girandomi verso di lui.

"Buongiorno" sorride appena, "E buon compleanno".

"Buongiorno, e grazie" ridacchio sfiorando la catenella che ho legata al collo.

Il suo regalo mi ha decisamente presa alla sprovvista ma è davvero  magnifico e perfetto, so che a Catlin sarebbe piaciuto e questa è la  cosa più importante.

Mi metto seduta stiracchiandomi.

"Mi piacerebbe andare a mangiare una pizza" dico schiacciandomi le ginocchia contro il petto, "E' il mio compleanno infondo".

Justin inarca un sopracciglio prima di lasciarsi andare ad una risata e di ridere.

"Sono le cinque di mattina, Hails" dice poi.

"Lo so" annuisco dando uno sguardo attorno a noi dove appena scorre una macchina sull'asfalto, "Questa sera intendo".

"Oh" lui annuisce, "Direi che si può fare ma prima propongo di trovare  un modo per darci una rinfrescata e poi mangiare qualcosa".

Effettivamente è presto ma il mio stomaco sta grugnendo animatamente e mi mangerei volentieri qualcosa, così annuisco.

"Conosco un bel bar, ma aprirà solo tra tre ore" dico guardando l'ora sul display del mio cellulare.

Justin salta giù dal pick-up con un balzo facendo leva con le braccia  sul bordo del retro, si stiracchia le gambe e sbadiglia prima di  afferrare le chiavi del motore.

"Allora adesso andiamo a lavarci" dice aprendo la portiera del posto del guidatore.

Mi passo i palmi delle mani sugli occhi e corrugo i sopraccigli.

"Lavarci?"
Annuisce di nuovo bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglietta tra i sedili, "Salta su".

Non ribatto ma mi piacerebbe sapere quale folle idea gli sta  attraversando il cervello, con Justin non posso essere mai sicura di  nulla o tranquilla.

E' come un treno al alta velocità.

Prendo posto sul sedile del passeggero coprendomi con la coperta di lana  che ci ha fatto compagnia tutta la notte, non devo essere un gran bel  vedere senza trucco, con i capelli scompigliati e appena sveglia ma  riesco a non importarmene al momento.

So che Justin non vorrebbe che mi  facessi questi problemi quando sono con lui.

Impugna il volante con entrambe le mani e avvia il motore iniziando a  sfrecciare lungo le strade asfaltate della Florida. Sono sorpresa di  come si muova bene in uno Stato che non è il suo.

Un vicino di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora