capitolo 19

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Dire che sono sconvolta in  questo momento sarebbe riduttivo.

Fino a questo pomeriggio mi sentivo  come se un treno a massima velocità mi avesse travolta ma ora, posso  affermare che quello era solo un assaggio di come mi sento ora.

Il treno si è fermato, è tornato indietro e poi è partito di nuovo di colpo calpestandomi una seconda volta.

Sbatto le palpebre cercando di risvegliarmi dallo stato shock che sto  vivendo, Justin non fa che peggiorare la situazione però.

La sua  espressione è devastata e completamente sconvolta da ciò che ha appena  detto.

"Come?" mormoro senza fiato e per un attimo mi domando se sia riuscito a sentirmi.

Il pomo d'Adamo gli si muove segno che ha deglutito per farsi coraggio, dischiude le labbra e scuote la testa appena.

"Non lo so, me lo ha scritto Mitch" dice in un sussurro.

Ci guardiamo per un attimo poi lui afferra il cellulare ed entra nella  rubrica dei contatti, se lo porta all'orecchio ed inizia a mordicchiarsi  l'unghia del pollice muovendo in maniera asfissiante il ginocchio.

E'  un tic nervoso che mi fa venire un magone allo stomaco.

Confabula velocemente, non riesco nemmeno a capire quello che dice, non  sono nemmeno certa che stia parlando la nostra lingua.

Forse è un  dialetto canadese con una netta influenza di francese perchè non riesco a  decifrare quasi nulla del suo discorso, capisco solo che dall'altra  parte c'è suo fratello.

Quando la telefonata s'interrompe chiude gli occhi e respira profondamente.

"L'hanno trovata questa notte, la morte si riconduce a ieri nel tardo  pomeriggio" dice lentamente con voce un po' più sicura di prima.

Respiro profondamente per non avere un attacco di cuore e crollare a terra stravolta.

"Chi l'ha trovata?"
Non so nulla di Rebekah se non che era sicuramente una ragazza con molti  problemi e indubbiamente segreti.

Non ricordo nemmeno se qualcuno mi  abbia mai detto con chi vive ma dubito fortemente abbia dei genitori -  se ci sono - presenti.

Magari sua madre è una tossica o suo padre le ha  abbandonate senza uno spicciolo, non me ne sorprenderei.

Justin stringe le labbra fra di loro trasformando la bocca in una linea retta.

"Jace" mormora.

Quel nome lo conosco molto bene e so perfettamente quando Rebekah fosse  in contatto con lui, non so dire cosa li legasse esattamente ma di certo  non era una buona relazione la loro.

Jace l'ha trascinata fuori  dall'oblio della morte mi ha detto una volta Emily - o forse era stata  Alyce - , eppure sono certa che senza che lei se ne accorgesse lui l'ha  trascinata in un mondo ancora peggiore ed eccoci qui, Rebekah è morta.

"Hanno diffuso la notizia questa mattina, ma non ne hanno parlato al  telegiornale" dice e sembra più un pensiero personale che  un'affermazione.

Ci ragiono su, New York è sicuramente piena di persone che muoiono tutti  i giorni ma è anche vero che se muore una ragazza del college - in  circostanze analoghe - del quartiere di Manhattan i telegiornali locali  non stanno di certo in silenzio.

"L'autopsia è domani" dice ancora ed io indietreggio.

"Non starai pensando -" chiudo gli occhi ricacciando indietro il pensiero ma so benissimo che Justin intende proprio quello.

Un vicino di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora